La sorveglianza e l’analisi video di grandi spazi commerciali e industriali, piazze e parcheggi richiedono telecamere panoramiche con obiettivo singolo fisheye o ptz, multi-sensore o multidirezionale fisso/ varifocale. Analizzando le diverse tipologie, è possibile comprendere come lavorano questi dispositivi e quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei modelli attualmente in commercio.
Le telecamere panoramiche rappresentano l’unica soluzione per monitorare grandi aree in modo efficace ed efficiente dal punto di vista del rapporto costi/benefici. Per “panoramica” non si intende un determinato tipo di telecamera con caratteristiche specifiche, ma un gruppo allargato di dispositivi che comprende centinaia di marche, modelli e tipologie differenti, con tecnologie e dotazioni idonee a catturare ed elaborare immagini a 180, 270 o 360 gradi.
A seconda della tipologia di telecamera panoramica e delle sue caratteristiche tecniche, si possono ottenere risultati diversi in rapporto alle sfide cui l’impianto di videosorveglianza è chiamato a rispondere. Il progettista deve infatti chiedersi (o meglio, chiedere al cliente) se sia sufficiente una ripresa panoramica del luogo o sia necessario anche identificare volti e targhe, qual è il budget disponibile e quale il livello di affidabilità, precisione e flessibilità che si vuole ottenere.
Telecamere PTZ: low cost con tanti vantaggi e qualche vincolo
Le telecamere PTZ (Pan-Tilt-Zoom, dispositivi in grado di ruotare su sé stessi utilizzando il movimento in orizzontale e in verticale, e di ingrandire la scena) rappresentano il punto di partenza per la sorveglianza delle grandi aree: lo zoom ottico e l’elevata risoluzione dei sensori permettono di cogliere i più piccoli dettagli (anche quelli utili a fini forensi) in aree ad alta sicurezza come aeroporti ed edifici governativi.
Per produrre un risultato ottimale, i dispositivi richiedono tuttavia la presenza costante dell’operatore per le operazioni di pan, tilt e zoom (anche se i modelli più moderni e avanzati sono in grado di cercare e trovare elementi chiave in modo autonomo e automatico grazie all’intelligenza artificiale).
Un altro punto a sfavore è l’impossibilità di garantire una visione panoramica complessiva durante i singoli zoom e spostamenti della telecamera, a meno di impiegare due o più dispositivi con la stessa area di copertura.
Telecamere multidirezionali fisse o PTZ: all-in-one fino a 360 gradi
Le telecamere multidirezionali fisse offrono prestazioni simili alle PTZ, ma con un hardware totalmente differente: grazie alla presenza di quattro corpi separati nello stesso alloggiamento possono monitorare quattro direzioni simultaneamente senza bisogno di alcun intervento umano e con maggiore flessibilità e versatilità.
Ogni obiettivo varifocale consente di ottimizzare il campo visivo per un requisito di sorveglianza specifico, con un campo ampio per la sorveglianza panoramica e uno con teleobiettivo quando serve un maggiore dettaglio. Per un posizionamento ottimale, ogni corpo della telecamera può essere inclinato e scorrere di +/-90 gradi su un binario circolare.
Il posizionamento equidistante dei sensori offre una visualizzazione “quad” a 360 gradi per corridoi e incroci, mentre con un diverso posizionamento è possibile soddisfare qualsiasi altra esigenza. Se la telecamera è posizionata nell’angolo esterno di un edificio, tre sensori possono fornire una copertura di 270 gradi, mentre il quarto può essere orientato verso il basso o su un’altra area che richiede una maggiore attenzione (porte, varchi ecc.).
In alcune telecamere multidirezionali, ogni corpo della telecamera può essere ruotato di 90 gradi per supportare il formato “portrait” e ottimizzare le riprese di corridoi lunghi, strade o altre scene a orientamento verticale.
Sul mercato è possibile trovare anche telecamere multidirezionali con PTZ, ottenute grazie alla combinazione tra una telecamera a 360 gradi multidirezionale e una telecamera PTZ motorizzata. La prima offre una panoramica completa, mentre la seconda produce video ravvicinati con un elevato livello di dettaglio e grande valore forense, utilizzando un unico cavo di rete per il controllo e l’alimentazione.
Gli obiettivi della telecamera multidirezionale monitorano continuamente ogni direzione e, quando rilevano un evento, la telecamera PTZ trova automaticamente le persone o gli oggetti chiave e li ingrandisce con lo zoom.
Telecamere ultra grandangolari: immagini circolari o rettangolari a 360 gradi
Le telecamere fish-eye con obiettivo ultra grandangolare assicurano un’ampia copertura con una singola inquadratura, un solo collegamento di rete e una sola licenza d’uso. Permettono di riprendere tutto ciò che succede all’interno di una stanza, lungo un corridoio o su aree più ampie fino ad azzerare gli angoli ciechi. Di norma vengono utilizzate in supermercati e negozi, con installazioni a soffitto per la zona vendita e le aree di stoccaggio, a parete per il fronte casse e il controllo dei corridoi, così da garantire una copertura ampia e dettagliata.
Sono ideali anche per i centri commerciali e gli hotel che, sia per la sicurezza sia per il monitoraggio dell’affluenza di pubblico, necessitano di un controllo continuo e di una visuale panoramica d’insieme dall’alto. La vista globale panoramica è solitamente a 360 gradi se la telecamera viene installata a soffitto oppure a 180 gradi se posizionata a parete.
I modelli che generano stream multipli (per esempio, doppio fish-eye e triplice PTZ virtuale - ePTZ, panorama e quadruplo PTZ virtuale ecc.) permettono all’operatore di spostarsi all’interno dei singoli ritagli e PTZ e ingrandirli come se fossero generati da una telecamera speed-dome.
Le fish-eye più sofisticate permettono quindi di ottenere una visione panoramica di insieme e multipla, con un livello di dettaglio paragonabile a quello delle singole telecamere ma con costi di installazione, gestione e manutenzione inferiori. Le telecamere fish-eye sono però soggette anche a qualche limite e svantaggio, soprattutto in termini di qualità e geometria delle immagini.
Il flusso video grandangolare di forma circolare (effetto barile) può risultare comodo per seguire i movimenti di veicoli o persone all’interno dell’area di copertura (per esempio, un negozio o un parcheggio) ma, quando viene “linearizzato” per altri utilizzi (come l’analisi video) richiede un’operazione di editing, detta dewarping, che solitamente comporta una perdita di risoluzione e dettaglio, sia nel caso in cui venga effettuata a bordo della telecamera sia che venga eseguita da sistemi di registrazione e analisi esterni.
A questo si aggiunge l’inevitabile aberrazione ottica introdotta dalla lente ultra grandangolare, in particolare ai bordi, che vanifica in parte i benefici dell’utilizzo dei sensori Full HD, 2K o 4K.
Per mitigare questo problema, alcune telecamere panoramiche con sensore singolo impiegano obiettivi “stereografici”, che proiettano i bordi verso un’area più ampia del sensore rispetto agli obiettivi a grandangolo. In pratica, offrono una risoluzione maggiore vicino ai bordi della visualizzazione circolare rispetto al centro, consentendo agli oggetti periferici di mantenere la propria forma e migliorando le prestazioni soprattutto quando la telecamera è montata a soffitto.
Telecamere multi-sensore: copertura dettagliata con poche criticità
Le telecamere multi-sensore adottano due o più obiettivi, disposti in modo tale da offrire riprese panoramiche senza l’utilizzo di lenti ultra grandangolari. I vantaggi sono gli stessi delle telecamere fish-eye ultra grandangolari, ovvero la semplificazione, la progettazione, la messa in opera dell’impianto di videosorveglianza e la gestione delle riprese. In più assicurano prestazioni video superiori, molto simili a quelle delle telecamere mono-sensore con obiettivo grandangolare (non ultra) o varifocale.
I sensori vengono montati su un supporto orientabile e abbinati a lenti fisse per generare immagini continue e contigue grazie al dewarping integrato, decisamente meno invasivo rispetto al fish-eye per quanto riguarda una migliore linearità delle immagini e un maggior livello di dettaglio.
L’unico neo delle telecamere multi-sensore è la reazione dei singoli CMOS/CCD a differenti livelli di luce, con occorrenza piuttosto rara ma comunque possibile in determinate condizioni ambientali, sia all’esterno sia all’interno. Quando i singoli sensori si adattano in modo diverso alle condizioni di luce, l’immagine generata risulta poco omogenea, quasi un collage di singole riprese. Si tratta di un difetto puramente estetico, che non pregiudica l’impiego delle immagini per indagini forensi, perché il dettaglio delle scene rimane comunque elevato, anche fino all’identificazione di volti e targhe grazie ai sistemi di regolazione automatica (backlight compensation, HDR ecc.).
In alcune telecamere multi-sensore, le immagini separate vengono trasformate in una singola immagine coesiva tramite un processo chiamato “stitching” che comprende un bilanciamento del bianco “universale” e un’esposizione sincronizzata per tutti i sensori. Le immagini individuali vengono pertanto allineate per formare un’immagine consistente, proiettandole su una superficie comune sferica, cilindrica o con altro tipo di curvatura. Questa proiezione corregge inoltre altre distorsioni che possono essere presenti nelle immagini originali, per esempio l’effetto barile.
Le telecamere multi-sensore assicurano una copertura di 180, 270 o 360 gradi già a partire da soli due obiettivi, gestiti da sofisticate tecniche di overlapping (sovrapposizione) che minimizzano le aberrazioni ottiche grazie alla ridondanza di informazioni assente nelle telecamere fish-eye mono-sensore.
Livello di dettaglio, densità dei pixel e guida alla scelta
Per consigliare al cliente la telecamera panoramica più adatta alle sue esigenze, l’installatore deve innanzitutto conoscere il livello di dettaglio più appropriato per la scena e lo scopo. Un conto è rilevare la semplice presenza di oggetti e soggetti, un altro identificarli. Partendo da questi dati, bisogna calcolare la distanza tra la telecamera e gli oggetti chiave da sorvegliare e valutare quali telecamere (tipologie e modelli) sono in grado di assicurare una corretta densità dei pixel (cioè il livello di dettaglio).
La densità dei pixel viene influenzata dalla risoluzione del sensore, dall’obiettivo e dalla distanza: i principali produttori di telecamere professionali consigliano un minimo di 25 pixel per metro (px/m) per il semplice rilevamento di presenza, almeno 125 px/m per riconoscere una persona già conosciuta e 250 px/m per la completa identificazione.
Una telecamera panoramica a sensore singolo con un campo visivo completo a 360 gradi rappresenta la soluzione ideale per una sorveglianza totale a scopo di rilevamento o riconoscimento. Poiché la telecamera copre un angolo ampio, la densità di pixel necessaria per il riconoscimento o l’identificazione può essere ottenuta principalmente vicino alla telecamera.
Le telecamere multi-sensore offrono generalmente densità di pixel elevate in un campo visivo a 180 gradi con tutti gli obiettivi combinati. Oltre a un’eccellente visione panoramica, consentono il riconoscimento e l’identificazione anche a distanze maggiori dalla telecamera.
Le telecamere multi-direzionali offrono molte scelte: con obiettivi standard o varifocali in modalità vista ampia, permettono di raggiungere densità sufficienti per un rilevamento a vista ma, in caso di obiettivi speciali o teleobiettivi, ogni sensore può raggiungere densità di pixel elevate e consentire l’identificazione in un campo visivo limitato. Le due modalità di vista possono essere combinate in modo da mantenere una panoramica a 360 gradi a livello di rilevamento, oltre a raggiungere la densità di pixel necessaria a livello di identificazione in un’area limitata. Una telecamera multidirezionale PTZ assicura ottime possibilità di identificazione anche a diverse centinaia di metri di distanza, ma con il vincolo del constante intervento umano.