Gli ultimi dati sulla criminalità predatoria in Italia

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Diffusi i dati emersi dall'ultimo Rapporto Intersettoriale sulla criminalità predatoria, una ricerca promossa da OSSIF, il Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine, in collaborazione con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Il Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2023 costituisce un documento utile per approfondire la conoscenza del modus operandi criminale, analizzare l’incidenza dei danni procurati a ciascun settore economico ed evidenziare le aree territoriali maggiormente esposte. Questo importante patrimonio informativo condiviso - spiega Ossif - ha un’immediata ricaduta pratica nel fornire il necessario supporto alla definizione delle strategie di prevenzione e contrasto da parte dell’Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza, degli Istituti di credito e degli altri soggetti economici interessati.

Rapine e furti: i dati provvisori 2023

Dopo il calo dei reati che ha caratterizzato il 2020, dipeso sicuramente anche da tutti gli effetti che la pandemia Covid-19 ha avuto sulla criminalità predatoria, vi è stata poi una ripresa degli eventi.

Il Rapporto rileva come, nei primi sei mesi del 2023, sono state, infatti, registrate complessivamente 13.723 rapine (+7,6% rispetto ai 12.758 casi verificatesi nel primo semestre 2022) e 483.211 furti (+6,7% rispetto ai 453.035 furti dei primi sei mesi del 2022). Tuttavia, mentre per le rapine, nel 2023, il numero complessivo dei casi risulta superiore a quello della situazione pre-Covid dell’anno 2019 (+11,6%), per i furti il numero complessivo dei reati risulta comunque inferiore (-8,9%).

A livello territoriale - specifica lo studio -nel primo semestre 2023 la recrudescenza dei reati ha caratterizzato tutte le aree geografiche. Solamente nel Sud è stato registrato un decremento con riferimento alle rapine (-7,5%). Sia per quanto riguarda le rapine sia con riferimento ai furti, l’incremento di maggiore entità si è verificato nelle regioni del Centro (rispettivamente +20,2% e + 12%).

Le rapine commesse in Italia

Nel 2022 le rapine commesse in Italia sono state 25.642, pari ad un incremento del 16,1% rispetto all’anno precedente. È dunque proseguita la crescita dei reati che già aveva caratterizzato il 2021, in cui si era avuto un aumento del 10,5% rispetto al 2020, anno in cui, complice anche la pandemia Covid-19 e le relative restrizioni alla circolazione, era stato registrato il numero più basso di casi con 20 mila episodi. Il valore registrato nel 2022 è comunque nettamente inferiore rispetto al picco raggiunto nel 2013 con oltre 43 mila casi.

Un incremento ha caratterizzato anche il tasso di criminalità ogni 100.000 abitanti, passato da 37,3 rapine ogni 100 mila abitanti nel 2021 a 43,4 nel 2022, valore comunque ben lontano dal picco registrato nel 2013 con un valore pari a 72,6.

Come di consueto, anche nel 2022 le rapine effettuate in pubblica via hanno rappresentato oltre la metà delle rapine totali (il 59% dei casi). Seguono le rapine negli esercizi commerciali (14,0%), in abitazione (6,4%), in locali ed esercizi pubblici (3,9%), in farmacia (1,3%), ai distributori di carburante (0,8%) e in tabaccheria, negli uffici postali e alle dipendenze bancarie (0,5%).

Caratteristiche delle rapine

Come per gli anni precedenti, l'Osservatorio riporta come le rapine in banca sono risultate essere le più complicate da portare a compimento. La percentuale di rapine fallite è aumentata passando dal 37,9% del 2021 al 41,1% del 2022. Seguono le rapine agli uffici postali (32,6% di episodi falliti), alle imprese della DMO (11,4%) e alle tabaccherie (nessun caso fallito).

Anche nel 2022 le rapine sono state commesse prevalentemente da pochi rapinatori. Per quanto riguarda gli uffici postali sono risultati più frequenti i casi portati a compimento da una coppia di malviventi (51%), mentre per le rapine in tabaccheria e allo sportello bancario sono prevalsi gli episodi commessi da un solo rapinatore (rispettivamente pari al 45% e al 39% dei casi).

Con riferimento al modus operandi, si è confermato anche nel 2022 un utilizzo prevalente delle sole minacce verbali nelle rapine negli uffici postali (61% dei casi), delle armi da fuoco nelle rapine in tabaccheria (58% dei casi) e delle armi da taglio nelle rapine alle dipendenze bancarie (52%).

I furti commessi in Italia

Nel 2022 i furti totali commessi in Italia sono stati 963.032, pari ad un incremento del 18,7% rispetto al 2021. Così come per le rapine, il dato conferma un ulteriore rialzo degli eventi criminosi dopo anni caratterizzati da un costante calo dei reati, culminato nel 2020, anche a causa di tutte le misure legate al contenimento della pandemia Covid-19. La dimensione del fenomeno rimane comunque limitata rispetto al passato.

In particolare, dal picco di quasi 1,6 milioni di casi registrato nel 2014, i furti risultano diminuiti di oltre 600 mila unità (-38,8%). Un incremento ha caratterizzato anche il numero di furti ogni 100.000 abitanti che nel 2022 è stato pari a 1.631 furti ogni 100.000 abitanti, contro un valore di 1.370 registrato nel 2021.

Con riferimento alle diverse tipologie di reato, anche nel 2022 i furti in abitazione hanno rappresentato la tipologia più frequente, con quasi 134 mila casi (pari al 13,9% del totale), facendo registrare un incremento del 7,3% rispetto al 2021. Seguono i furti con destrezza (13,4%), i furti su auto in sosta (10,3%), i furti di autovetture (9,8%) e i furti negli esercizi commerciali (7,0%).

Nel 2022 tutte le diverse tipologie di furto sono state caratterizzate da un incremento che, per i furti in locali ed esercizi pubblici (+47,8%), in farmacia (+39,9%), i furti con destrezza (+39,1%), i furti su auto in sosta (+22,5%) e i furti con strappo (+20,1%) è risultato superiore a quello complessivo (+18,7%).

Attacchi agli ATM e OPT

Una particolare tipologia di furto che accomuna banche e uffici postali - sottolinea Ossif - è rappresentata dagli attacchi agli ATM, fenomeno che può essere confrontato con i furti agli accettatori di banconote della rete carburanti (i cosiddetti OPT - outdoor payment terminal) per i quali sono disponibili i dati delle aziende associate ad unem e di Italiana Petroli.

I dati del 2022 evidenziano un calo sia degli attacchi agli ATM bancari che sono passati da 169 a 121 (-28,4%), sia degli attacchi agli ATM postali, passati da 80 a 77 (-3,8%). Dal campione analizzato è emerso, invece, un leggero incremento per gli attacchi agli OPT dei distributori di carburante (+8,9%), per i quali è stato sempre registrato il valore più elevato dell’indice di rischio, risultato pari a 2,7 attacchi ogni 100 OPT. Per gli uffici postali l’indice di rischio è stato pari a 1 attacco ogni 100 ATM (stesso valore del 2021), mentre per le banche è stato pari a 0,3 attacchi ogni 100 ATM (da 0,4).

Per quanto riguarda l’esito, emerge la prevalenza degli episodi falliti, che nel 2022, sono stati pari a circa i due terzi del totale sia per quanto riguarda gli attacchi agli ATM delle banche, sia quelli rivolti agli ATM degli uffici postali. Dato il maggior numero di episodi, l’ammontare sottratto negli attacchi agli ATM delle banche è sempre risultato superiore a quello sottratto negli attacchi agli ATM degli uffici postali, ma anche con riferimento all’ammontare medio è stato quasi sempre registrato un valore superiore.

In riferimento alle modalità di attacco agli ATM, l’utilizzo di esplosivi (sia gas che esplosivo solido) ha sempre rappresentato la modalità prevalente e nel 2022 ha contraddistinto oltre il 60% degli attacchi agli ATM delle banche (40% per gli uffici postali). Negli attacchi agli ATM degli uffici postali, nell’ultimo anno sono prevalsi, con oltre il 53% dei casi, gli attacchi con effrazione (pari al 28,8% per le banche). Seguono infine gli attacchi con asportazione del mezzo (11% per le banche e 6,5% per gli uffici postali).

Anche con riferimento agli attacchi agli OPT presso distributori di carburante, gli attacchi avvengono con diverse modalità per le quali è stata registrata un’evoluzione negli ultimi anni: dagli attacchi con abbattimento o sradicamento del terminale, si è dapprima passati agli attacchi tramite taglio/smontaggio del lettore di banconote e successiva aspirazione/cattura delle banconote contenute all’interno del terminale, per poi registrare una recrudescenza degli attacchi tramite azione d’urto con mezzo meccanico.

Attacchi alle imprese del trasporto valori

In virtù della quotidiana gestione di ingenti flussi di contante, gli operatori del trasporto valori rappresentano un bersaglio particolarmente esposto alle attenzioni di bande specializzate, dotate di capacità organizzative e tecniche non comuni e capaci di cimentarsi in imprese criminali che coniugano ad un altissimo rischio una altrettanto elevata remunerazione. La pericolosità degli attacchi perpetrati da bande organizzate e dotate di vere e proprie capacità militari è testimoniata dal tipo di armi utilizzate. Non solo pistole, fucili e armi da fuoco in genere, ma anche kalashnikov ed esplosivi rientrano nell’arsenale dei malviventi protagonisti di tali attacchi.

Nel corso del 2022 sono stati segnalati complessivamente 26 attacchi ai danni delle aziende di trasporto valori (di cui 14 attacchi nei momenti di carico/scarico dai furgoni in quella fase che viene definita “rischiomarciapiede”, 7 attacchi ai furgoni e un attacco ai danni di una sala conta aziendale) contro i 19 casi registrati nel 2021.

Con riferimento agli assalti ai furgoni nel momento di carico/scarico dei valori, dieci attacchi sono stati portati a compimento fruttando oltre 1,4 milioni di euro, pari ad una media di oltre 140 mila euro ad evento. Per quanto riguarda, invece, gli assalti ai furgoni, nei sei episodi riusciti sono stati sottratti complessivamente 1,6 milioni di euro, pari ad una media di oltre 260 mila euro ad evento.

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