Telecamere IP e per la lettura targhe, barriere e controllo accessi ora hanno un alleato in più per contrastare l’abbandono illegale dei rifiuti: l’intelligenza artificiale.
Il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti in Italia è ancora lontano dall’essere debellato. La tecnologia per contrastarlo non manca, dalla videosorveglianza ai sistemi di lettura delle targhe, fino all’intelligenza artificiale: ma quanto sono effettivamente richieste e diffuse oggi nel Paese queste soluzioni, quando si tratta di tutelare il territorio dallo scarico abusivo della spazzatura?
«L’attenzione sul tema dell’abbandono rifiuti è sicuramente elevata già da alcuni anni, e di conseguenza esiste una richiesta di soluzioni che siano di ausilio per il contrasto del fenomeno, oltre ad agire come deterrenti - spiega Daniele Fortin, Technical Solution Consultant di Elmat - Sono coinvolti da questo dannoso problema diversi soggetti, come per esempio i Comuni e le municipalità, le forze di polizia locale, le aziende sanitarie locali e le aziende di gestione rifiuti.
L’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza per la gestione del problema è limitato e impiega principalmente soluzioni tecnologiche poco evolute e di bassa efficacia. Sicuramente oggi esistono strumenti e apparati per un contrasto più efficiente e meno dispendioso dal punto di vista delle risorse umane (basti pensare, per esempio, al tempo impiegato dagli operatori per visionare ore di filmati e grandi quantità di immagini)». D’altra parte, le zone del territorio da proteggere con i sistemi di videosorveglianza - se si vuole contrastare il fenomeno - sono numerose: questo, naturalmente, rende la sfida ancora più impegnativa.
«Si possono identificare aree più critiche, come le strade di scorrimento periferiche (meno frequentate e trafficate, quindi raramente presidiate), le aree verdi, i parcheggi, le zone industriali. Le isole ecologiche sono inoltre spesso oggetto di abbandono dei rifiuti fuori dai contenitori, conferimento di rifiuti non conformi, ingombranti o addirittura rifiuti industriali. Infine, i grandi spazi lontani dai centri cittadini, come le aree rurali e simili, sono purtroppo soggetti in molte zone d’Italia all’abbandono di rifiuti pericolosi, scarti industriali e così via».
Alla base di un progetto adeguato di sicurezza anticrimine del territorio, allora, non può mancare la collaborazione tra i soggetti chiamati a disegnare e a gestire le zone interessate. «Per gli installatori, e in fase preliminare per i progettisti, è fondamentale la collaborazione con le forze dell’ordine e con le aziende di gestione rifiuti, per valutare con attenzione le dinamiche e le tipologie di abbandono rifiuti che vengono riscontrate da chi effettivamente opera sul campo. Risultano quindi determinanti l’ascolto delle esigenze, l’analisi delle modalità correnti di indagine e di contestazione delle infrazioni».
Videosorveglianza in tre atti
Di conseguenza, entrando nel merito della tecnologia, la videosorveglianza indirizzata a contrastare l’abbandono dei rifiuti si caratterizza per alcune funzionalità precise. «I sistemi di videosorveglianza evoluti sono dotati di funzionalità tali da permettere di semplificare le operazioni dei soggetti coinvolti nel contrasto, nella prevenzione e nel sanzionamento dei comportamenti dannosi per tutta la collettività - prosegue Fortin - Spesso i siti da monitorare sono isolati, quindi carenti sia dal punto di vista della connettività sia dal punto di vista dell’alimentazione elettrica. Due aspetti però risolvibili grazie alla combinazione di soluzioni, come per esempio i sistemi di alimentazione fotovoltaica con batterie e i sistemi wireless HIPERLAN a 5 GHz o tramite router con tecnologia cellulare 4G o LTE».
Questa non è l’unica opzione tecnologica a disposizione, nell’ottica di garantire la massima flessibilità di progettazione, installazione e gestione. «È comunque possibile realizzare anche sistemi privi di connettività, che gestiscono le registrazioni delle immagini direttamente a bordo telecamera su schede SD dedicate, specifiche per la videosorveglianza. La combinazione delle due funzionalità risulta maggiormente efficace, si tratta di valutare con attenzione le esigenze e le modalità operative dei soggetti interessati, per ragionare su costi/benefici e vantaggi/svantaggi. Per quanto riguarda le immagini, la tecnologia di videoanalisi direttamente a bordo delle telecamere aiuta la fase di indagine da parte degli operatori».
La videosorveglianza, pertanto, offre un contributo decisivo nell’inibire le condotte di scarico abusivo, ma può essere supportata da altre tipologie di soluzioni. «È importante poter identificare chi commette l’infrazione. Come? Grazie al rilevamento della targa del veicolo, che può essere eseguito in modo rapido ed efficace da un sistema LPR (License Plate Recognition) attivo sulla telecamera. Ci possiamo inoltre affidare all’Intelligenza Artifi ciale per rilevare la presenza e lo stazionamento di veicoli in determinate aree, per rilevare la presenza di una persona e infine l’abbandono di oggetti/rifiuti. Automatizzare questi rilevamenti permette di risparmiare agli operatori ore e ore di visione delle immagini alla ricerca di eventi di abbandono rifiuti. Queste funzioni, abbinate al rilevamento automatico della targa del veicolo si traducono in una soluzione».
Le virtù della videoanalisi intelligente
Inoltre, nei siti ecologici la videosorveglianza può integrarsi e interagire anche con ulteriori tecnologie di sicurezza come barriere, allarmi, serrature e sistemi di controllo degli accessi. «Nelle isole ecologiche e nei centri di raccolta rifiuti delimitati da recinzioni e gestiti con un accesso limitato (stabilendo per esempio determinati giorni e fasce orarie), è possibile realizzare un livello di automazione e controllo dei varchi di accesso - osserva Fortin - Le funzionalità di videoanalisi intelligente possono gestire il comando di barriere, allarmi, serrature ecc. tramite l’attivazione di input e output della telecamera stessa o di apparati di controllo accessi connessi in rete. Alcuni esempi possono essere l’apertura automatica di un cancello a fronte del rilevamento di una targa autorizzata, l’attivazione di un allarme dopo il rilevamento di una persona in una zona di pericolo o di un accesso in orario non autorizzato».
Chiaramente, anche nei siti ecologici la gestione dei dati raccolti dalla videosorveglianza deve garantire la privacy degli utenti. «La gestione dei dati rientra nelle dinamiche previste per gli impianti di videosorveglianza comunale, in quanto si tratta di riprese effettuate in aree pubbliche e gestite dalle forze di polizia locale. Quindi, la privacy degli utenti è tutelata e garantita dalle stesse norme che regolano i sistemi di videosorveglianza cittadina.
Nella maggioranza degli impianti esistenti è già così, sia che le telecamere dedicate siano direttamente connesse alla rete di videosorveglianza cittadina, sia che la connettività sia gestita tramite 4G/ LTE (devono essere previste VPN dedicate per ogni sito), sia in assenza di connettività, con le immagini scaricate da operatori che si recano direttamente sul sito. È importante ricordare che i sistemi di rilevamento targhe, per queste applicazioni, non dispongono dell’omologazione per l’accertamento automatico delle sanzioni (come per esempio le ZTL), ma sono da considerarsi strumento di ausilio e supporto alla polizia locale».
La sicurezza è (anche) mobile
Grazie all’impegno dei vendor nel proporre tecnologie di facile utilizzo, l’adeguata gestione della videosorveglianza nei siti ecologici è alla portata dell’utente comune. «L’obiettivo dei sistemi di videosorveglianza intelligenti è semplificare e ottimizzare le operazioni del personale dedicato al monitoraggio - assicura Fortin - Questi sistemi sono dotati di interfacce user friendly, quindi le competenze lato operatore si possono acquisire tramite pratiche sessioni di formazione all’uso».
Elmat segnala un progetto di videosorveglianza per i siti ecologici per i suoi aspetti paradigmatico. «Un esempio interessante riguarda un sistema di videosorveglianza cittadina, dove sono stati previsti alcuni siti di ripresa fissi per il monitoraggio dell’abbandono rifiuti e un sito “mobile”, che può essere smontato e riallestito semplicemente in base alle esigenze. I siti fissi sono connessi al sistema centrale tramite rete HIPERLAN a 5 GHz e prevedono una registrazione continua sul server centrale e la generazione di un “segnalibro” per ogni evento che l’intelligenza artificiale della telecamera rileva come possibile abbandono rifiuti; in questo modo, gli operatori di polizia locale vanno a verificare le immagini in modo mirato.
Il sito mobile, invece, è dotato di alimentazione indipendente, tramite pannello fotovoltaico e batterie, e di connettività autonoma tramite router 4G; le registrazioni sono conservate all’interno della telecamera e attivate in modo mirato grazie alla rilevazione automatica degli eventi critici effettuata dalla telecamera».
Il futuro? Soluzioni custom e smart
Sulla lotta contro l’abbandono dei rifiuti si scriveranno nuovi capitoli nel prossimo futuro, sia in virtù di una proposta tecnologica in continua evoluzione, sia per l’impegno sempre più attento e deciso delle istituzioni. «Il problema dell’abbandono dei rifiuti sta diventando una priorità per le amministrazioni comunali - conferma Fortin - Si tratta di un’emergenza sociale, oltre che ambientale». La sicurezza non mancherà di offrire il suo contributo.
«Andrea Rizzo, Co-Ceo di Elmat, ci spiega che sono sempre di più le richieste di poter considerare un sistema davvero efficace in questo ambito. Il nostro obiettivo è diffondere l’innovazione tecnologica a supporto delle persone e lavoriamo sempre di più a stretto contatto con partner tecnologici (come, per esempio, chi realizza l’intelligenza artificiale) per sviluppare soluzioni customizzate e adatte a situazioni specifiche, che si differenzino dalle applicazioni standard per la sicurezza ampiamente già conosciute in ambito di videosorveglianza. Nel 2023 - conclude Fortin - continueremo ad affiancare i partner con l’obiettivo di personalizzare ogni volta la soluzione tecnologica in base al bisogno specifico».