Carceri – Speed dome e barriere a microonde: l’antievasione si innova

Per il servizio "Sicurezza nelle carceri italiane: è allarme" (a pag18 della rivista), pubblicato sul numero di Sicurezza di novembre 2019, abbiamo intervistato due aziende di riferimento del settore: Security Center e DAB Sistemi Integrati.

Security Center
Giampaolo Campanini, titolare della Security Center

«Siamo stati la prima azienda in Italia a installare in un istituto penitenziario, precisamente a Parma, un sistema di telecamere Speed Dome interfacciato a un sistema di barriere a microonde alla base del muro di cinta, all’interno dello stesso muro». A parlare è Giampaolo Campanini, titolare della parmigiana Security Center.

Quali vantaggi offre il sistema?

«Questo sistema ha messo in condizioni l’operatore di control room di avere in tempo reale l’esatta situazione degli eventi e, di conseguenza, allertare immediatamente le squadre di intervento. Non solo questo sistema ha consentito un notevole risparmio di personale - addetti alla sorveglianza del muro di cinta - ma ha permesso di individuare i tentativi di evasione ancora prima di scavalcare il muro di cinta».

Cosa è cambiato rispetto al passato?

«In precedenza gli impianti negli istituti penitenziari erano realizzati con sistemi di individuazione di eventuali evasioni in alto sul muro di cinta. Tutto ciò non consentiva agli addetti di intervenire in tempo utile, in quanto la parte più impegnativa nel tentativo di evasione è la salita sul muro di cinta, non la discesa (con 3 lenzuola annodate in pochi secondi perfezionerebbero l’evasione non dando il tempo necessario per intervenire). Per tale lavoro ci siamo meritati su un articolo del Corriere Della Sera di parecchi anni fa, un encomio del DAP Dipartimenti di Amministrazione Penitenziaria come miglior impianto degli istituti penitenziari in Italia. In seguito a ciò, nei successivi capitolati per gli istituti penitenziari, è stato preso ad esempio il nostro progetto di Parma».

Come deve essere realizzato l’impianto?

«L’impianto di videosorveglianza deve essere realizzato con componenti di assoluta qualità che permettono di avere immagini ben definite e, soprattutto, l’utilizzo di telecamere che lavorano a 360°. In caso di guasto di una macchina, con quella più vicina siamo in condizioni ugualmente di identificare l’evento con la massima chiarezza. Il problema della privacy negli Istituti Penitenziari non si è mai presentato».


I consigli per gli installatori

DAB
Santi Maurizio Grasso, direttore commerciale di DAB Sistemi Integrati

Da 47 anni il Gruppo DAB si occupa di sicurezza con soluzioni che si basano su attente analisi per realizzare progetti personalizzati, anche nell’ambito degli istituti penitenziari. Quali sono i sistemi più richiesti? E quali le problematiche più comuni? Risponde Santi Maurizio Grasso, direttore commerciale di DAB Sistemi Integrati.

Quali tecnologie di sicurezza trovano maggiore spazio all’interno degli istituti penitenziari?

«All’interno delle carceri trovano spazio tutte le tecnologie della security e della safety, come antintrusione e antievasione, videosorveglianza e videoregistrazione, controllo degli accessi, diffusione sonora, rivelazione incendi, “scannerizzazione” dei visitatori, comunicazione, control room, ecc. La principale caratteristica è chiaramente l’elevato livello di affidabilità richiesta, vista la criticità dell’applicazione».

E all’esterno?

«Il controllo del perimetro, in termini sia antintrusione sia di antievasione, è chiaramente uno degli aspetti più complessi per la diversa tipologia di recinzioni e muri. Molti carceri italiani sono, infatti, degli edifici non recenti in cui non è semplice identificare le tecnologie più adatte. In questo caso, a maggior ragione, è l’esperienza del system integrator o del progettista a dover identificare quelle tecnologie che meglio si adattano al perimetro esistente, che molto spesso è anche variegato».

Quali sono le sfide e le criticità da affrontare in fase di installazione?

«Le installazioni in ambiente carcerario richiedono un elevato livello professionale. Il consiglio per quegli installatori che vogliano cimentarsi è, dunque, di specializzarsi in questo tipo di installazioni. Riveste poi particolare importanza una Control Room a cui vengano efficacemente centralizzati i vari sistemi. Molti dei sistemi di sicurezza esistenti nei vari carceri italiani non sono di recente realizzazione, ma se ben manutenuti e centralizzati sarebbero un investimento già fatto, da rivitalizzare estendendone la vita utile e, dunque, riducendo il costo effettivo annuale. Per non parlare del fatto che l’automazione e il monitoraggio centralizzato di porte e cancelli permetterebbe di ottimizzare l’impiego del personale, attribuendogli tra l’altro compiti più professionali e gratificanti. È questa la vera sfida».

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