Nell’ambito della tappa torinese del Compass Day – svoltasi lo scorso novembre – un approfondimento merita l’interessante intervento a cura di Paolo Cobianchi, Project Manager di Allied Telesis Italia.
A cura di Paola Cozzi
Responsabile Rivista Sicurezza
Gruppo Il Sole 24 Ore
Nell’ambito della tappa torinese del Compass Day - tenutosi lo scorso novembre - un approfondimento merita l’interessante intervento “Videosorveglianza e risorse di rete. Come implementare una rete IP affidabile e sicura, garantendo qualità del servizio, adeguato dimensionamento del sistema e un investimento appropriato”, a cura di Paolo Cobianchi, Project Manager di Allied Telesis Italia.
Per comprendere il presente è necessario conoscere il passato, insegnano gli storici.
Come in una catena infinita, ogni anello contiene l’altro.
Così, l’apertura dell’intervento di Paolo Cobianchi in seno alla tappa torinese del Compass Day, ha aiutato il pubblico in sala a “inquadrare” lo scenario all’interno del quale si è evoluta la videosorveglianza e i suoi strumenti.
Questi gli step salienti citati dal relatore:
- il primo sistema di videosorveglianza è stato installato nel 1942
- la prima città videosorvegliata è stata la statunitense Olean, nel 1968
- la prima telecamera IP è stata progettata e commercializzata nel 1996
Che cosa significano, nel concreto, questi dati? Che, per 54 anni, dal 1942 al 1996 - un tempo lunghissimo - sono stati implementati sistemi di videosorveglianza di tipo analogico.
Una vera e propria “era analogica”, dunque.
Era analogica interrotta nel 1996, quando - con l’immissione sul mercato della prima telecamera IP - si è innescato un processo mai più arrestatosi, che ha investito tutta la dinamica del video, con il passaggio - o “migrazione” - dalle telecamere analogiche a quelle digitali, dai registratori analogici a quelli digitali, dalla risoluzione dei video PAL alla risoluzioni 1080p o superiori e, infine, dalle infrastrutture dedicate ad altre condivise.
In particolare, quello del passaggio dalle infrastrutture dedicate ad altre condivise - come ha spiegato Paolo Cobianchi - è un concetto molto caro ad Allied Telesis, che presenta un nutrito portafoglio prodotti e un insieme di funzionalità in grado di aumentare la capacità di trasportare - in totale sicurezza - le tracce video attraverso una rete IP, rendendo fattibile l’ottimizzazione del sistema anche per la videosorveglianza.
Non è più necessario, infatti, realizzare una rete a se stante.
I campi applicativi non sono cambiati, si parla infatti di: controllo di aree o palazzi, controllo del traffico, registrazione di prove, ricerca e salvataggio, sorveglianza interna, monitoraggio di situazioni pericolose, monitoraggio di aree protette, registrazione di attività pericolose e, infine, di videosorveglianza sui veicoli.
Normalmente, le sfide che si devono affrontare nell’implementare un sistema di videosorveglianza sono rappresentate da tutte le caratteristiche che il sistema stesso deve garantire, ovvero: elevata disponibilità, alte prestazioni, qualità del servizio, bassa latenza, sicurezza informatica, protezione da intrusioni, protezione da attacchi, gestione dell’autenticazione, consolidamento di rete, alimentazione remota e, infine, riutilizzo di infrastrutture esistenti.
Perché la “resilienza”?
Gestire il video su IP ha enormi e indiscutibili vantaggi, in quanto è sicuramente più flessibile di una rete con cavo coassiale.
Questo in termini di:
- ubiquità: una telecamera IP può essere collegata ovunque ci sia connessione LAN, WAN o access Internet ed è accessibile ovunque ci sia accesso alla rete. Dal punto di vista dell’installazione, non si riscontrano i problemi che si hanno con le reti tradizionali
- Web browser: il video prodotto da una telecamera IP può essere visto da un qualunque Web browser
- delocalizzazione dello storage: il video di una telecamera IP può essere registrato in un punto qualunque della rete, sulla videocamera stessa, nel data center o anche nel “cloud”
Questo è molto utile nel caso di una rete estesa, dove è importante riuscire a gestire il flusso video indirizzandolo dove serve, ad esempio nel data server - dove potrebbe risiedere anche il video server - oppure nel “cloud”
Nonostante si trovino ancora reti di videosorveglianza su cavo coassiale - implementate, quindi, mediante una vecchia tecnologia - quelle esistenti sono integrate su reti IP.
E’ quindi sempre prevista l’integrazione tra la tecnologia tradizionale e quella IP.
Una peculiarità propria delle soluzioni avanzate di videosorveglianza progettate da Allied Telesis è la “resilienza”, ovvero la capacità di un sistema di adattarsi alle condizioni d'uso e di resistere all'usura, in modo da garantire la costante disponibilità dei servizi erogati.
In altre parole: garantire la continuità operativa del sistema, di cui si comprende facilmente l’importanza se si pensa alle reti di videosorveglianza all’interno delle carceri o nelle gallerie delle autostrade.
In casi di questo genere, sarà necessario eliminare ogni singolo punto di rottura e prevedere due telecamere su ogni obiettivo, al fine di ottenere una rete resiliente fino allo switch di accesso.
Su reti di questo tipo, infatti, lo switch deve essere adeguato anche a livello di prestazioni, per garantire ridondanza di link e, dunque, la resilienza.
Consolidare l’infrastruttura
adeguando la rete esistente
Come già accennato, fino a qualche tempo fa la tendenza era quella di una “rete dedicata” per la videosorveglianza.
Le moderne tecnologie ci hanno dimostrato che, invece, oggi è possibile consolidare l’infrastruttura adeguando la rete esistente.
Nell’ottica del consolidamento, si possono utilizzare apparati usati normalmente anche per la rete: l’importante è che questi siano adeguati e configurati nella maniera corretta.
In caso contrario, basterà sostituire solo gli apparati non adatti senza stravolgere la rete esistente, senza crearne una parallela, garantendo così anche un notevole risparmio in termini di costi.
La possibilità di gestire automaticamente reti consolidate consente di automatizzare l’assegnazione degli apparati, che sono predisposti in modo da essere assegnati automaticamente alla Lan video piuttosto che dati.
I sistemi di sorveglianza IPTV coinvolgono diversi dispositivi (telecamere IP, server, client) e utilizzano la tecnologia multicast per la distribuzione e la gestione dei flussi video a ogni destinatario selezionato.
Generalmente, il flusso video live è trasmesso in unicast tra le telecamere e i server (nel caso di reti piccole, può essere il PC che “vede” la telecamera ed è un protocollo usato da tutti gli apparati) e in multicast tra i server e i client (flusso di informazioni che viene inviato da un’unica fonte a più client destinatari).
La tecnologia multicast IP permette, perciò, di ridurre il numero di flussi video inviati agli utenti, ottimizzando così il flusso.
Una rete multicast IP si avvale di diversi protocolli, a seconda della complessità e dei servizi richiesti, ma un componente fondamentale di qualunque architettura multicast è il protocollo IGMP (Internet Group Management Protocol) snooping.
Nella gestione di flussi video ricoprono ruoli molto importanti anche la qualità del servizio - che è data dalla Priorità (alta) e dalla Latenza (bassa) - la resilienza e la sicurezza.
Quest’ultima è fondamentale, in quanto nessuno deve violare il sistema e carpire video.
Per tale motivo, è importante autenticare la telecamere che si collegano alla rete.
Citiamo, tra le varie modalità di autenticazione, il protocollo 802.1x radius, la protezione dagli attacchi Port Security e la Prevenzione Dos (denial of service).
La gestione dei flussi multi-mediali richiede servizi professionali.
Allied Telesis è in grado di aiutare il cliente in fase di analisi e progettazione, fino all’implementazione e - laddove richiesto o necessario - garantisce anche supporto post-vendita.
L’azienda è in grado di coprire ogni tipo di necessità di collegamento di telecamere su IP, indipendentemente dal collegamento esistente.
Quest’ultimo è un punto che sta molto a cuore all’azienda: è importante che anche il cablaggio sia fatto in maniera ottimale, in modo da poter sfruttare quello esistente, ottimizzando - ancora una volta - l’installazione già presente.