Accanto al tradizionale impianto di sicurezza per uso domestico e/o commerciale la tecnologia oggi ha sviluppato anche soluzioni innovative per le grandi aree pubbliche (piazze, incroci, parcheggi, parchi ecc.), il cui monitoraggio in condizioni normali è difficilmente sostenibile dal punto di vista economico.
Parla Andrea Alberton, Product Manager Dahua Technology Italy.
Uno degli indicatori oggi tenuti più in considerazione per una valutazione della qualità della vita è l’indice di criminalità: vivere in una città dove sono stati adottati sistemi tecnologici all’avanguardia per prevenire eventi criminosi, infatti, significa vivere in una città più sicura.
Andrea Alberton, product manager di Dahua Technology Italy, ci parla di cosa significa sorvegliare un territorio di grandi dimensioni (piazze, incroci, parcheggi, parchi ecc.) dal punto di vista pratico ed economico e di quali sono gli strumenti oggi a disposizione di aziende, amministratori pubblici e professionisti.
Che cosa significa monitorare un territorio su grande scala?
«L’esigenza di sorvegliare un territorio nasce dal bisogno di sicurezza, per cui monitorare significa prima di tutto mettere in sicurezza lo spazio controllato. Ciò non vuol dire agire a posteriori, dopo il verificarsi di minacce o eventi significativi, bensì monitorare 24 ore su 24 la scena e inviare alert nel momento in cui insorgono situazioni che possono causare disagi o mettere in pericolo il cittadino; monitorare quindi significa anche prevenire le situazioni di rischio, incrementando il livello di sicurezza percepito dalla popolazione.
Una seconda risposta che si può dare alla domanda è che monitorare significa inevitabilmente acquisire dati sulla zona sorvegliata, che possono venire fruiti all’istante oppure storicizzati e indicizzati per essere utilizzati a fini decisionali. Per esempio, dopo un lungo periodo di raccolta e analisi dati, potrebbero essere decise modifiche alla viabilità oppure un potenziamento del pattugliamento da parte della polizia stradale in particolari fasce della giornata o zone della città».
Quali possono essere le difficoltà nella realizzazione di un impianto di videosorveglianza su larga scala?
«Si tratta di infrastrutture che per forza di necessità vanno a impiegare più dispositivi (anche 20 o 30 telecamere), per cui risulta complicato mettere su carta lo schema dell’impianto. Parlando poi di costi, bisogna considerare che installare una telecamera vuol dire impiegare un cavo, un alimentatore, uno switch ecc. L’installazione di un impianto costituito da un singolo dispositivo prevede sicuramente un costo frazionato rispetto a quella che può essere l’installazione di molte telecamere.
È importante prendere in considerazione anche i costi di gestione, da quelli causati dal semplice guasto (che, per quanto i dispositivi possano essere diventati affidabili, è sempre dietro l’angolo) a quelli di manutenzione ordinaria: se voglio che l’impianto continui a funzionare in maniera efficiente, sarà necessario effettuare regolarmente un “tagliando”, che può essere anche, banalmente, la pulizia del vetro dell’ottica davanti alla telecamera. Pensiamo a quanto può costare effettuare una simile operazione su 20 piuttosto che 30 telecamere installate in una piazza e quanto invece si può risparmiare noleggiando una piattaforma aerea per pulire solo una telecamera.
Un altro fattore da prendere in considerazione è la facilità d’uso dell’impianto: con una sola telecamera è semplice elaborare e mettere a disposizione dell’utente i dati raccolti, mentre con 20 o 30 dispositivi installati in una piazza o un parcheggio, bisognerebbe estrapolare manualmente le informazioni dal singolo dispositivo per poi andare a combinarle».
Quali sono le soluzioni attualmente a disposizione per il monitoraggio delle grandi aree?
«Il livello attuale di sviluppo tecnologico ci ha permesso di rivoluzionare il panorama di soluzioni offerte dal mercato con il nuovo sistema Wide Area Security 2.0, fondato sulla dislocazione in punti strategici di dispositivi-contenitore che ospitano al loro interno più telecamere fisse abbinate a una speed dome con zoom ottico 45x. Questo ci permette di ottenere immagini panoramiche da 180° a 360° per una risoluzione fino a 24 Mpx, a seconda del modello di dispositivo o della versione scelta. Il sistema raccoglie dati di analisi sulla folla, volti a stabilire quante persone sono presenti in un dato istante nelle aree di interesse (si possono contare fino a 1024 persone, suddividendo lo spazio in 8 zone), e monitora fino a 30 m di raggio, con un’accuratezza che non scende mai al di sotto del 92%.
Analogamente è possibile analizzare il traffico, partendo dal conteggio dei veicoli nelle aree delimitate per arrivare a funzioni più specifiche quali la rilevazione di congestioni, rallentamenti del traffico o infrazioni (parcheggio illegale, superamento del limite di velocità ecc.). Per individuare un veicolo all’interno dell’inquadratura, suddivisibile fino a un massimo di 8 zone, è sufficiente un oggetto di soli 80 px; il raggio di monitoraggio si estende fino a 125 m, mentre l’accuratezza non scende mai al di sotto del 95%».
Come siete riusciti a ottenere simili performance?
«I dispositivi Wide Area Security 2.0 integrano al proprio interno sistemi di IA (Intelligenza Artificiale), basati su algoritmi di deep learning, grazie a cui è possibile discriminare gli esseri umani dai veicoli, ridurre la percentuale di falsi allarmi causati da animali, bagliori improvvisi, fogliame, vento e così via.
I metadati acquisiti dai dispositivi possono essere utilizzati per effettuare un’analisi comportamentale degli individui, al fine di impostare alert per intervenire con prontezza in presenza di episodi di violenza o altri eventi significativi. Sono inoltre disponibili funzioni IVS (Intelligent Video System) quali intrusione (che rileva l’ingresso di una persona all’interno di un’area protetta), tripwire, oggetto abbandonato-rimosso (funzione antiterrorismo), vagabondaggio, violenza.
Infine, il sistema supporta, tramite il ricorso alla realtà aumentata, la creazione di scenari interattivi e il posizionamento di smart tag, che permettono di localizzare i dispositivi su una mappa statica, utilizzando come background il video live ripreso dalla telecamera panoramica e aprendo ulteriori flussi video di dettaglio».
Come funziona l'elaborazione dei dati?
«Il sistema Wide Area Security 2.0 comprende anche dispositivi back end, che offrono la possibilità di memorizzare i video e gestire le informazioni ricevute applicando in fase di ricezione le regole IVS per l’analisi delle riprese. Tutti i dispositivi appartengono alla gamma Wizmind e sono quindi in grado di supportare il formato di compressione H265+, che permette di far transitare video e dati anche pesanti senza bisogno di ricorrere a infrastrutture specifiche; fanno capo generalmente al server DSS, a cui si appoggiano i vari client degli utilizzatori finali.
Ogni client può essere poi diversificato a seconda delle esigenze; per esempio, è possibile configurare il dispositivo in maniera tale da inviare gli allarmi al Comando di Polizia Locale piuttosto che i dati relativi al traffico all’ufficio preposto alla viabilità».