La soluzione smart per la caccia all’intruso

videoanalisi

Una telecamera oggi offre molto più della semplice visione o registrazione delle immagini h24. Grazie all’analisi video è possibile realizzare protezioni perimetrali affidabili e immuni dai principali problemi che affliggono la tradizionale sensoristica da esterno.

Al giorno d’oggi, le aspettative del cliente finale rispetto ai sistemi di videosorveglianza sono sempre maggiori: la possibilità di vedere le immagini riprese in diretta su uno schermo piuttosto che su uno smartphone viene ormai data per assodata, così come la risposta alla domanda “Se la telecamera vede qualcosa, mi avvisa?”, che quasi sicuramente ogni installatore si è sentito rivolgere almeno una volta nel corso della sua carriera.

Se qualcuno, tratto in inganno dalle promesse delle schede tecniche, potrebbe dare una risposta affermativa, il professionista più navigato normalmente risponde di no, spiegando che una rilevazione di movimento affidabile può essere affidata solo a un sistema di allarme. Nell’ottica di acquisire competenze e proporre al cliente prodotti in grado di distinguersi dalla massa, un installatore dovrebbe perciò sicuramente prestare attenzione ai sistemi di videoanalisi, che rappresentano un’alternativa intelligente e sicura rispetto ai comuni sistemi di videosorveglianza.

La differenza fra analisi video e motion detection

Praticamente tutti i sistemi di videosorveglianza odierni, compresi quelli più economici, offrono il sistema di rilevazione dei movimenti definito motion detection. Si tratta di una funzione disponibile già da oltre dieci anni, presente persino nei registratori analogici, che però non equivale all’analisi video e spesso porta con sé problemi e disservizi che possono compromettere il rapporto dell’installatore con il cliente.

Un sistema di motion detection, infatti, analizza l’immagine ripresa dalla telecamera (o una sua porzione definita) e ne calcola la variazione di pixel nell’unità di tempo, senza considerare che un simile cambiamento può essere determinato tanto dall’effettiva presenza di un intruso quanto da fattori quali pioggia, vento, foglie, insetti ecc. Seppure esistano delle impostazioni di configurazione, si tratta di parametri che agiscono solo sulla percentuale di pixel definita come soglia al di là della quale si scatena l’evento; risulta praticamente impossibile, quindi, configurare in maniera affidabile questo tipo di rilevazione. Se poi alla funzione di motion detection viene associato l’invio di un’e-mail, si rischia l’invio di centinaia di messaggi nell’arco di poche ore, con il risultato di vedere l’indirizzo identificato e bloccato come spammer nell’arco di qualche giorno.

Un sistema affidabile

In aiuto dell’installatore accorre la videoanalisi, che negli ultimi anni ha fatto passi in avanti notevoli, arrivando a ottimi livelli di affidabilità anche per quanto riguarda le telecamere con prezzi accessibili.

Un sistema di videoanalisi ragiona in maniera totalmente diversa dalla videosorveglianza: tramite complessi algoritmi di calcolo, queste tecnologie interpretano le riprese ragionando in termini di prospettiva, di sagome dei soggetti inquadrati e di altri fattori di confronto, fino a poter distinguere una persona da un animale o una perturbazione atmosferica da una presenza umana.

I sistemi di videoanalisi, inoltre, sono in grado di lavorare solo su determinate aree della ripresa (riuscendo così a discriminare, per esempio, tra le zone ricche di vegetazione e il vialetto passante al loro interno) e di creare percorsi fra aree, differenziando tra il movimento di un soggetto da un punto A a un punto B (che può determinare una condizione di allarme) e il percorso inverso (che può essere considerato “normale”). Normalmente per configurare un’analisi di questo tipo è necessario fornire all’algoritmo tre parametri fondamentali (l’area di rilevazione e l’altezza minima e massima del bersaglio), così da insegnare al sistema quali sono le dimensioni del soggetto da considerare come intruso.

Accorgimenti per una videoanalisi efficiente

I principali produttori di sistemi di videosorveglianza oggi sono soliti distribuire il carico di lavoro dell’algoritmo fra telecamera e registratore. La parte intelligente risiede nella telecamera ma il registratore elabora e si occupa di inviare gli allarmi attraverso e-mail, notifiche o uscite fisiche. Esistono però anche elaboratori di analisi video capaci di acquisire telecamere già esistenti e svolgere in autonomia tutto il lavoro di calcolo, così da integrare la videoanalisi anche in sistemi di videocontrollo già esistenti. In questo caso, però, diventa necessario prestare molta attenzione sia al corretto dimensionamento dell’elaboratore, sia alle telecamere presenti in campo.

Il dimensionamento è importante perché l’analisi video assorbe una gran quantità di risorse hardware e quindi è opportuno avere un calcolatore di adeguata potenza. Lo studio delle telecamere presenti in campo, invece, è necessario per garantire un’analisi video di buona qualità: l’esperienza mostra che la modalità notturna a infrarossi, insieme alle ragnatele e agli insetti, può scatenare molti falsi allarmi, per cui si consiglia di evitare l’utilizzo delle telecamere in modalità notturna (in bianco e nero).

Se si vuole implementare l’analisi video su un sistema esistente e le telecamere non sono di tipo Starlight, è più indicato mantenere l’impostazione a colori per i dispositivi anche di notte, predisponendo un’adeguata illuminazione; altrimenti potrebbe essere consigliabile rinunciare all’installazione.

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