Quando sicurezza e tecnologia viaggiano sulla stessa linea

Il Comune piemontese di Cuneo è riuscito a entrare nella graduatoria del Ministero dell’interno per la realizzazione di nuovi impianti TVCC. In programma installazioni con telecamere affiancate a sistemi per connettersi alla rete Wi-Fi cittadina.

Dall’inizio degli anni Duemila, le scelte in ambito di sicurezza urbana del Comune di Cuneo sono state improntate sulla lungimiranza, procedendo con un occhio di riguardo alle dotazioni e alle installazioni tecnologiche del tessuto cittadino in modo da implementare age­volmente quanto già in essere. Cuneo, infatti, è uno dei capoluoghi che nel tempo ha realizzato una rete di fibra tra le più estese in Italia - fatto­re che ha facilitato anche gli ultimi progetti di videosorveglianza pianificati dall’amministra­zione a partire dai finanziamenti erogati dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione CRC, che si aggiungono a fondi ministeriali (come quelli per il Bando Periferie) già ottenuti.

Inoltre, come spiega l’assessore all’Innovazione Andrea Girard, «anche con il più recente bando del Ministero dell’Interno (23 giugno 2023), la città ha potuto ottenere un finanziamento im­portante che, insieme ai fondi del PNRR, sarà utilizzato per sostenere parte dei costi previsti da due misure inscritte nel PQA (Piano per la Qualità dell’Abitare) nell’ambito della sicurezza e della videosorveglianza: si tratta dell’imple­mentazione delle infrastrutture sul territorio comunale per 517.000 euro e di un finanziamento di 825.000 euro per altri progetti sia nel centro storico sia nelle frazioni più periferiche, nell’ot­tica di una riqualificazione della vivibilità in generale, anche attraverso importanti opere di ristrutturazione di complessi immobiliari se­condo il modello cohousing per persone fragili».

Quali progetti in particolare punteranno sui sistemi di videosorveglianza?

ANDREA GIRARD, assessore all’Innovazione del Comune di Cuneo

«Cuneo è una città dove fortunatamente il tas­so di criminalità è piuttosto contenuto ma quest’anno, per la prima volta, siamo riusciti a ottenere il finanziamento erogato dal Ministero dell’Interno in base alla progettualità presentata; la quota di fondi ottenuti andrà a coprire parte del costo complessivo delle implementazioni pre­viste nell’ambito della videosorveglianza.

Ci sono alcune aree cittadine che più di altre hanno richiesto e richiedono attenzione da questo punto di vista, a partire dalla stazione ferroviaria e dalle zone limitrofe, che necessitano di un attento monitoraggio; proprio qui infatti verranno installate nuove apparecchiature e im­plementate quelle già in funzione.

Sempre nell’ambito della videosorveglianza por­tiamo avanti quanto predisposto con il “Piano periferie”, per cui verranno installate diverse postazioni con paline smart sia sull’altipiano corrispondente al nucleo centrale di Cuneo, sia nelle frazioni circostanti.

Queste nuove installa­zioni sorgeranno in corrispondenza delle fermate delle linee del trasporto pubblico, con la posa di strutture che alle panchine per la sosta affian­cheranno telecamere e sistemi per la connessio­ne alla rete Wi-Fi cittadina, con possibilità di ricarica tramite porte USB e ledwall aggiornati da remoto con informazioni sul traffico urbano e sugli eventi cittadini in programma.

Le teleca­mere consentiranno di monitorare contempo­raneamente sia lo spazio riservato alla fermata degli autobus, come deterrente contro atti di vandalismo, sia l’area subito adiacente».

Tra i requisiti per accedere al bando ministeriale c’è anche l’adesione al patto per la sicurezza: come avete articolato negli anni il lavoro in tal senso?

«Il patto per la sicurezza prevede che i finanzia­menti ministeriali siano proporzionali all’indice di criminalità, per cui - come successo a Cuneo - parte dei fondi sono andati a Comuni anche molto piccoli, dove persino una singola denuncia assume un peso specifico importante. Quindi altre amministrazioni della provincia oltre al capoluogo sono state raggiunte dalla medesima misura di cofinanziamento, seppur su proget­tualità tra loro distinte.

D’altro canto, tra Cuneo e le sue frazioni e le altre municipalità viene por­tato avanti un costante scambio di informazioni e si lavora in sinergia anche in mancanza di uno specifico coordinamento per la gestione della videosorveglianza, per cui (seppur non in questo caso specifico) abbiamo partecipato, insieme ad altri Comuni della cintura esterna o di aree più vaste, ad alcuni bandi di gara».

Quindi non sussiste un collegamento diretto tra le telecamere esterne all’area urbana e la centrale operativa della polizia locale cuneese?

«Esatto. Al momento la centrale operativa riceve le immagini registrate dalle telecamere di Cuneo e delle sue quattordici frazioni, ma la domanda tocca un tasto importante proprio per quanto riguarda le scelte operate dall’attuale amministrazione parte dei fondi del PNRR è stata infatti utilizzata per implementare un collegamento diretto con la nostra centrale operativa a dispo­sizione della questura e della caserma dei cara­binieri, fornendo loro la possibilità di visionare le immagini in tempo reale.

La scelta è stata quella di portare avanti un’a­zione congiunta tra organi della pubblica am­ministrazione per dare alla cittadinanza mag­giore rapidità di risposta in ambito di sicurezza; l’accesso diretto alle immagini della centrale operativa, per esempio, permette di intervenire rapidamente anche in orario notturno e di far partire le indagini tempestivamente senza at­tendere ulteriori passaggi burocratici, cosa che in questi frangenti risulta fondamentale.

Il progetto, fortemente voluto e ufficialmente deliberato dal Comune di Cuneo, sarà realizzato entro la fine di quest’anno; i prossimi mesi ser­viranno infatti a ultimare i collegamenti tecnici con la caserma dei carabinieri e la questura e a formare il personale».

In generale come valutate la percezione della sicurezza da parte della cittadinanza cuneese, anche in riferimento alla privacy legata all’implementazione dei sistemi di videosorveglianza?

«Cuneo è una città sicuramente meno in difficol­tà rispetto ad altre aree del Paese; nonostante questo la percezione del cittadino cuneese è in parte negativa, proprio perché la popolazione percepisce di essere in una zona meno al centro dell’attenzione rispetto al resto d’Italia.

Per que­sto colgo l’occasione per dire che sarebbe utile una maggiore presenza e attenzione da parte delle istituzioni centrali per chi vive “ai confini dell’impero”. In merito alla privacy l’amministra­zione che rappresento è sempre attenta a calibra­re le esigenze in tal senso con quelle finalizzate alla tutela della sicurezza».

A proposito di confini, la vicinanza con la Francia e con la rotta migratoria ha avuto o ha dei riflessi sulla gestione della sicurezza urbana?

«I flussi di extracomunitari arrivano nella misura in cui accade anche nelle città capoluogo delle altre regioni d’Italia, con numeri che attraverso le Prefetture vengono assegnati a ogni città in base a determinati parametri.

Noi siamo vicini a un valico importante (quello della Maddalena) attraverso il quale capita che transitino i migran­ti e dove i controlli di polizia non sono assidui come invece sulla rotta costiera per Ventimiglia. Altre rotte sono quelle del Monginevro e quella che passa per la Val di Susa, ma devo dire che questo non ha mai provocato particolari ricadute sul nostro territorio sul piano della criminalità locale».

Un lavoro di squadra delle forze istituzionali

A Cuneo nel tempo è stata implementata la collaborazione tra le forze dell’ordine, in un percorso virtuoso che prevede una regia comune finalizzata alla sicurezza del territorio.

Ne abbiamo parlato con il coman­dante della polizia municipale Davide Bernardi.

Qual è il rapporto attuale tra polizia locale, carabinieri e guardia di finanza?

DAVIDE BERNARDI, comandante della polizia municipale di Cuneo

«Attualmente le altre forze dell’ordine hanno accesso alle immagini registrate dal sistema di rete per la sicurezza urbana e a breve sarà predisposto il collegamento diretto con la nostra centrale operativa per la caserma e la questura, così che tutti possano usufruire in tempo reale delle informazioni utili ai fini di eventuali indagini. Nello specifico, le altre forze di polizia si appoggiano al nostro nucleo di polizia giudiziaria preposto a trattare le immagini delle telecamere in città, scaricandole e inviandole ad altri enti ai fini di eventuali indagini.

In sintonia con quanto indicato dalla Legge 48 del 2017 in materia di sicurezza urbana, ci muoviamo seguendo il principio dell’unione e della sinergia tra le varie forze di polizia, secondo il Patto per la Sicurezza che prevediamo darà importanti frutti nell’immediato (soprattutto nel caso di indagini di particolare rilevanza) per quanto riguarda la tempestività di intervento.

La tecnologia di cui è dotato il comando di polizia locale per la gestione della rete di videosorveglianza ci consente di monitorare quanto avviene sul territorio nel suo insieme e in tempo reale, puntando l’attenzione sulle aree e sulle situazioni più critiche e di maggior degrado, in base alle segnalazioni che riceviamo».

Oltre alla condivisione in termini di videosorveglianza, la collaborazione con le altre forze dell’ordine si realizza anche in altri modi?

«Certamente, sono previsti anche servizi congiunti sul territorio, particolarmente nell’area della stazione e zone limitrofe, nel centro storico o nei parchi, anche con uscite in orario serale che come polizia locale stiamo implementando.

Nelle zone indicate, gli equipaggi di agenti sono organizzati in modo da accompagnare il cittadino in un’area che possa percepire come maggiormente protetta: per esempio, l’attività degli agenti viene modulata in base agli arrivi dei treni e in generale si muove in funzione delle caratteristiche e dei riferimenti specifici dei luoghi interessati da controlli.

Oltre all’area che corrisponde al centro e ai dintorni di Cuneo, la medesima attenzione viene riservata alla cintura esterna, dove sorgono ben quattordici frazioni; l’area, nell’insieme piuttosto vasta, è comunque ricompresa nella rete di videosorveglianza della centrale operativa, per cui stiamo implementando i collegamenti tramite fibra ottica.

L’amministrazione deve procedere per step anche in base alla disponibilità economica, quindi siamo partiti dalla copertura nelle zone che presentano maggiori urgenze. Il comando di polizia locale, tuttavia, nel tempo ha già provveduto a stilare un piano di intervento generale, in base a una relazione tecnica che io stesso ho compilato seguendo le indicazioni emerse in occasione delle riunioni congiunte e dei tavoli tecnici con le altre forze di polizia.

Abbiamo provveduto a recuperare e sistematizzare le indicazioni emerse dalle relazioni di servizio, nonché le annotazioni delle pattuglie che confluiscono in sede di comitato di ordine pubblico e sicurezza in prefettura e nei tavoli tecnici di confronto con la questura. Sono stati evidenziati le priorità e i punti dov’è più urgente intervenire, così da implementare in maniera razionale e pianificata anche il sistema di videosorveglianza cofinanziato dal Ministero dell’Interno».

In ambito di criminalità urbana, quali sono le criticità principali a Cuneo?

«Le situazioni con cui ci confrontiamo in città sono tendenzialmente ascrivibili all’ambito della microcriminalità, soprattutto allo spaccio di stupefacenti che interessa in particolare l’area della stazione ferroviaria. Per questo motivo abbiamo provveduto al distaccamento di una sezione di polizia locale in loco e a mantenere in quest’area più che in altre un dispiegamento di forze costante nel tempo - il tutto di pari passo all’attività svolta da polizia, carabinieri e guardia di finanza, che possono contare anche sull’impiego di cani antidroga appositamente addestrati.

Allo spaccio si aggiungono più generali fenomeni di degrado in conseguenza del consumo di droga e alcolici, come schiamazzi e disturbo della quiete pubblica che i nostri interventi provvedono a contrastare. Come avviene anche in molti altri contesti urbani, quindi, lavoriamo sia sul contrasto sia sulla prevenzione della microcriminalità diffusa, a volte allargando le indagini anche al di fuori dei confini territoriali che ci competono direttamente. Tutto questo in collaborazione costante con le altre forze dell’ordine secondo un’ottica di sicurezza integrata.

Si tratta di una collaborazione che non è solo sulla carta, ma si è sviluppata nel tempo in maniera virtuosa, a partire dalla comune regia ai vertici che ha sviluppato una sinergia a livello operativo tra il personale delle pattuglie sul territorio. Le informazioni vengono riportate in sede di comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza in prefettura, che prosegue l’opera di coordinamento per implementare la sicurezza urbana a Cuneo anche grazie alla videosorveglianza».

Come valutate la percezione da parte dei cittadini sulla tutela della loro sicurezza?

«I cittadini ci forniscono informazioni preziose in base al vissuto quotidiano nei quartieri, cosa che supporta la nostra attività non potendo essere presenti ovunque H24. Il nostro organico negli anni è stato ridotto a causa dei tagli derivanti dalla spending review, ma nonostante questo abbiamo approntato una sezione specificamente dedicata al contrasto dello spaccio; inoltre, grazie alla progettualità messa in campo con l’amministrazione comunale, riusciamo a operare su turni anche durante le ore notturne.

Dopo l’ultimo concorso, inoltre, potremo contare anche su nuove assunzioni di agenti, che verranno formati e saranno operativi a breve. In generale posso quindi dire che il nostro operato ci consente di andare incontro alle esigenze della cittadinanza in maniera fattiva e positiva».

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