L’Osservatorio ConFedersicurezza 2023, sviluppato da Format Research, mette sotto la lente d'ingrandimento un settore e mira a rilevare, descrivere e analizzare il tessuto delle imprese della vigilanza privata e della sicurezza in Italia (con anno di riferimento il 2022).
In Italia, secondo l'ultimo Osservatorio ConFederSicurezza, operano 1.501 imprese della vigilanza privata delle quali 447 sono censite dal Ministero dell’Interno. Tra queste, 78 imprese operano nelle regioni del Nord Ovest rappresentando il 17,4% del totale Italia; nelle regioni del Nord Est insistono 51 imprese (11,4%); nelle regioni del Centro insistono 85 imprese (19%); nel Sud e nelle isole è concentrata più della metà delle imprese censite sul sito del Ministero dell’Interno, che rappresentano il 52,1% sul totale.
La Puglia è la regione d’Italia che raccoglie il maggior numero di imprese, il 15,2%, seguono Campania (13,2%) e Lazio (12,1%). Oltre l’86% delle imprese censite dal Ministero sono società di capitali, il 7,7% sono cooperative. Le piccole imprese (10-49 addetti) rappresentano il 42,8% delle imprese, le medie imprese (50-249 addetti) sono il 32,4% e le grandi imprese sono il 12,6% (57 imprese in totale). Il fatturato complessivo delle imprese censite è stimato in circa 3,6 miliardi di euro.
La ripartizione del fatturato del settore delle imprese è quasi interamente dominato dalle medie e grandi imprese: insieme producono oltre il 93% del volume di affari totale (le piccole imprese che rappresentano il 42,8% del totale delle imprese censite producono solo il 6,4% del volume di affari). Il 16,3% delle imprese censite lavorano in perdita, mentre le imprese più virtuose (MOL>20%) sono poco più del 7%.
Presso le 1501 imprese della vigilanza privata operano più 104 mila occupati.
Evidenze congiunturali recenti e prospettive di mercato
L'Osservatorio registra un sostanziale miglioramento nell’andamento del settore della vigilanza privata nei primi sei mesi del 2023 rispetto al secondo semestre del 2022. Il dato è positivo anche per quanto riguarda l’andamento economico della “propria impresa”. I valori migliori si registrano presso le imprese del Centro Italia e presso le medie e grandi imprese. In miglioramento l’andamento dei ricavi nei primi sei mesi del 2023 rispetto agli ultimi sei mesi del 2022. Più del 30% delle imprese della vigilanza privata hanno rilevato un aumento dei ricavi.
Nello stesso periodo migliora la situazione occupazionale rispetto a quella del 2022. Il miglioramento si registra ovunque in Italia, tranne che nelle regioni del Sud Italia che presentano un indicatore inferiore alla media. Tra i diversi indicatori considerati quello che risulta cresciuto meno nel 2023 rispetto al periodo precedente è quello della liquidità. Del resto oltre il 70% delle imprese della vigilanza privata ha registrato un significativo aumento dei prezzi dei fornitori nel corso del 2023 ed il 22,6% delle imprese hanno registrato un peggioramento (ovvero un aumento) dei tempi di pagamento da parte dei clienti.
Il 33,0% delle imprese della vigilanza nel corso dei primi sei mesi del 2023 ha chiesto un finanziamento. Quasi il 59% di queste ha visto accogliere interamente la propria domanda di credito. Il 31% delle imprese ha fatto richiesta di credito per effettuare investimenti , il 57,1% per esigenze di liquidità e cassa e il 11,9% per «ristrutturazione del debito».
Vigilanza Privata, personale e formazione
Negli ultimi due anni il 47,1% delle imprese della vigilanza ha effettuato azioni di ricerca di nuovo personale. Il 48% ha previsto di farlo ancora nel 2023. Tra le imprese della sicurezza che hanno ricercato nuovo personale negli ultimi due anni più del 70% ha riscontrato difficoltà nel reclutamento delle risorse umane.
Nell’ambito del 47,1% delle imprese che hanno effettuato azioni di ricerca del personale, il 14% circa non ha trovato le risorse delle quali aveva bisogno, il 65,4% circa è riuscita ad assumerne solo qualcuna e solo il 20,6% è riuscito ad assumere tutti (o quasi) i collaboratori cercati. Le difficoltà di reclutamento sono dovute alla retribuzione offerta ritenuta insufficiente e alla scarsità di personale dotato delle competenze e delle abilità richieste.
Le difficoltà di reclutamento impattano sulle possibilità di crescita delle imprese sia in termini dimensionali, sia in termini di capacità di produrre nuovi ricavi. La riduzione media dei ricavi riconducibile ai problemi di reclutamento è pari -23% presso le imprese interessate.
Oltre alla sicurezza personale (61%), le imprese prevedono aree di formazione in prevalenza nel campo dell’informatica e della cybersecurity (38%). Per fare formazione il 27% delle imprese si affiderà ad un fornitore esterno, ovvero a una impresa; il 26,3% invece si affiderà ad un consulente, ovvero ad un professionista.