Nuove frontiere nella pubblica sicurezza

Hexagon

L’epoca in cui viviamo ci ha fatto abituare a convivere con un senso costante di insicurezza e di allerta, soprattutto se viviamo in una grande città o quando viaggiamo. Sappiamo che c’è un grande lavoro da parte delle Forze dell’Ordine e dell’Intelligence nel proteggere persone e di tutte le forze di pubblica utilità per salvaguardare le infrastrutture strategiche del nostro paese ed intervenire in caso di calamità naturale, ma l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia è fondamentale per raggiungere livelli di efficienza elevati.

Ne abbiamo parlato con Angelo Gazzoni, Country Manager Italia della divisione Safety & Infrastructure di Hexagon, multinazionale leader globale specializzata in soluzioni di sicurezza per la protezione di persone ed infrastrutture critiche.

Hexagon
Angelo Gazzoni, Hexagon - ph credits Giuseppe Macor

«Le tecnologie CAD (Computer Aided Dispatching) - spiega - si sono evolute costantemente negli anni e consentono, anche grazie alla loro componente geospaziale, di inviare le risorse più appropriate a rispondere ad emergenze in modo rapido, efficace ed ottimizzato. Abbiamo tutti in mente le immagini delle grandi centrali operative dove le Forze dell’Ordine tengono monitorate una città o un quartiere coordinando e distribuendo le risorse sul territorio in modo da rispondere celermente ad ogni richiesta di supporto. Nella gestione delle attività “ordinarie” queste tecnologie consentono di risparmiare minuti preziosi per l’intervento delle Forze di Soccorso identificando le risorse più vicine in grado di intervenire, delineando i percorsi ideali e definendo in dettaglio tutte le procedure da eseguire».

Integrazione interforze

In Italia la strada da percorrere è ancora lunga, soprattutto nell’integrazione interforze in un’unica centrale (il numero unico 112) per il quale l’Italia sconta ancora un ritardo rispetto ad altri paesi europei. «Un livello ulteriore di complicazione - precisa - avviene quando ci siano multipli soggetti coinvolti, con riferimento soprattutto alle infrastrutture critiche come aeroporti, porti, ferrovie (stazioni, linee e treni) dove le attività di monitoraggio e intervento devono poi innescare un’escalation verso la Forza Pubblica, coordinando risorse proprie e quelle della collettività».

«Se da un lato è sempre più critica la capacità di reazione nell’integrare e coordinare azioni, interventi, procedure e pianificazione per ottimizzare le tempistiche d’intervento e mettere in sicurezza quanto prima le persone, da un altro canto lo sforzo va sempre più volto alle attività proattive di prevenzione che possono essere messe in campo grazie alle tecnologie emergenti», dice Gazzoni.

Le tecnologie possono essere di aiuto in vari ambiti, sia nella sicurezza pubblica sia nella protezione di infrastrutture e sono accumunate da due pilastri fondamentali: integrazione e interoperabilità. «Creare un quadro operativo unificato in grado di correlare informazioni provenienti da videocamere, sensori antincendio, sistemi antintrusione, riconoscimento immagini, controllo accessi ma anche big data, sentiment analysis su base geo-referenziata dei social network e altro ancora - continua Gazzoni - è un elemento fondamentale per azioni proattive di sicurezza». Le analisi sui cosiddetti Big Data sono dunque sempre più un tema centrale per una efficace gestione della sicurezza al fine di aumentare la “situational awareness”.

L’enorme mole di informazione che viene messa a disposizione alla nelle centrali operative deve essere gestita ed elaborata in modo da dare informazioni utilizzabili ai fini della risposta rapida e immediata, sia preventiva sia reattiva.

L’impatto di alcune tecnologie

Ci sono esempi concreti di utilizzo spinto di tecnologia a supporto della sicurezza, come quello dell’utilizzo di droni e sensori IoT per la protezione di eventi catastrofici (alluvioni, frane, incendi). «Grazie ai sensori che condividono informazioni che vengono analizzate e interpretate in centrale di comando con le nostre soluzioni di pianificazione Intergraph Planning & Response e di dispacciamento I/CAD - dice Gazzoni - è possibile determinare early warning che possono poi essere validati da droni per interventi preventivi o per prevedere lo scenario evolutivo dell’evento per consentire dislocamento delle risorse dove necessarie. Queste soluzioni sono oggi già utilizzate tra gli altri dalla Polizia bavarese in Germania, dalla Polizia di Arlington in Texas e dalla Canadian Air Force».

Altro caso da menzionare tra quelli di successo di Hexagon è il progetto realizzato per la Canadian Pacific Railway che utilizza dispositivi mobili di dispaccio delle risorse con elevate capacità analitiche e di business intelligence per proteggere oltre 12 mila miglia di rete. «Consentire al personale sul campo di avere una visione aumentata della situazione mentre questa è in svolgimento permette di intervenire efficacemente e dislocare altre risorse direttamente dal contesto operativo, riducendo i tempi di intervento», conclude Gazzoni.

Tutte queste tecnologie sono abilitanti a un incremento della capacità non solo di reazione rapida ma, grazie alla possibilità di interpretazione di dati e segnali, consentono azioni preventive in grado sia di minimizzare i danni economici che di salvare vite umane.

 

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