Emiltronica, fondata nel 2010 da Emanuele Barbolini, si è affermata negli anni come fornitore delle P.A. e delle forze dell’ordine per la realizzazione degli impianti di videosorveglianza.
Emiltronica nasce nel 2010 a Bologna come piccola società operante prevalentemente nel campo dell’impiantistica relativa a sistemi di trasmissione dati. Dal 2013 inizia la propria attività anche nel settore sicurezza (videosorveglianza IP), diventando in breve tempo fornitore di pubbliche amministrazioni su tutto il territorio italiano e servendo polizia di stato, carabinieri, esercito italiano, DiA, polizie locali, università, USL e molti altri enti.
Abbiamo intervistato il fondatore e amministratore della società, Emanuele Barbolini, per conoscere più nel dettaglio questa realtà.
Qual è stato il percorso che ha portato alla nascita dell’azienda?
«Fin da giovane ho dato mostra di capacità abbastanza disparate: a 12 anni ho costruito la mia prima radio ricevente a valvole (sono radioamatore dal 1998), nel 1999 ho convertito il sistema di alimentazione del mio motorino in un sistema a gas, nel 2003 ho realizzato un tunnel di rete Ipv6, per ovviare ai limiti della capacità di Internet… insomma, non mi fermavo mai!
Dopo essermi diplomato perito capotecnico elettronico, per scelta personale non ho conseguito la laurea in elettronica nonostante un ottimo punteggio di ingresso alla facoltà di ingegneria di Bologna. Mi sono buttato nel mondo del lavoro perché avevo voglia di fare e ho, in effetti, avuto molte esperienze lavorative prima di aprire la mia azienda».
Quando nasce l’azienda e come cambia nel tempo?
«Emiltronica, di cui io e Matteo Bonfiglioli siamo amministratori, nasce nel 2010 per assecondare la mia capacità di trasformare la tecnologia in qualcosa di utile per l’uomo. Nata inizialmente come azienda ICT, nel 2012 inizia a realizzare i primi impianti di videosorveglianza IP per privati e aziende. Nel 2013, siamo diventati fornitori MEPA e abbiamo iniziato anche a collaborare con le PA (Pubbliche Amministrazioni). Dal 2019 siamo anche Hikvision Partner».
Come avete coltivato la relazione con le PA?
«Entrare nel mondo dei fornitori delle PA e affermarsi al suo interno (pur rimanendo come società una piccola realtà) non è stato un processo unico, né semplice, né immediato. Penso che l’azienda debba molto al passaparola di un conoscente (un ex-carabiniere in pensione), che probabilmente ha portato all’attenzione di alcuni comparti di carabinieri in zona la mia capacità nel realizzare determinate tipologie di impianti di sicurezza (all’epoca si trattava dei primi sistemi TVCC con risoluzione Full-HD o superiore).
Sono stati poi gli stessi comparti a contattarmi, indicandomi di iscrivermi sui vari portali dove le loro strutture potevano filtrare i fornitori e acquistare lavori o soluzioni. Così, lentamente, lavorando molto bene e in economia, il nome di Emiltronica si è creato e affermato, tanto da essere oggi conosciuto in tutta Italia».
Quali sono i principali servizi che offrite?
«La nostra missione è quella di realizzare impianti di videosorveglianza aggiornati all’attuale stato dell’arte. Quando parliamo di videosorveglianza, intendiamo ovviamente anche tutte le sue declinazioni: rilevamento termico, lettura targhe, analisi video, supporto indagini, supporto normativo per autorizzazioni e supporto incentivi. Oltre a questo, realizziamo sistemi di sicurezza e controllo accessi, ponti radio per uso TVCC, intercom, automazioni e allarmi domotici.
Il nostro punto forte, ormai dal 2013, è la realizzazione di impianti di videosorveglianza in contesti complessi. Garantiamo lavori di alto livello grazie alla nostra conoscenza di tutte le tecnologie d’avanguardia esistenti nel settore e abbiamo un’elevata competenza burocratica anche per quanto riguarda la parte privacy - che con l’avvento del GDPR è diventata molto complessa, forse più della tecnologia stessa».
Quali realizzazioni rimangono per voi le più significative?
«Molti lavori interessanti di Emiltronica sono progetti di aziende private che, per garantire la sicurezza del cliente, non possono essere troppo pubblicizzati, mentre i lavori svolti con le PA restano in ogni caso abbastanza nascosti al grande pubblico. Per i carabinieri e la polizia, abbiamo realizzato impianti con microcamere per rafforzare le capacità di indagine nel contrasto alle criminalità organizzate; poi ci sono i sistemi realizzati per i nuclei forestali e i Comuni contro l’abbandono dei rifiuti e per la tutela dell’ambiente; abbiamo anche fornito impianti di videosorveglianza per comparti di polizia e realizzato o riammodernato sistemi TVCC presso alcune caserme di carabinieri.
Durante il periodo di pandemia, abbiamo fornito termoscanner automatici a diversi ospedali del Nord Italia e termoscanner manuali a tutte le sedi INPS della regione Emilia-Romagna.
Proprio di recente, infine, abbiamo terminato un lavoro interessante per un’azienda emergente nel settore della gestione parcheggi dell’aeroporto di Bologna: ci hanno richiesto un impianto in grado di controllare “al centimetro” 1.500 veicoli parcheggiati in un’area di 12.000 m2, per cui abbiamo fatto ricorso a una particolare telecamera mobile con riprese dall’alto, in grado di discriminare un oggetto di un metro da una distanza di 7,5 km».
Formazione e conoscenza della normativa sono requisiti essenziali nel vostro lavoro…
«La formazione per noi è tutto! Per gli aspetti tecnici abbiamo il supporto di Hikvision; per gli assolvimenti GDPR abbiamo il supporto di Federprivacy e la consulenza diretta dell’avvocato Roberta Rapicavoli».
Quali consigli daresti a un giovane intenzionato a seguire le tue orme?
«Il primo consiglio è quello di non considerarsi mai “elettricisti” e di non concentrarsi troppo sulla parte fisica dei sistemi, perché l’impiantista di sicurezza, soprattutto se lavora nella videosorveglianza, oggi deve avere prima di tutto competenze sulla normativa - e in secondo luogo conoscenze informatiche.
Un altro consiglio è quello di non fermarsi mai al primo brand o al primo distributore: occorre sempre conoscere il proprio settore in tutti gli aspetti, anche e soprattutto quelli tangenziali al proprio campo di riferimento».