Videosorveglianza a Legnano – Quanti occhi puntati sull’Alto Milanese

Legnano è l’ultimo baluardo della provincia di Milano, alla convergenza di un particolare dinamismo di flussi automobilistici e di persone. Il Comune inoltre ospita numerosi eventi che richiamano un gran numero di visitatori. La sicurezza è dunque una priorità

Ultima propaggine a Nord della provincia di Milano prima di sconfinare in quella varesina, il Comune di Legnano è parte di una compagine di 16 amministrazioni locali che usufruiscono dei servizi erogati da Euro.PA Service, azienda partecipata cui, tra gli altri, è affidata la gestione del settore della videosorveglianza.

(Leggi l'intervista a Barbara Grimi, responsabile dell’Unità di Euro.PA Service che segue direttamente la realizzazione della videosorveglianza per i Comuni partecipati)

A illustrarci la progettualità messa in campo negli ultimi anni, anche con riferimento ai finanziamenti erogati tramite il decreto legge ministeriale del 2017, è il comandante del Corpo di Polizia Locale di Legnano, Daniele Ruggeri.

Legnano
Daniele Ruggeri, comandante del Corpo di Polizia Locale di Legnano

Comandante Ruggeri, come giudica la scelta di un’azienda partecipata quale è Euro.PA Service per la gestione del comparto della videosorveglianza sul territorio di vostra competenza?

«Ritengo la scelta di un’azienda partecipata per gestire la videosorveglianza sia assolutamente condivisibile e di qualità poiché consente di far dialogare tra loro logiche diverse. Quando si parla di videosorveglianza infatti non si fa riferimento solo a una strumentazione fine a se stessa, bensì a un sistema che rileva tutta una serie di dinamiche sul territorio, l’installazione di un sistema di videosorveglianza infatti richiede di operare sulle infrastrutture, sui sotto servizi (fibra ottica e non solo). Un’azienda partecipata come Euro.PA, che dispone di conoscenze tecniche molto compiute sia dal punto di vista dei sistemi di videosorveglianza sia da quello dell’infrastruttura, a livello di server, di data center oltre che di predisposizione degli scavi e quant’altro e si occupa a livello strategico di tutti questi aspetti, rappresenta quindi una scelta efficace».

Facendo riferimento al progetto ministeriale, quali sono state le opere messe in cantiere e cofinanziate nell’ambito della videosorveglianza?

«Si tratta di un progetto piuttosto eterogeneo, che ha previsto tre ambiti di intervento, uno dei quali è il collegamento con l’SCNTT (Sistema Centralizzato Nazionale Transiti, progetto del Ministero dell’Interno volto a fare confluire tutti i transiti rilevati da telecamera di lettura targhe verso il centro elaborazione di Napoli, ndr) che dovremmo far partire a breve. Sostanzialmente, i veicoli rubati sono registrati su un sistema centrale unico a livello nazionale che fa capo a Napoli ai cui dati al momento hanno accesso le Forze dell’Ordine, Questure, Carabinieri e Guardia di Finanza, non invece le Polizie Locali. Ora si sta quindi lavorando per sviluppare l’SNCCT in modo che si possa far dialogare i nostri sistemi di videosorveglianza con il data center di Napoli, così che anche noi possiamo ricevere gli alert sui veicoli rubati in transito. Si tratta di una procedura che in alcune realtà - poche per la verità - è già partita; in altre come la nostra si sta evolvendo adesso e non è stata ancora completata per problematiche tecniche, non dipendenti dai Comuni né dagli Enti partecipanti al progetto, ma specificamente relative al collegamento tra le Questure e il data center di Napoli, ossia come far arrivare in concreto i dati alle Questure per poi trasferirli al Comune. A livello comunale abbiamo quindi operato su due ambiti ben precisi per dare un sistema di videosorveglianza piuttosto ramificato sul territorio grazie a un numero di telecamere congruo e per perimetrarne i confini con il cosiddetto sistema di lettura targhe: Ai varchi d’accesso i portali installati rilevano i veicoli in entrata a Legnano e anche noi possiamo leggere i dati. Si tratta di un sistema estremamente evoluto che ci consente di andare a ricercare i veicoli semplicemente dando il numero di targa completo o una sua parte, cosa che a livello investigativo è assolutamente formidabile. Il sistema di videosorveglianza di Legnano inoltre è condiviso con il Commissariato di Polizia e con i Carabinieri consentendo a tutti i soggetti coinvolti la lettura dei dati. La centrale operativa è nostra, gli schermi sono nel locale centrale del Comando, ma Carabinieri e Polizia di Stato hanno a loro volta dei monitor collegati, da cui operare autonomamente per la ricerca targhe, per registrare le videosorveglianze e vedere quello che vediamo noi, quindi parliamo di un sistema sostanzialmente condiviso e totalmente integrato. Questo lo rende assolutamente efficace dal punto di vista della sicurezza sul territorio ed essendo autonomi, ma operando comunque in sinergia, avviene che si collabori strettamente in base all’analisi di quanto registrato».

In generale il sistema di videosorveglianza sul territorio quali esigenze riesce a soddisfare?

«Il sistema di videosorveglianza funziona da deterrente rispetto alle problematiche di determinate aree critiche del tessuto urbano. Legnano di per sé rappresenta un’area piuttosto sensibile e che richiede attenzione: Il nostro Comune, ultimo baluardo della provincia di Milano al confine con quella di Varese, e a metà strada tra i due capoluoghi, è infatti alla convergenza di un dinamismo di flussi sia di traffico automobilistico sia di persone. Anche perché la città propone numerosi eventi, richiamando un gran numero di visitatori da Milano, da Varese e in generale da tutto il territorio circostante. Il Palio di Legnano rappresenta l’evento clou e, oltre al corteo storico e alla gara ippica l’ultima domenica di maggio, a prendere vita è tutto il ‘Maggio legnanese’ con la partecipazione attiva delle Contrade già da marzo per poi arrivare in aprile e maggio ad altri e numerosi eventi (cene di Contrada, percorsi di street food, concerti...). Altri appuntamenti importanti sono, da tre anni, il Rugby Sound Festival, dieci giorni di concerti con artisti di primo piano tra fine giugno e inizio luglio che richiamano fino a 10.000 persone; a settembre invece è la volta della Coppa Bernocchi (una corsa in linea maschile di ciclismo su strada che si svolge tra l’Alto Milanese e il Varesotto, intitolata ad Antonio Bernocchi e organizzata dall’Unione Sportiva Legnanese fa parte del calendario dell’Unione Ciclistica Internazionale Europe Tour, ndr) quest’anno unitamente alla Coppa Agostoni e alla Tre Valli Varesine, dando vita al Grande Trittico Lombardo 2020, e poi tutta una serie di occasioni di socialità organizzati dalle Contrade o dall’Amministrazione comunale, tra cui la festa al castello feudale, valorizzato da diverso tempo e sede di varie manifestazioni. Per questo l’afflusso di persone e la conseguente importanza di un adeguato controllo del territorio, senza contare che, eventi a parte, a Legnano la sera le strade sono molto affollate e interessate da una movida dinamica e non senza problematiche».

Il riferimento è anche a problematiche legate all’immigrazione, regolare o meno?

«Sì, anche questo aspetto è da considerare. Legnano infatti era una città industriale e sul suo territorio sono ancora presenti varie aree dismesse che per diverso tempo sono state oggetto di occupazioni abusive da parte di immigrati. Adesso questi siti sono stati praticamente tutti bonificati e non abbiamo più grossi insediamenti ma la gestione della problematica ha sempre richiesto da parte nostra un’attività molto rilevante. In particolare, in questo senso, un imponente insediamento di cittadini rumeni, praticamente un villaggio, con la presenza di oltre 250 persone accampate nei boschi circostanti la città, una situazione che ha caratterizzato un decennio della storia di Legnano e della nostra attività come Forze dell’Ordine, chiamate a operare sgomberi e interventi vari».

E per quanto riguarda le periferie?

«In generale non sussistono particolari problemi ma certe zone richiedono comunque una certa attenzione da parte nostra. Sono presenti situazioni di degrado, come in alcune piccole gallerie commerciali ormai in disuso dove rileviamo traffico di sostanze stupefacenti. Per tutto questo la videosorveglianza è stata un tassello strategico della politica della sicurezza del territorio, nei due ambiti citati: parlando di videosorveglianza pura, siamo andati a monitorare tutte le aree, non solo quella centrale che già lo è. Non c’è angolo del centro di Legnano che non sia monitorato, ma anche all’esterno, andando a focalizzare gli interventi sulle aree critiche, in primis la stazione ferroviaria, caratterizzata fino a qualche tempo fa da un forte degrado e dove ora invece le cose si sono normalizzate. Grazie all’intervento di ristrutturazione di fabbricati che ha riqualificato l’intera zona, cui è seguito un intervento di tipo integrato con l’installazione di telecamere nei porticati e intorno ad essa, è stato risolto il problema rappresentato dal traffico di sostanze stupefacenti, con tutto ciò che vi gravita attorno. Questo, con la videosorveglianza quale elemento determinante, ha consentito di trasformare l’area, fino a quel momento ritrovo di diverse decine di persone con svariati episodi di consumo smodato di alcolici, minacce e aggressioni. Adesso invece, con la pedonalizzazione e il riappropriarsi degli spazi a disposizione da parte degli esercenti, da terra di nessuno la zona è divenuta assolutamente vivibile e i cittadini hanno ripreso a frequentarla».

Come si è svolta, dunque, la collaborazione tra Amministrazione locale e Euro.PA in merito alla richiesta di finanziamento per i progetti illustrati?

«Nelle sue fasi il progetto ha seguito un’attenta valutazione delle reali esigenze sul territorio, in stretta collaborazione tra i vari soggetti coinvolti, naturale conseguenza anche del dialogo assolutamente proficuo, e oserei dire quasi innovativo, che a Legnano intercorre tra Polizia Locale, Polizia di Stato e Carabinieri, che ci porta a confrontarci e supportarci vicendevolmente, come avvenuto in occasione di interventi di sicurezza urbana gestiti da una sinergia di forze o per quanto concerne l’ambito della videosorveglianza e le varie situazioni ed eventuali problematiche ad esso connesse. Collaborazione e interscambio tra noi e le altre Forze dell’Ordine che sussistono anche a livello di strumentazioni, per esempio per l’impiego di telecamere mobili di tipo investigativo, posizionate in base alle necessità contingenti, una tra tutti il contrasto allo spaccio di stupefacenti».

Il progetto: dettagli operativi

LegnanoIl progetto consta di 10 postazioni di videosorveglianza, che completano quello che era un sistema già consistente. Al di là di alcune situazioni particolari, sono state individuate alcune aree particolarmente critiche, tra cui la stazione ferroviaria, dove sono state installate 3 telecamere per completare il sistema di controllo che ne vedeva già 3 in funzione, andando così a fornire un insieme di immagini che consente di monitorare completamente la zona.

È stata poi completata la videosorveglianza dell’area di Piazza San Magno, nel centro città, per videosorvegliare una galleria che collegava all’area esterna dove i bivaccamenti erano all’ordine del giorno; poi Piazza Primo Maggio dove si svolge il Rugby Sound, posizionando 1 telecamera in modo da monitorare la situazione nel complesso.

«Abbiamo inoltre operato - prosegue il comandante della Polizia Locale di Legnano, Daniele Ruggeri - in altre situazioni dove sussistevano criticità, tra cui i Giardini di Corso Italia, anch’essi in centro, dove è stata posizionata 1 telecamera per il verificarsi di bivaccamenti sulle panchine e traffico di sostanze stupefacenti. Altri luoghi interessati dall’installazione di telecamere sono Piazza Don Sturzo, sempre in centro e attualmente animata da una movida particolarmente consistente; poi siamo passati alle scuole, selezionando per il progetto un Istituto che presentava dei problemi all’uscita degli studenti, per cui all’esterno della struttura scolastica è stata posizionata 1 telecamera».

In generale, però, è previsto un discorso a se stante per quanto riguarda le scuole di Legnano, per cui - spiega il comandante - «In futuro intendiamo completare il sistema di videosorveglianza andando a coprire tutti gli Istituti superiori, in particolare tre plessi scolastici, frequentati anche da studenti di altri Comuni, oltre alle scuole medie ed elementari che comunque presentano decisamente meno problemi».

Altro dato significativo è quello che riguarda l’utilizzo della fibra ottica «Stiamo infatti operando parallelamente tra installazione di videocamere e posa della fibra in previsione di dove queste saranno collocate, così da ottimizzare il sistema nel suo complesso. Molto spesso infatti accade che le due cose non convergano mentre, grazie alla gestione unica da parte di Euro.Pa Service che può contare su una visione del territorio nel suo insieme, siamo in grado di intersecare al meglio i due sistemi. Al momento quindi, con le varie postazioni, andiamo a comprendere più o meno tutte le aree critiche del territorio legnanese».

I numeri dell'installazione

Con le 10 nuove postazioni di videosorveglianza, le 12 per la lettura targhe, di cui 9 che hanno consentito la lettura in entrata e in uscita, e 3 che sono state impiegate per il progetto “Scuole sicure”, sono stati completamente perimetrati i confini comunali relativamente ai punti e agli accessi più significativi.

In circa due anni e mezzo di lavoro sono stati posati 50 km di fibra ottica dedicati solo alla videosorveglianza.

La direttiva 680

Emanata quest’anno, la Direttiva 680 si occupa del trattamento dei dati personali nelle attività di indagine per il perseguimento dei reati, con norme specifiche per i trattamenti a fini di prevenzione, indagine, etc.

 

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