Una storia di prevenzione e protezione

La tecnologia SPG (Smart Process Gating) di Leuze, basata sulla barriera fotoelettrica di sicurezza MLC, elimina la necessità di sensori di muting per regolare l’accesso dei blocchi di materiale sulle linee di trasporto

Per garantire l’incolumità di persone e impianti nell’industria, è necessario adottare misure per eliminare o ridurre i rischi. Antonio Belletti, amministratore delegato di Leuze Italia, spiega quali sono le tecnologie e le soluzioni oggi a disposizione di system integrator e professionisti.

Quando si parla di “sicurezza nell’industria”, si fa riferimento alla protezione da un’ampia gamma di rischi e pericoli che interessano gli impianti industriali e il settore produttivo in genere: intrusioni indesiderate all’interno della proprietà, furti di oggetti e/o dati, incendi, soprattutto infortuni - secondo i dati dell’Osservatorio di Bologna sui morti sul lavoro, sono state più di 1.400 le persone che in Italia hanno perso la vita per questo motivo nel 2023.

Antonio Belletti, amministratore delegato di Leuze Italia

Non vanno dimenticate neppure le esplosioni, che possono causare ingenti danni alle strutture e alle persone, o i disastri ambientali, direttamente derivati da incidenti o malfunzionamenti agli impianti, o ancora i rischi chimici e biologici, legati alla presenza di sostanze pericolose o agenti patogeni nei siti produttivi. «La sicurezza degli impianti è oggi una componente essenziale per assicurare alle imprese continuità produttiva e incolumità degli operatori, sia in termini di qualità delle merci sia in termini di workflow - dichiara Antonio Belletti, amministratore delegato di Leuze Italia - Siamo in continua evoluzione, proponendo soluzioni, prodotti, sistemi e tecnologie all’avanguardia che consentono sia un intervento tempestivo in caso di incidenti, sia la prevenzione di accadimenti traumatici».

Qual è la situazione attuale per quanto riguarda la sicurezza degli impianti industriali? Quali sono i punti su cui intervenire?

«In generale definirei la situazione, per quanto riguarda l’Italia, abbastanza buona, soprattutto grazie a una normativa sempre più stringente e a una crescente consapevolezza da parte delle aziende dei rischi connessi alle attività produttive. Esistono ancora dei punti deboli che possono - anzi devono - essere migliorati per garantire un livello di sicurezza ancora più elevato; in questo senso, è fondamentale che gli impianti siano progettati e costruiti secondo le norme vigenti, utilizzando materiali e componenti di qualità.

È altrettanto essenziale effettuare una regolare manutenzione per garantire il corretto funzionamento delle macchine e prevenire possibili guasti. Bisogna inoltre intensificare la corretta formazione del personale: addetti e operatori adeguatamente formati sui rischi connessi alle attività produttive e sulle misure di sicurezza da adottare sono importantissimi per mettere in sicurezza la produzione».

Quali sono le soluzioni tecnologiche più utilizzate nel settore?

«Possiamo iniziare citando i sistemi di sicurezza fisica, sviluppati per proteggere le persone, le strutture e le attrezzature da accessi non autorizzati, incendi ed esplosioni. Tra le tecnologie segnalo il controllo accessi, gli allarmi antincendio e i sistemi di rilevamento e spegnimento - oltre ai sistemi di diagnostica produttiva e ai controlli automatici, progettati per monitorare e controllare i processi industriali.

Non bisogna dimenticare neppure tutto quello che protegge dalle minacce informatiche, in particolare il digitale, l’intelligenza artificiale, il machine learning e le reti IIOT (Industrial Internet of Things): è l’insieme di queste tecnologie che oggi contribuisce a migliorare significativamente la sicurezza degli impianti industriali.

Raccogliere e analizzare grandi quantità di dati da diversi sensori e sistemi permette infatti di ottenere una visione più completa del contesto, identificando potenziali rischi, mentre l’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning aiuta nel rilevare e segnalare precocemente anomalie o situazioni di pericolo; grazie all’automazione, tutto questo rende più gestibile anche la messa in sicurezza degli impianti».

Qual è il ruolo della videosorveglianza, degli allarmi e della sensoristica in questo tipo di sicurezza?

«Definire il ruolo degli elementi che contribuiscono a elevare la sicurezza produttiva di un’impresa può essere un esercizio lungo e articolato. Dalla mia esperienza tecnologica con Leuze posso dire che sicuramente sorveglianza, allarmi e sensoristica sono tecnologie fondamentali: il monitoraggio in tempo reale delle attività che si svolgono all’interno e all’esterno degli edifici industriali è fondamentale per rilevare intrusioni, incendi, incidenti o qualunque altra situazione di pericolo, mentre i sensori possono essere utilizzati per rilevare la presenza di persone od oggetti, la temperatura, l’umidità, la presenza di sostanze pericolose e altri fattori che possono influenzare l’andamento produttivo; le informazioni rilevate da questi sistemi possono poi a loro volta essere utilizzate per attivare allarmi o altri sistemi di sicurezza.

Chiaramente, la combinazione di queste tecnologie può fornire un livello di sicurezza molto elevato e l’innovazione tecnologica contribuisce a rendere gli strumenti a nostra disposizione sempre più efficienti e affidabili».

Di che strumenti si tratta? Quali sono le loro caratteristiche?

«Come Leuze offriamo una gamma completa di dispositivi, sistemi e soluzioni, che includono: barriere di sicurezza fotoelettriche e a infrarossi; interruttori di sicurezza a chiave, a pulsante e a pedale; sensori di presenza e prossimità; sistemi di segnalazione e allarme e sistemi di controllo accessi. Le nostre soluzioni sono progettate per garantire la massima sicurezza degli operatori e dei macchinari, e sono conformi alle normative di sicurezza internazionali.

Le caratteristiche essenziali di questi prodotti sono l’affidabilità, l’efficienza, la scalabilità, l’adattabilità e l’integrabilità. I moderni impianti produttivi, infatti, devono essere flessibili; in questo senso l’utilizzo di componenti e tecnologie per la sicurezza scalabili permette di adattarsi alle specifiche presenti e future di ogni singolo impianto.

Per essere in grado di contribuire alla sicurezza produttiva, si richiede a soluzioni, prodotti e componenti anche la capacità di raccogliere e trasmettere dati, tramite cui è possibile effettuare le analisi necessarie per avere una visione più ampia e completa del contesto industriale, identificandone i rischi e ottimizzando nel complesso la produzione».

A sinistra, le cortine fotoelettriche ELC 100 permettono di proteggere i punti pericolosi di una macchina o un impianto, offrendo un rilevamento sicuro delle dita e delle mani grazie a risoluzioni da 17 a 30 mm. In questo modo è possibile realizzare distanze di sicurezza ridotte tra il sensore e il punto pericoloso. A destra, o scanner di sicurezza RSL400, con
portata di 8,5 m e intervallo angolare di 270 gradi, permette di monitorare aree pericolose e accessi anche di ampie dimensioni

Quali sono le competenze richieste a professionisti e system integrator che lavorano in quest’ambito?

«Le figure professionali che operano nel mondo della sicurezza non possono prescindere da competenze tecniche sulle tecnologie e sui sistemi più comuni in uso. Un professionista dovrebbe avere conoscenze in ingegneria elettrica, meccanica, elettronica, automazione e controllo e dev’essere in grado di applicare le normative di riferimento. Sarebbe opportuno avere poi anche le basi necessarie per l’analisi e la valutazione dei rischi; per questo come Leuze abbiamo strutturato la nostra offerta prevedendo la consulenza anche nella fase preliminare di valutazione del contesto produttivo.

Per affrontare la tematica con cognizione di causa, il professionista deve includere nel proprio bagaglio di conoscenze anche competenze di progettazione, installazione, manutenzione e gestione, ma sottolineerei che anche una serie di soft skills (problem solving, comunicazione interpersonale, capacità di lavoro in team) sono utili per aiutare nella gestione e nell’operatività quotidiane».

La normativa di riferimento per la sicurezza degli impianti industriali

La legge mette al primo posto la valutazione dei rischi, attraverso cui è possibile orientare le azioni e gli investimenti  da intraprendere Tra le disposizioni legislative, regolamentari e tecniche che hanno lo scopo di garantire l’incolumità delle persone, delle strutture e dell’ambiente, la normativa più importante è sicuramente il D.L. 81/2008, che stabilisce i principi generali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e prevede una serie di misure preventive da adottare a tutela della sicurezza:

«Citerei innanzitutto la valutazione dei rischi (in modo da poterli identificare e adottare le misure necessarie per prevenirli o ridurli) - riferisce Belletti - e, a seguire, la formazione del personale, un passaggio fondamentale per diffondere la cultura della sicurezza e per garantire che tutti siano consapevoli dei rischi e delle misure da adottare».

Esistono inoltre una serie di norme tecniche specifiche, che disciplinano la sicurezza di determinati tipi di impianti industriali: «Si può fare riferimento, per esempio, al D.M. 37/2008, che norma la progettazione, l'installazione, l'uso e la manutenzione degli impianti elettrici; al D.M. 10/08/2018, che riguarda la sicurezza degli impianti a pressione; al D.M. 14/01/2008, che disciplina la sicurezza degli impianti di sollevamento. Le aziende industriali sono tenute a rispettare la normativa di riferimento per la sicurezza degli impianti e, in caso di violazione, sono soggette a sanzioni amministrative e penali».

Altri strumenti cui le aziende possono attingere per migliorare la sicurezza dei propri impianti sono poi le tecnologie come intelligenza artificiale e machine learning. Ma Belletti consiglia anche la partecipazione a programmi di certificazione (per esempio, lo standard BS OHSAS 18001), che attestano la conformità dell'azienda ai requisiti di sicurezza.

In ultimo, Leuze mette a disposizione del professionista anche una Business Unit dedicata esclusivamente alle soluzioni di sicurezza: «Con questa nostra divisione operativa rispondiamo, e in molti casi anticipiamo, la domanda di un mercato che spesso già conosce la qualità delle nostre soluzioni. Adottando un approccio consulenziale e nel totale rispetto delle normative di sicurezza vigenti, proponiamo quindi soluzioni di sicurezza complete e personalizzabili fino al “chiavi in mano”.

Abbiamo voluto rafforzare l’aspetto consulenziale anche tramite una partnership con la società Necsi di Romano d’Ezzelino (VI): insieme a loro riusciamo a offrire un vero e proprio unicum sul mercato. La nostra consulenza nel mondo della sicurezza parte dalla valutazione del rischio e si estende poi alla formazione, consulenza applicativa e sviluppo e realizzazione della struttura di safety a tutto tondo, grazie ai prodotti, soluzioni e sistemi Leuze» conclude Belletti.

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