Criminalità e sicurezza, la fotografia dell’Istat

criminalità e sicurezza

Pubblicato l'Annuario statistico italiano di Istat, che, con il 2023, giunge alla 145esima uscita. Composto da 24 capitoli, offre al lettore i dati dell’anno che meglio descrivono la popolazione, la società, l’ambiente, l’economia, le istituzioni, i servizi, i comportamenti, la cultura, la ricerca, la sicurezza e molto altro ancora. Sintetizziamo in questo articolo i punti essenziali relativi al capitolo dedicato a giustizia, criminalità e sicurezza.

L'Istat ha diffuso i dati dell'Annuario statistico italiano relativi all'anno 2023. Il capitolo 6 è quello dedicato, nello specifico, alle tematiche relative a giustizia, criminalità e sicurezza. Passiamo ora in rassegna i punti più significativi di questo capitolo.

Criminalità e sicurezza, uno sguardo d'insieme

Prosegue nel 2022 il calo dei procedimenti civili pendenti in primo e secondo grado di giudizio (rispettivamente -5,2 e -7,8 per cento). Anche la giustizia amministrativa e quella contabile vedono diminuire nettamente le pendenze in primo grado (rispettivamente -12,8 e -40,7 per cento).

In consistente aumento le pendenze nelle Procure (+13,5 per cento) registrate dal movimento dei procedimenti penali con autori minorenni, per i quali si verifica anche un forte incremento dei procedimenti sopravvenuti (+18,6 per cento). Sono circa 2 milioni e 250 mila i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nel 2022 (+7,2 per cento rispetto al 2021).

Aumentano gli omicidi (+8,9 per cento) e, in modo più rilevante, le denunce di violenza sessuale (+19,3 per cento). I delitti contro il patrimonio sono in aumento, tranne le truffe e frodi informatiche (-7,1 per cento), che negli ultimi anni risultavano in forte incremento. Crescono del 20,0 per cento le denunce di estorsione, ma va considerato che per questo delitto, come per le violenze sessuali, le denunce rappresentano una parte esigua del fenomeno realmente esistente sul territorio.

I detenuti presenti negli istituti penitenziari per adulti alla fine del 2022 sono 56.196, con un indice di affollamento pari a 109,5 reclusi per 100 posti regolamentari. I delitti loro ascritti più frequenti sono quelli contro il patrimonio, contro la persona e in materia di stupefacenti. Si tratta quasi esclusivamente di uomini e quasi un terzo dei detenuti è straniero.

Gli uffici di servizio sociale per i minorenni, nel corso del 2022, hanno seguito 21.551 soggetti (il 22,0 per cento stranieri, il 9,9 per cento ragazze). Sale da 20,6 per cento nel 2021 a 21,9 per cento nel 2022 la quota di famiglie che indica il rischio di criminalità come un problema nella zona in cui abita. Nel 2021, infine, sono 307 i Centri antiviolenza e 337 le Case rifugio attivi che hanno risposto alle indagini Istat.

Criminalità

I delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nell’anno 2022 sono stati poco più di 2 milioni e 250 mila (Tavola 1), valore in linea con i livelli registrati prima della pandemia e in crescita rispetto all’anno precedente (+7,2 per cento). Tra i delitti contro la persona, sono in aumento gli omicidi volontari consumati e tentati (+8,9 e +9,7 per cento rispetto all’anno 2021, rispettivamente) e, in misura molto più rilevante, le denunce di violenze sessuali (+19,3 per cento), denunce che rappresentano, com’è noto, una parte esigua delle violenze sessuali effettivamente commesse.

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Tavola 1

In generale, sono in aumento i delitti contro il patrimonio, con l’eccezione rilevante delle truffe e frodi informatiche (-7,1 per cento), per le quali si interrompe un trend positivo pluriennale, che aveva raggiunto l’apice negli anni della pandemia da Covid-19. Crescono del 20 per cento le estorsioni, altro delitto per il quale le denunce rappresentano una minima parte del fenomeno reale. Per combattere questo reato, già dal 1999 esistono forme di sostegno economico alle vittime che denunciano (fondo di solidarietà), ma l’impatto di tali misure sulla propensione alla denuncia appare marginale, stante il contesto di intimidazione e omertà in cui solitamente l’estorsione trova attuazione.

In forte crescita (+18,7 per cento, sempre rispetto al 2021) i furti, che da soli costituiscono circa il 43 per cento del totale dei delitti, e le rapine (+16,1 per cento). Un incremento, anche se più moderato (+12,1 per cento), si registra anche per la ricettazione, di cui furto e rapina costituiscono il presupposto.

Il quoziente di delittuosità generico, calcolato rapportando il numero di delitti registrati dalle forze di polizia (senza distinguerne la specie) alla popolazione residente, è pari a circa 38 delitti denunciati ogni mille abitanti.

A livello regionale le differenze sono rilevanti, con gli oltre 48 delitti per mille abitanti del Lazio, seguito da altre regioni del Centro-nord (Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Piemonte, con valori compresi tra 44 e 41), valori che sono circa doppi rispetto alla Basilicata, che si colloca all’estremo opposto con meno di 22 delitti per mille abitanti.

Nella lettura del dato territoriale è opportuno tenere presente la differente propensione alla denuncia nelle diverse aree del Paese, soprattutto per quanto riguarda i delitti considerati meno gravi dalle vittime.

Rischio di criminalità percepito

Nel 2022, il 21,9 per cento le famiglie italiane indicano il rischio di criminalità come un problema presente (molto o abbastanza) nella zona in cui abitano (Tavola 2). Il valore che negli ultimi due anni era in diminuzione inverte la tendenza con un lieve aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2021.

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Tavola 2

La Campania si conferma la regione in cui tale rischio è percepito maggiormente (33,6 per cento delle famiglie), seguita dal Lazio (31,5 per cento), dalla Puglia e dall’Umbria (rispettivamente 26,6 per cento e 25,1 per cento). Le percentuali di famiglie preoccupate per il rischio di criminalità sono sostanzialmente stabili nella parte bassa della graduatoria delle regioni. La Valle d’Aosta risulta la regione dove le famiglie percepiscono meno questo problema (5,5 per cento); la precedono in ordine crescente il Molise (8,1 per cento), il Friuli Venezia-Giulia (9,4 per cento) e la Provincia Autonoma di Trento (9,5 per cento).

Violenza sulle donne

Il 1522 è il numero di pubblica utilità messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, per sostenere e aiutare le vittime di violenza di genere e stalking, in linea con quanto definito all’interno della Convenzione di Istanbul18. Questa help line fornisce informazioni di primo soccorso in caso di emergenza o indicazioni utili sui servizi e i centri antiviolenza attivi a livello territoriale cui le vittime di violenza o altri utenti possono rivolgersi.

L’analisi del fenomeno della violenza e dello stalking, restituisce uno spaccato utile a comprenderne le dinamiche e le caratteristiche, che si avvicina sorprendentemente al profilo già rilevato dalle indagini campionarie condotte dall’Istat sulla stessa tematica. A seconda dei diversi motivi della chiamata (che può avvenire sia telefonicamente sia via chat), l’operatrice inserisce informazioni e dati, riportando quanto dichiarato dagli utenti durante la chiamata.

Nel 2022, si registra una diminuzione di chiamate al 1522 del 7 per cento rispetto al 2021 (da 55.009 a 51.164), diminuzione che sale al 10 per cento se si considera il numero delle chiamate valide (36.036 chiamate valide nel 2021, 32.430 nel 2022). La diminuzione riguarda tutti i motivi di chiamata, fatta eccezione per le richieste di informazioni sul servizio offerto dal 1522 e per le chiamate da parte degli operatori che chiedono indicazioni sulle procedure da adottare in caso di violenza; tali tipologie di chiamate sono in aumento e rappresentano insieme il 48,2 per cento (15.622) delle chiamate valide.

La diminuzione delle chiamate è in parte legata al periodo contingente di analisi: il 2021 aveva infatti risentito dell’effetto della pandemia e dei diversi periodi di lockdown. Le richieste di aiuto nel 2022, anche se in calo rispetto all’anno precedente, risulta comunque molto più elevato rispetto ai periodi pre-pandemia (nel 2019: era pari a 21.290, registrando quindi un aumento del 52,3 per cento) e inizio-pandemia (nel 2020 31.688; +2,3 per cento).

Dal punto di vista geografico si nota una eguale distribuzione delle chiamate valide nel Nord-ovest (dal quale proviene il 18,8 per cento delle chiamate), nel Centro (con il 18,1 per cento) e nel Sud (con il 16,5 per cento). Dal Nord-est e dalle Isole provengono, rispettivamente, il 12,5 per cento e il 7 per cento delle chiamate.

Sono definite come “chiamate da vittime” quelle ricevute da coloro che hanno dichiarato al 1522 di aver subito qualche forma di violenza e/o stalking. Tali chiamate nel 2022 sono 11.909, in diminuzione rispetto al 2021 (16.272; -26,8 per cento); ciò conferma il ruolo centrale svolto dal servizio durante la pandemia da Covid19, per quelle vittime che non hanno potuto rivolgersi ad altri servizi per la richiesta di aiuto. Nel 2022, le vittime segnalate al 1522 sono donne nel 97,7 per cento dei casi (11.632 sul totale delle 11.909 vittime).

Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che nel 54,4 per cento dei casi l’autore della violenza è un partner o marito/moglie, mentre nel 21 per cento si tratta di un ex-partner o ex marito/moglie. Nel 13,5 per cento dei casi l’autore riportato è un familiare. Sempre dal racconto delle vittime emerge che nel 81,7 per cento dei casi la violenza subita non viene denunciata e nel 3,2 per cento dei casi la denuncia viene ritirata.

I motivi della mancata denuncia sono legati alla sensazione di paura delle vittime (12,2 per cento), specialmente riguardo alla reazione da parte del violento (21,7 per cento) o alla preoccupazione di conseguenze negative per la famiglia (20,6 per cento dei casi) o perché la vittima non ha un posto sicuro dove andare (7,9 per cento). Tra le vittime che dichiarano di aver ritirato la denuncia, il 35,9 per cento torna dal maltrattante.

 

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