Custodes Artis: gli angeli della sicurezza ai Musei Vaticani

Il 9 novembre 2018 Dahua Technlogy ha svelato i dettagli della partnership tecnologica che per cinque anni la legherà ai Musei Vaticani. Non solo fornitura di prodotti, ma sviluppo di soluzioni mirate con una progettazione di alto livello

Per Dahua Italia confrontarsi con i Musei Vaticani è un punto d’arrivo e di partenza. «Qui si vive davvero la sicurezza». Ad affermarlo è Pasquale Totaro, General Manager di Dahua Technology Italy, il 9 novembre scorso quando, proprio a Roma e all’interno dei Musei, è stata annunciata la partnership che legherà per cinque anni Dahua e i Musei Vaticani nel progetto “Custodes Artis”. «Non si tratta di una semplice fornitura di prodotti - spiega Luca Pari, Project Manager - è invece una partnership tecnologica che guarda oltre, alla possibilità di sviluppare soluzioni mirate per quello che crediamo diventerà un nuovo mercato verticale». Il focus è sull’approccio alla progettazione: un sistema centrale unico attorno cui gravitano numerose tecnologie e sistemi, con una unica gestione.

I Musei Vaticani

I Museo Vaticani - 7 km di gallerie, oltre 6 milioni di visitatori nel 2017, in media 20 mila al giorno, ma con oscillazioni notevoli per giornate e orari diversi - erano originariamente gli appartamenti dei pontefici, poi aperti al pubblico. L’edificio costituisce di per sé un’opera d’arte. Si articola su sei livelli diversi: biglietteria, due piani intermedi, ingresso e due piani superiori. Inoltre, è letteralmente zeppo di oggetti e decorazioni di valore inestimabile: dipinti, arazzi, manufatti, statue e gli splendidi affreschi di Raffaello e Michelangelo, solo per citare i più noti, che culminano nello splendore ineguagliabile della Cappella Sistina, dove avviene l’elezione del pontefice.

Il progetto

Dal 1973, quando è stato installato il primo sistema di videosorveglianza, fino a oggi il concetto di sicurezza è cambiato molto, perché si sono evolute le tecnologie e anche il contesto politico, basti pensare alla minaccia terroristica. Una complessità ulteriore è costituita dal fatto che l’intervento di ammodernamento con Custodes Artis avviene a musei aperti e fa capo a direzioni diverse entro lo Stato del Vaticano: la direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile (Gendarmeria e Vigili del Fuoco, per la scelta degli apparati, il loro numero e posizionamento), la direzione dei Musei Vaticani, la direzione delle Telecomunicazioni (per il passaggio della fibra ottica), la direzione dei Servizi Tecnici. Gli interventi, che andranno attentamente pianificati ascoltando le esigenze di tutte le parti, nella prima fase coinvolgono il Museo Etnografico, 7.000 mq che attualmente sono ancora un cantiere aperto con 50 persone al lavoro tutti i giorni; l’ingresso; la sala Ced e parte della Pinacoteca.

Saranno installate apparecchiature TVCC, antincendio, antintrusione e allarmi, digital signage, people counting, diffusori audio, access point, sensori ambientali. Il Museo Etnologico accoglierà 250 telecamere (oggi ce ne sono 10), 145 diffusori acustici, 23 conta persone e 53 access point.

Nella hall le telecamere saranno 36 (ce ne sono 5) con 60 diffusori acustici, 9 conta-persone e 15 access point, questi ultimi già posizionati e testati. Tra le diverse professioni collaborano 20 ditte. Per la videosorveglianza il fornitore è Dahua, in accordo con la Gendarmeria dello Stato del Vaticano, con una sala controllo dedicata ai soli Musei. Si tratta per l’80% di modelli di fascia alta. «Non c’è fretta - dice Totaro - è difficile prevedere oggi cosa succederà alla fine di questi 5 anni, probabilmente cambierà tutto. Una bella sfida a lungo termine».

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