Riparte la cultura: le nuove regole per ammirare in sicurezza i tesori del Museo Teatrale alla Scala

Scala
Museo Teatrale alla Scala di Milano, Sala dell'Esedra

In anteprima per Sicurezza l’intervista con Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby che ha sostenuto la realizzazione dei sistemi di conteggio persone e per il rilevamento della temperatura corporea del Museo Teatrale alla Scala di Milano per la riapertura al pubblico post lockdown

L’emergenza sanitaria ha tracciato un vero e proprio spartiacque anche nel mondo della sicurezza. In questo contesto il rispetto delle norme di distanziamento, l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e le tecnologie per il controllo accessi e per il rilevamento della temperatura sono stati subito identificati come le chiavi di volta per la ripartenza. Naturalmente, anche tutto il mondo della cultura è stato chiamato ad adeguarsi alla “nuova normalità”.

Riaperture che per gran parte dei musei milanesi erano state fissate il 26 maggio scorso, regolate da nuove procedure per la gestione degli ingressi e dei flussi e nuovi orari. La riapertura del Museo Teatrale alla Scala di Milano è avvenuta ufficialmente il 20 giugno scorso. Il Museo è stato oggetto di un importante progetto di sicurezza che «potrà svolgere un ruolo essenziale anche in futuro», come spiega nell’intervista a seguire Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione Enzo Hruby che ha sostenuto l’intervento.

Carlo Hruby

Quando è stata avviata questa iniziativa e quali sono ad oggi i risultati conseguiti?

«Il progetto di conteggio persone e per il rilevamento della temperatura corporea che abbiamo sostenuto in questi mesi al Museo Teatrale alla Scala di Milano è stato realizzato per rispondere in maniera specifica alle nuove esigenze di sicurezza scaturite dall’emergenza sanitaria. Tuttavia, pur essendo nato con il preciso scopo di tutelare la salute delle persone evitando gli assembramenti all’interno del Museo, il progetto che abbiamo sostenuto non è pensato solo per il momento attuale ma potrà svolgere un ruolo essenziale anche in futuro, consentendo di analizzare e gestire il flusso dei visitatori sia in un’ottica di protezione delle collezioni museali e delle persone all’interno dei locali sia per ottimizzare l’offerta al pubblico dei numerosi tesori che rappresentano la storia del teatro più celebre del mondo. Il primo risultato di questo progetto è senza dubbio quello di aver consentito la riapertura del Museo Teatrale alla Scala in tempi davvero rapidi, offrendo ai visitatori la possibilità di tornare ad ammirare questo luogo straordinario e le sue pregevoli collezioni in assoluta sicurezza».

Quali sono state le istanze espresse e in che modo ha risposto la Fondazione?

«Questo intervento si inserisce nel solco della proficua collaborazione che abbiamo attivato da tempo, attraverso un progetto pluriennale, con il Museo Teatrale alla Scala. Grazie all’attenzione alle moderne tecnologie da parte del Museo, che ha sempre dimostrato una profonda sensibilità verso il tema della sicurezza, e grazie alla collaborazione che esiste tra le nostre realtà, è stato naturale attivarsi immediatamente per adottare delle misure concrete e di alto livello per ripartire in sicurezza una volta conclusa la fase più critica dell’emergenza. Come Fondazione, abbiamo deciso di sostenere questo intervento non solo per il prestigio del Museo che rappresenta un vero e proprio “gioiello” per la città di Milano e per il valore della collaborazione con questa istituzione di eccellenza del nostro Paese, ma anche per proporre un modello di riferimento per le migliaia di realtà con esigenze analoghe disseminate nel nostro Paese, che in questo periodo si trovano ad affrontare le medesime problematiche».

Sono previsti aggiornamenti? Se sì, quali e con quali tempistiche?

«L’intervento di conteggio persone e per il rilevamento della temperatura è oggi completo e non necessita di ulteriori passaggi. Tuttavia, proprio grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie, si tratta di un sistema modulare e scalabile, che potrà quindi essere adattato in qualunque momento per rispondere a eventuali nuove esigenze della committenza, quali potrebbero essere l’ampliamento del percorso di visita o una particolare mostra temporanea. Un discorso a parte vale per il progetto pluriennale sostenuto dalla nostra Fondazione per implementare la protezione del Museo, di cui è già stato realizzato un primo importante step e che proseguirà con nuovi interventi destinati al completamento del sistema di videosorveglianza e all’adeguamento del sistema antintrusione».

Questa iniziativa funge da pilota nel settore: in quest’ottica, quali potranno essere gli sviluppi futuri?

«Il Museo Teatrale alla Scala è la prima realtà museale nel suo genere ad aver adottato questo tipo di tecnologie. Il nostro augurio è di vedere sempre più numerose realtà che proprio a partire da questo modello di riferimento possano adottare soluzioni analoghe per garantire la sicurezza dei beni custoditi, del proprio personale e dei visitatori. Secondo la nostra esperienza le migliori soluzioni sono come sempre quelle realizzate su misura di ciascun contesto specifico, progettate in base alle particolari esigenze espresse dalla committenza e realizzate integrando al meglio le varie tecnologie. Oggi le possibilità offerte dai sistemi antintrusione, di videosorveglianza, di controllo accessi, dall’analisi video e dalla termografia sono davvero straordinarie e consentono di ottenere più risultati contemporaneamente, con risorse contenute rispetto al passato e con un’affidabilità che oggi ha raggiunto livelli altissimi: è così possibile proteggere le persone e i beni in primo luogo, e svolgere al tempo stesso interessanti e importanti funzioni di business intelligence che consentono di valorizzare al meglio l’offerta culturale».

L'approfondimento e l'articolo completo sono all'interno della rivista.

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