Quando la tecnologia batte il fuoco

Grazie all’installazione di telecamere e gateway sulle torri dell’azienda presenti nelle oasi di Macchiagrande, Bosco di Vanzago e Calanchi d’Atri, Inwit e Wwf Italia hanno condotto un’attività di rilevamento dei roghi boschivi in chiave preventiva.

Il fenomeno degli incendi bo­schivi oggi non è più limitato solo alla stagione calda dell’an­no, ma incide sull’ecosistema del pianeta all year long, con importanti conseguenze dal punto di vista ambientale sulla resistenza e sulla resilienza del territorio.

L’utilizzo della tecnologia è un valido alleato nel­la prevenzione dei disastri ambientali in contesti particolarmente a rischio: a questo proposito, Wwf Italia e Inwit hanno recentemente portato a termine un progetto di sorveglianza digitale degli incendi nelle Oasi Wwf di Macchiagrande (RM), Bosco di Vanzago (MI) e Calanchi d’Atri (TE), installando sulle torri di Inwit telecamere smart e gateway per il rilevamento tempestivo delle fiamme.

Con Graziano Bini, Head of Innovation & Solu­tions Engineering di Inwit, e Luca Capozucca, Innovation, Solutions & Infrastructure Engi­neering Senior Manager dell’azienda, abbiamo approfondito il tema dell’impiego delle infra­strutture digitali in questo contesto.

Quali sono state le fasi in cui si è articolato il progetto?  

Graziano Bini, Head of Innovation & Solutions Engineering di Inwit

Graziano Bini (G.B.): «In considerazione delle differenti caratteristiche orografiche di ciascuna oasi e del posizionamento delle torri di Inwit, è stato necessario innanzitutto eseguire un’a­ un’a­nalisi per ciascun territorio, al fine di stabilire il numero di telecamere, il loro orientamento e l’altezza di installazione necessaria per poter ot­timizzare l’utilizzo dei dispositivi. Sulla base dei risultati di questo studio sono state installate tre telecamere per il monitoraggio dell’Oasi di Macchiagrande, cinque per quella di Calanchi d’Atri e tre per quella del Bosco di Vanzago.

Gli apparecchi sono stati installati nei punti più alti delle torri di Inwit, così da garantire una posizione privilegiata per il monitoraggio. Per tutte le installazioni è stata utilizzata la stes­sa tipologia di telecamera, caratterizzata da una risoluzione dell’immagine HD a 1080 px, doppia lente da 9 mm e 29 mm e cono visivo fino a 270 gradi, in grado di funzionare anche in condizioni ambientali difficili e di rilevare nitidamente fino a 15 km di distanza dal punto d’installazione».

Qual è il meccanismo di funzionamento degli apparati?  

Le telecamere sono state installate nel punto più alto delle torri di Inwit, così da garantire una posizione privilegiata per il monitoraggio e una visuale priva di ostacoli

«Per il monitoraggio, è stata utilizzata una tec­nologia innovativa, grazie a cui siamo riusciti a rilevare automaticamente i principi d’incendio e inviare tempestivamente un segnale d’allarme. Nello specifico, all’interno di ogni torre Inwit è presente un gateway, utilizzato per il moni­toraggio stesso della torre (come, per esempio, il rilevamento dei consumi energetici).

La ca­pacità di connettività e di elaborazione locale (edge computing) delle torri può essere però uti­lizzata anche al servizio di altre applicazioni. Il collegamento tra le telecamere e i gateway presenti nelle torri permette, tramite l’algoritmo di intelligenza artificiale di cui è dotato ciascun gateway, di elaborare, in tempo reale e all’in­terno della torre Inwit, le immagini rilevate dalle telecamere, riuscendo così a individuare principi di incendio e a segnalare immediata­mente eventuali situazioni di criticità al centro di controllo del Wwf».

E per quanto riguarda la connettività?

Luca Capozucca, Innovation, Solutions & Infrastructure Engineering Senior Manager di Inwit

Luca Capozucca (L.C.): «Le torri di Inwit, in qualità di neutral host, offrono ospitalità a tutti gli operatori di telecomunicazione mobile na­zionali per i loro sistemi di trasmissione radio, e sono quindi provviste di servizio a larga banda 4G/5G, essenziale per una connessione stabile ed efficiente e per poter garantire la trasmissio­ne delle immagini e delle informazioni.

Tramite i gateway presenti al loro interno, inoltre, le torri dialogano con le telecamere, offrendo loro l’alimentazione, la capacità per l’elaborazione delle immagini e la connettività per inviare le informazioni processate al centro di controllo».

Qual è l’approccio per quanto riguarda il controllo e la manutenzione dei dispositivi?

«Il controllo dello stato delle telecamere avviene da remoto tramite un’apposita piattaforma di gestione e monitoraggio del gateway e dei dispo­sitivi e applicazioni a esso collegati. In questo modo, il dipartimento di Inwit dedicato alla manutenzione 24/7 può intervenire sul campo in modo mirato, solamente quando vengono rilevati allarmi e malfunzionamenti dei dispo­sitivi. In particolare, nel caso del monitoraggio delle Oasi Wwf, si è reso necessario finora solo un intervento per verificare la corretta alimen­tazione del gateway.

Per quanto concerne il posizionamento dei di­spositivi, l’unica precauzione necessaria è stata quella di verificare, durante la fase d’installa­zione, che il cono visivo delle telecamere fosse completamente libero da ostacoli, sfruttando la disposizione strategica delle torri di Inwit che per loro natura svettano al di sopra degli ostacoli circostanti».

Quali sono stati finora i risultati del progetto? Quali sono gli sviluppi previsti per il futuro?

«Nel corso dell’ultimo anno, sono stati rilevati tre eventi nell’Oasi di Macchiagrande, quattro eventi nell’Oasi di Calanchi D’Atri e due eventi nell’Oasi di Vanzago. Per il futuro contiamo di proseguire la collabo­razione ed eventualmente estendere il moni­toraggio degli incendi ad altre aree o porzioni fragili e importanti del nostro territorio, sfrut­tando la capillarità delle torri di Inwit e i servizi digitali che sono in grado di offrire.

Oltre a que­sto, contiamo di mettere in campo ed estende­re altri servizi digitali a servizio dell’ambiente, come il monitoraggio della qualità dell’aria e il rilevamento di sostanze inquinanti. È un’attivi­tà che stiamo già sperimentando con successo insieme a Legambiente in alcuni parchi e riser­ve, tra cui il Parco Nazionale del Lazio, Abruzzo e Molise e il Parco Nazionale della Maiella».

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