Come gli italiani pensano, tutelano e valorizzano il patrimonio culturale

Hruby
Il volume "Il tesoro più grande. Come gli italiani pensano, tutelano e valorizzano il patrimonio culturale". Fondazione Enzo Hruby

Si è svolta mercoledì 6 marzo scorso la presentazione della nuova iniziativa editoriale della Fondazione Hruby: "Il tesoro più grande. Come gli italiani pensano, tutelano e valorizzano il patrimonio culturale". Location d'eccezione la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma, presso il Senato della Repubblica.

Il volume contiene i risultati della ricerca demoscopica commissionata dalla Fondazione Hruby all’Istituto AstraRicerche, mirata a sondare – in maniera del tutto inedita - la percezione che gli italiani hanno del patrimonio culturale nazionale. Un tesoro a dir poco smisurato se si pensa che sono 4.588 in Italia i musei e gli istituti similari (3.847 musei, 240 aree archeologiche, 501 monumenti e complessi monumentali), 12.936 le biblioteche, 54 i siti UNESCO. Un patrimonio, purtroppo, costantemente esposto a numerosi rischi, a partire da furti, sottrazioni, atti di vandalismo e danni accidentali, e che vive in una drammatica carenza di misure e sistemi di sicurezza.

Senato
I relatori nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica

"Gli italiani – ha dichiarato Carlo Hruby, vicepresidente della Fondazione - ritengono che la tecnologia sia indispensabile per la protezione dei beni culturali. Questo è quanto emerge dall’indagine demoscopica che abbiamo commissionato all’Istituto AstraRicerche e che è confluita nel nostro nuovo volume 'Il tesoro più grande'. La loro fiducia verso le moderne tecnologie è assolutamente ben riposta, dato che gli strumenti oggi disponibili permettono di offrire, con costi contenuti, un’adeguata protezione per ciascuna opera e per ciascun contesto da proteggere. Tuttavia, purtroppo, esiste ancora oggi un grave gap tra le possibilità offerte dalle moderne tecnologie e il loro effettivo utilizzo nell’ambito di un programma organico che consenta di agire in maniera preventiva e non seguendo la logica delle emergenze, come spesso emerge dalla cronaca dei furti e degli atti di vandalismo. Il nostro augurio è che questo volume possa contribuire a diffondere la consapevolezza del valore culturale, economico, sociale del patrimonio artistico nazionale e a sensibilizzare le istituzioni, l’opinione pubblica e soprattutto le nuove generazioni, che sono chiamate a raccogliere il testimone della salvaguardia del nostro patrimonio, sull’importanza della sua protezione e tutela come presupposto fondamentale per la sua valorizzazione”.

All'evento e, soprattutto, agli interessanti spunti della ricerca che ha dato origine al volume dedichiamo sul prossimo numero di Sicurezza (aprile 2019) un articolo di approfondimento.

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