Una società senza denaro contante?

Se la maggioranza dei pagamenti avvenisse attraverso sistemi di pagamento alternativi al contante, si avrebbe un impatto sia sulla quantità di reati sia sulle diverse tipologie criminali?

Mara Mignone
Criminologa
Presidente di RiSSC

Pur non esistendo contributi scientifici in materia e mancando, quindi, delle previsioni complete e attendibili, è possibile azzardare una risposta affermativa ai quesiti posti, partendo dal presupposto che proprio il denaro rappresenta la finalità precipua della maggior parte dei reati tentati e consumati.
Pertanto, il venir meno della sua disponibilità non potrebbe non comportare variazioni rilevanti sulle dinamiche della criminalità.
Dal punto di vista criminologico, la sostituzione del denaro contante con sistemi di pagamento “tracciabili” potrebbe determinare due principali situazioni di interesse, che dovrebbero essere valutate con attenzione per predisporre appropriate contromisure di prevenzione e riduzione del rischio.

La riduzione dei reati predatori
La prima situazione ha a che vedere con la sensibile riduzione dei reati predatori quali, in particolare, i furti, gli scippi e le rapine.
I reati predatori rappresentano una costante delle statistiche criminali. Negli ultimi anni, però, di contro al progressivo contenimento del numero di rapine a danno degli istituti bancari, sono aumentati sensibilmente i casi che vedono coinvolti soggetti diversi, dagli anziani - in particolare al momento del ritiro della pensione presso gli uffici postali - agli esercenti commerciali - soprattutto tabaccai, farmacisti, gestori di piccoli supermarket e bar - ai furgoni portavalori.
Proprio la presenza del denaro contante, troppo spesso associata a inesistenti o comunque blandi sistemi di sicurezza, privi di una reale efficacia deterrente, rappresenta l’elemento chiave che ha determinato questo spostamento degli interessi criminali (tecnicamente definito “effetto displacement”).
Fondamentalmente, i reati economici sono reati di opportunità, per la cui commissione i criminali effettuano una sorta di analisi costi-benefici.
Semplificando: rapinare una filiale bancaria è oggi più complesso e pericoloso rispetto all’entrare in una farmacia o in una tabaccheria per impossessarsi dell’incasso.
La vulnerabilità di queste nuove vittime è rilevante sotto due profili specifici: da un lato vi è la possibilità che l’incidenza delle rapine contro queste nuove vittime continui ad aumentare in considerazione del fatto che il bottino di ciascun colpo è mediamente contenuto; dall’altro, non essendo necessario un expertise specifico, il ricorso a questo genere di reati può diventare appannaggio anche di criminali improvvisati, spinti da motivazioni e/o bisogni molto diversi tra loro (ad esempio, dal reale bisogno di denaro per il proprio sostentamento o quello dei propri congiunti, alla necessità di acquistare una dose di droga, all’esigenza di pagare dei debiti di gioco o di altra natura).
Ciò premesso, il ricorso alle carte - sia di debito sia di credito - anche per i micro pagamenti farebbe venire meno il target stesso dei reati, ovvero il denaro, minimizzando così il rischio criminale.

L’incremento dei reati di tipo fraudolento
I reati di tipo fraudolento sono i reati informatici e della falsificazione, a danno soprattutto dell’identità, delle carte di pagamento, degli assegni e dei trasferimenti elettronici di fondi.
L’aumento di queste tipologie di crimini sarebbe l’inevitabile e necessaria conseguenza dell’assenza del denaro contante.
Infatti, ridurre l’utilizzo di questo ultimo a favore di altri strumenti di pagamento vorrebbe dire orientare anche l’attenzione di criminali e frodatori proprio verso i sistemi alternativi.
È ipotizzabile, pertanto, un aumento delle frodi a danno delle carte di pagamento, degli ATM e dei POS, così come dei reati informatici finalizzati all’utilizzo abusivo di account di Internet banking o al furto di informazioni da banche dati online contenenti soprattutto dati inerenti le carte di credito.
In aggiunta, diventerebbero più rilevanti sia i casi di frode a danno degli assegni sia, più in generale, il fenomeno della falsificazione di documenti di varia natura (ad esempio di identità, di reddito), in quanto necessari per la commissione delle frodi creditizie, ovvero l’ottenere prestiti o finanziamenti dissimulando la propria identità attraverso il ricorso al furto delle generalità altrui oppure l’utilizzo di identità fittizie.
Si tratta, comunque, di fenomeni criminali già ampiamente presenti, per il contrasto dei quali sia le Forze di Polizia sia le aziende stanno maturando esperienza e capacità di previsione e contrasto.
Vero è, inoltre, che clonare una carta di credito, falsificare un assegno o rubare informazioni da una banca dati online richiedono sia conoscenze/abilità sia strumentazioni che non sono alla portata di tutti.
Senza dubbio, ad ogni modo, la creazione di una vera cashless society non potrebbe prescindere da un massiccio investimento in tecnologie per la sicurezza, capaci di svolgere una duplice funzione: da un lato, tutelare in modo efficace gli strumenti di pagamento e, dall’altro, “convincere” i cittadini - soprattutto italiani - a vincere la diffidenza verso l’uso di soluzioni sostitutive del denaro contante.

L’impatto sulla lotta alla criminalità
Una società in cui i trasferimenti di denaro siano tracciati e soprattutto sempre tracciabili, permetterebbe di avere notevoli benefici nella lotta alla criminalità. Basti pensare che diverse fattispecie criminali diventerebbero molto più difficoltose da realizzare, necessiterebbero di un nuovo “approccio”, nuovi schemi e nuove tecniche.
Sarebbe necessaria una sorta di riorganizzazione dei tempi e dei metodi criminali, che avrebbe un impatto sicuramente positivo sull’organizzazione delle contromisure di contrasto e riduzione della criminalità.
Il riciclaggio di denaro sporco, l’evasione fiscale, la corruzione, il finanziamento illecito al terrorismo internazionale sono solo alcune delle fattispecie che troverebbero nell’assenza del denaro contante un ostacolo concreto alla loro commissione.
Di contro alle difficoltà per criminali e frodatori, le Forze di Polizia e le autorità competenti avrebbero invece maggiori possibilità, opportunità e strumenti per rendere più efficienti le attività investigative e per potenziare le attività di intelligence.
Infatti, la possibilità di accedere alle informazioni inerenti le movimentazioni di denaro permetterebbe sia un più facile monitoraggio continuo dei flussi di denaro, sia l’individuazione tempestiva di eventuali segnali di anomalia e di veri e propri alert sia, infine, l’accertamento delle dinamiche di ciascun caso, anche attraverso l’incrocio delle informazioni stesse.
Il rischio che si può intravedere delineando questo scenario riguarda la possibilità che, con il tempo, gli schemi criminali diventino sempre più complessi, riuscendo al contempo a sfruttare le inevitabili falle e i limiti intrinseci di una società senza denaro contante.
Ciò potrebbe impattare sulle attività di investigazione e contrasto, rendendole a loro volta più difficili.
Considerato, però, che il crimine evolve rapidamente e che la lotta alla criminalità è un percorso dinamico, in continua evoluzione, questo rischio non deve essere considerato un ostacolo alla cashless society, soprattutto in virtù dei benefici che questa comporterebbe.

Il ruolo della tecnologia
Delineare i tratti criminali di una società senza denaro contante richiama un aspetto molto dibattuto quale quello del ruolo delle tecnologie per la sicurezza.
Infatti, come già accennato, non è pensabile poter attuare un passaggio così importante senza un supporto tecnologico che metta in sicurezza tanto gli strumenti alternativi di pagamento quanto i contesti e i canali - online e offline - per il loro utilizzo.
Lo sviluppo tecnologico, però, dovrebbe andare anche in altre due importanti direzioni: da un lato dovrebbe potenziare le capacità e il ruolo di soluzioni di supporto - quali, ad esempio, le telecamere di sorveglianza - nell’ambito di veri e propri sistemi integrati di controllo.
Dall’altro, dovrebbe incentivare e facilitare lo scambio e la condivisione delle informazioni per finalità sia di analisi sia di repressione della criminalità.
Risultati significativi sono già stati ottenuti nella lotta alle frodi ai danno delle carte di credito, così come nel contrasto ad alcune tipologie specifiche di furto di identità.
In particolare, in questo senso, l’esperienza britannica conferma l’importanza di un approccio sinergico e olistico alla prevenzione del crimine, capace di coniugare efficienza tecnologica con esperienza e intuito umani.

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