Chi disturba le frequenze radio?

 

Si chiama “jamming” l’atto di disturbare volontariamente una comunicazione radio mediante la trasmissione - sulla stessa frequenza e con la stessa modulazione - di un segnale che va a interferire con l'originale.

 

Con un “jammer” - disturbatore di frequenza - adatto a disturbare i sistemi GPS, si possono, ad esempio, inviare segnali in grado di determinare errori di posizionamento.

È noto l'inserimento di un tale codice di errore nel sistema GPS statunitense per le zone in cui evolvono crisi belliche e occorre impedire che gli armamenti possano sfruttare i satelliti per individuare e puntare gli obiettivi (una supremazia tecnologica che ha portato l'Europa a sviluppare un proprio sistema di localizzazione satellitare autonomo).

Ipotesi di guerre elettroniche che si affiancano a quella consistente nell'inviare segnali di interferenza a centraline di motori e sistemi di guida, provocandone il malfunzionamento (ipotesi che furono formulate dagli inquirenti durante le indagini sull'incidente mortale di Lady Diana e Dodi Al Fayed, il 31 agosto 1997, in Francia, e in occasione del disastro aereo che coinvolse il volo di linea della Trans World Airlines New York - Roma del 17 luglio 1996, precipitato nei pressi di Long Island 12 minuti dopo il decollo).

I disturbatori di frequenza, con la crescita del mercato dell'elettronica e la riduzione di costi determinata dalle economie di scala, sono oggi alla portata di un qualsiasi cittadino che abbia intenzione di spendere qualche centinaio di euro per dotarsi di uno strumento semi-professionale.

Ovviamente, non si tratta di dispositivi idonei a scenari di guerra elettronica ma di strumenti normalmente utilizzati per difendere la riservatezza delle comunicazioni interpersonali, rendendo inefficaci eventuali microspie destinate all'intercettazione ambientale.

 

I bomb jammers

Non esiste un apparecchio in grado di disturbare tutte le frequenze disponibili, ma sono reperibili sul mercato, da parte di enti pubblici e istituzioni, i cosiddetti “bomb jammer”, utilizzabili per occupare le frequenze maggiormente utilizzate per le comunicazioni civili.

Oltre che per una comprensibile limitazione di natura etica, i bomb jammer non possono essere acquistati e utilizzati dai comuni mortali per difficoltà di carattere economico e tecnico.

Il costo per i modelli più performanti può superare i 100.000 euro e la loro configurazione e attivazione richiede personale esperto, con competenze certamente non alla portata di qualsiasi cittadino.

Inoltre, le dimensioni e il peso non consentono di annoverarli certamente tra i dispositivi portatili (sono trasportabili ma tramite zaini di dimensioni generose, comunque non in grado di nasconderne le grandi antenne).

Dato che inibire la maggior parte delle frequenze esistenti non ha senso per l'utilizzo che può farne un'azienda (ad esempio, per tutelare riunioni riservate da intercettazioni ambientali o impedire che vengano utilizzati i telefoni radiomobili durante un evento a numero chiuso) o un privato (ad esempio, un professionista che deve mantenere riservate le conversazioni con i propri clienti), è sufficiente per l'uso civile l'acquisto di un dispositivo portatile, del costo di poche centinaia di euro.

La potenza di tali dispositivi si misura in Watt, quindi si può semplicisticamente sostenere che a un valore più elevato corrisponda un raggio di azione superiore.

In realtà, sono necessarie altre condizioni per garantirne il funzionamento, dato che, ad esempio, il surriscaldamento è uno dei principali motivi di malfunzionamento degli apparati di disturbo ed è, quindi, importante la produzione con componenti di qualità.

Di certo, a parità di qualità della componentistica, una maggiore potenza in Watt coincide con un raggio di azione più ampio.

 

 

La potenza del segnale

Occorre considerare anche la potenza del segnale da oscurare poiché, per ottenere la sovrapposizione, lo jammer deve essere in grado di generare un segnale almeno di pari potenza.

A esempio, per impedire a un telefono cellulare di comunicare, è sufficiente acquistare un dispositivo portatile che sia in grado di oscurare le frequenze 800, 900, 1800, 2100, 2600 Mhz (frequenze GSM, 3G, LTE), il quale, tuttavia, non sarebbe pienamente utilizzabile negli Stati Uniti e in Sudamerica, dove le frequenze sono ad 850 – 1900 Mhz.

Inibire la comunicazione in un'area specifica come una sala riunioni, inoltre, è obiettivo diverso dal proteggere una sala conferenze.

Nel primo caso, il dispositivo dovrà essere dotato di antenne omnidirezionali, per creare un'area di disturbo circolare di 360 gradi.

Nell'ipotesi di una sala conferenze, invece, sarà più efficace un'antenna monodirezionale, poiché solo i telefoni delle persone che sono di fronte al relatore dovranno subire l'influsso del dispositivo jammer.

Un breve riepilogo delle frequenze più utilizzate semplifica l'individuazione delle diverse tipologie di jammers utilizzabili per le varie situazioni in cui è necessario garantire la riservatezza delle informazioni.

Le frequenze VHF e UHF, abitualmente dedicate al segnale radiotelevisivo, sono utilizzate anche da microspie e radiocomandi, per comunicare con le rispettive centraline.

Le frequenze telefoniche già descritte sono utilizzate anche da tutti gli apparati che possono disporre di una SIM, come i combinatori telefonici degli impianti di allarme, alcuni modelli di telecamere IP, alcune tipologie di localizzatori GPS e, ovviamente, diversi tipi di microspie.

Le frequenze GPS vengono utilizzate da un qualsiasi dispositivo che abbia un'antenna GPS integrata o che possa collegarsi a un sistema GPS ed estrarne i dati relativi alla localizzazione.

Le frequenze Wifi e Bluetooth vengono utilizzate per la maggior parte dei modelli di router e smartphone, oltre che da autoradio, computer, tablet, notebook, cuffie senza fili ecc.

Sono ormai così diffuse che, nei condomini, le frequenze sono sature e solo i modelli più potenti riescono effettivamente a trasmettere.

Le frequenze radio alte - da 2.600 a 5.900 Ghz - vengono infine utilizzate per impianti di videosorveglianza e radio-allarme, microspie, radiocomandi, smartphone e router wifi di fascia alta.

 

 

Che cosa dice la Legge

Giuridicamente, i disturbatori di frequenze sono riconducibili agli impianti idonei a interrompere o impedire comunicazioni telefoniche o telematiche, previsti dagli articoli 617 e seguenti del Codice Penale.

La Commissione Europea si è pronunciata nel 2002 sul quesito posto da uno degli stati membri, concludendo per la sostanziale inadeguatezza di tali apparati a risolvere i problemi legati alla necessità di impedire le comunicazioni tra apparati radi, ma senza che a tale risposta (Interrogazione parlamentare Ue E-2651/02 - Sistemi di disattivazione dei telefoni cellulari) abbia poi fatto seguito un provvedimento vincolante.

Deve quindi ritenersi che non sia penalmente rilevante il possesso dell'apparato, ovviamente, come non lo è quello delle telecamere di videosorveglianza, ma l'utilizzo che se ne fa, in relazione al soggetto passivo della condotta.

Occorre, cioè, valutare l'elemento soggettivo del reato (cioè l'intenzione della persona che installa e fa funzionare un disturbatore di frequenze) e il ruolo del soggetto che subisce gli effetti della condotta, oltre alla sua consapevolezza di quanto sta accadendo.

In una sala conferenze, ad esempio, il relatore potrebbe avere la necessità di non far trapelare all'esterno le informazioni date ai suoi ascoltatori prima del termine dell'incontro, per i più svariati motivi.

L'utilizzo di un disturbatore di frequenze, dal punto di vista soggettivo, potrebbe quindi essere ritenuto lecito, ma sempre dopo aver avvisato i presenti dell'attivazione dello stesso, facendo loro prudentemente sottoscrivere una liberatoria al momento dell'accesso.

Lo jammer, infatti, ha il pregio di impedire la comunicazione all'esterno di informazioni riservate, ma ha anche il difetto di non consentire la ricezione delle chiamate, incluse quelle importanti o addirittura di emergenza.

Il soggetto che subisce l'effetto del disturbatore di frequenze, pertanto, deve necessariamente essere informato della sua presenza e attivazione. Anche per evitare eventuali richieste di risarcimento danni.

Il testo dell'articolo 617 (conforme a quello dell'art. 617 quater, relativo alle comunicazioni elettroniche) recita testualmente “Chiunque, fuori dei casi consentiti dalla legge, installa apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti al fine di... ...impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche tra altre persone è punito...”

La condotta ritenuta illecita è quindi quella di installare apparecchi (non detenere) che hanno come scopo quello di impedire o intercettare l'attività di comunicazione, fatti salvi i casi stabiliti dalla legge (quale, ad esempio, l'autorizzazione del Giudice per le Indagini Preliminari al Pubblico Ministero, per effettuare delle intercettazioni a carico degli indagati).

Nell'uso per scopi privati, poiché la legge - art. 50 cp, in relazione ai diritti disponibili - ritiene non punibile chi lede o mette in pericolo un diritto con il consenso della persona offesa, postulando la rilevanza dell’autonomia privata anche in campo penale, devono ritenersi leciti l'installazione e il funzionamento di un sistema di disturbo delle frequenze dopo l'acquisizione del consenso dell'interessato

Del resto, i successivi artt. 617 bis (dal quale trae spunto il 617 quinquies per le comunicazioni elettroniche) e 617 ter (idem per l'art. 617 sexies) confermano che le condotte penalmente rilevanti sono quelle caratterizzate da un comportamento dannoso nei confronti della persona offesa, inconsapevole o incapace di difendersi e comunque contraria all'uso dei sistemi.

Gli artt. 617 ter e sexies pongono particolare attenzione al dolo specifico consistente nel ricavare ingiusto profitto o nel determinare altrui danno con la condotta illecita.

 

Gianluca Pomante

Avvocato

Esperto in tema di Privacy e IT

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