Professionisti della security, un progetto di norma in inchiesta pubblica

Foto di Jerzy Górecki da Pixabay

La commissione UNI/CT 043 – Sicurezza della società e del cittadino propone in inchiesta pubblica, fino al prossimo 1° agosto, il progetto UNI1612514, che va a definire i requisiti relativi all’attività professionale del Professionista della Security, ossia la persona le cui conoscenze, abilità e competenze sono tali da garantire la gestione complessiva del processo di security o di rilevanti sotto-processi.

In inchiesta pubblica sul sito dell'UNI il progetto di norma UNI1612514 dal titolo: "Attività professionali non regolamentate - Professionista della security - Requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità".

Il progetto in inchiesta pubblica delinea tre livelli del profilo professionale in funzione di contesti organizzativi di diversa complessità, costituendo un utile supporto alle organizzazioni e alle altre parti interessate per individuare il professionista con il livello più adatto alle proprie esigenze. I tre livelli professionali sono:

  • Security Expert: Professionista della Security di primo livello (operativo): orientato a una “media” complessità di security, considerate l'Organizzazione e le attività svolte.
  • Security Manager: Professionista della Security di secondo livello (manageriale): orientato a una “medio - alta” complessità di security, considerate l'Organizzazione e le attività svolte.
  • Senior Security Manager: Professionista della Security di terzo livello (alto manageriale): orientato alla “massima” complessità di security, considerate l'Organizzazione e le attività svolte.

Tali requisiti sono specificati, a partire dai compiti e attività specifiche e dall'identificazione dei relativi contenuti, in termini di conoscenze e abilità, anche al fine di identificarne chiaramente il livello di autonomia e responsabilità in coerenza con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ).

Tali requisiti sono inoltre espressi in maniera tale da agevolare e contribuire a rendere omogenei e trasparenti, per quanto possibile, i relativi processi di valutazione della conformità.

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