Videosorveglianza – Assegnati 17 milioni a 254 Comuni per la sicurezza urbana

Con decreto del ministro Luciana Lamorgese è stata approvata la graduatoria definitiva dei Comuni che hanno accesso alle risorse statali per l'installazione di impianti di videosorveglianza. Nuove procedure per oltre 60 milioni per il 2021/2022

Sicurezza urbana, nuove risorse ai Comuni: a confermarlo è la nota sul sito del Ministero dell'Interno che annuncia la firma del ministro Luciana Lamorgese sulla graduatoria definitiva che assegna, fino a concorrenza della disponibilità delle risorse finanziarie previste, 17 milioni di euro a 254 enti locali per la realizzazione di sistemi di videosorveglianza.

Per le annualità 2021 e 2022 sono previste per la videosorveglianza risorse statali pari rispettivamente a 27 e 36 milioni di euro (articolo 35 quinquies del decreto legge n.113/2018 convertito in legge con la n. 132/2018).

La graduatoria è disponibile sul sito istituzionale www.poliziadistato.it dove è possibile scaricare anche la documentazione correlata.

La possibilità per i Comuni di realizzare sistemi di videosorveglianza avvalendosi di finanziamenti statali rientra  tra gli obiettivi di prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria nell’ambito dei Patti per l’attuazione della sicurezza urbana sottoscritti dal prefetto e il sindaco (d.l. n. 14/207, conv. con legge  n. 48/2017).

I criteri di riferimento

Le richieste presentate sono state complessivamente 2.265. La graduatoria dell'apposita procedura concorsuale indetta per la assegnazione dei fondi disponibili nel 2020 è stata redatta sulla base della valutazione della pluralità di criteri definiti con il decreto della titolare del Viminale, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze dello scorso 27 maggio. Tra i criteri di riferimento, l'indice di delittuosità comunale e provinciale, la situazione della sicurezza nell'area o aree interessate dal singolo progetto, il livello di progettazione della proposta di realizzazione del sistema.

È stata prevista la necessaria preventiva sottoscrizione di un patto con la prefettura, la non coincidenza del sistema di videosorveglianza proposto con altri precedentemente realizzati con finanziamenti pubblici concessi o erogati negli ultimi 5 anni, la preventiva approvazione del progetto da parte del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, l'impegno del Comune richiedente di iscrivere in bilancio le somme necessarie per la manutenzione degli impianti di videosorveglianza che si intende realizzare.

Un punteggio maggiore è stato riservato ai piccoli Comuni e - a parità di posizione in graduatoria - titoli di preferenza per quegli enti con una dichiarazione di dissesto negli ultimi 10 anni e, sempre negli ultimi 10 anni, lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.

Torino, Parma, Lecce, Novara, Padova, Massa, Modena sono tra i Comuni più importanti ammessi al finanziamento.

 

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