La tecnologia al servizio della sicurezza sul lavoro

Oggi l’utilizzo della videosorveglianza, coadiuvata dall’intelligenza artificiale, permette di sviluppare soluzioni appositamente progettate per la tutela dell’incolumità dei lavoratori a seconda delle specifiche applicazioni e contesti. Come lavora il professionista e quali sono gli strumenti a sua disposizione? Parla Giovanni Fiorino, product manager di Axitea.

In Italia, il tema della sicurezza sul lavoro continua a fare notizia, con il numero di infortuni e vittime di incidenti sul lavoro che non accenna a diminuire. L’innovazione tecnologica oggi sta consentendo di gestire anche casi particolari, che prima avrebbero necessitato di misure più complesse o avrebbero comportato il rischio di interventi tardivi in caso di emergenza.

Abbiamo parlato con Giovanni Fiorino, Product Manager di Axitea, di come l’utilizzo di soluzioni di sicurezza tecnologiche e intelligenti possa rappresentare uno strumento in più per tutelare i lavoratori e creare ambienti di lavoro sani e sostenibili.

Giovanni Fiorino, Product Manager di Axitea

Come viene sviluppato il progetto di sicurezza quando l’obiettivo è la salvaguardia della salute dei lavoratori?

«Il progetto di sicurezza parte da un’accurata analisi del contesto, in base alle caratteristiche e ai bisogni specifici del cliente. In questa fase il security specialist raccoglie le esigenze ed effettua un risk assessment, trasferendo a un team di tecnici progettisti tutte le informazioni necessarie per realizzare una soluzione su misura. In particolare, per quanto riguarda la salvaguardia della salute dei lavoratori, grande attenzione viene data all’ergonomia e alla facilità d’uso dei dispositivi messi a disposizione, oltre che ovviamente alla piena conformità rispetto alle normative vigenti (fra tutte il D.Lgs. 81/2008)».

Quali sono le soluzioni tecnologiche oggi a disposizione di progettisti e professionisti? 

«Oggi chi si occupa di sicurezza ha a disposizione una scelta vastissima di soluzioni per la sicurezza sul lavoro, ognuna appositamente progettata per applicazioni specifiche. Esistono, per esempio, soluzioni per la tutela dei lavoratori isolati, che permettono di inviare una segnalazione di allarme in caso di caduta a terra per malore o infortunio, o anche per lavoratori in viaggio, con apposite funzioni antiaggressione; ancora, se parliamo di rischio cardiaco, avere a disposizione un defibrillatore automatizzato esterno (DAE) nel luogo di lavoro può fare la differenza tra la vita e la morte.

Un altro esempio è l’utilizzo di telecamere con soluzioni di intelligenza artificiale collegate a un SOC (Security Operation Center), che consentono di intervenire per controllare il corretto utilizzo di DPI (come caschetti, gilet da lavoro e mascherine), per rilevare principi di incendi o accertare la caduta di una persona, oppure per allertare il lavoratore in caso di potenziale collisione con una macchina».

Qual è il ruolo del SOC e com’è tipicamente articolata questa struttura? 

«Il SOC deve essere in grado di rispondere nel giro di pochi secondi ad allarmi che possono arrivare da molteplici fonti: sistemi di sicurezza installati negli edifici (per esempio, impianti antincendio), personale (sistemi di sicurezza personale), automezzi (sistemi satellitari su autovetture o mezzi pesanti). Il personale del SOC, altamente qualificato e multidisciplinare, elabora questi dati 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, grazie a piattaforme software specializzate nella raccolta e classificazione dei dati e nella gestione degli incidenti».

Che caratteristiche devono avere i prodotti per la sicurezza sul lavoro? Quale può essere il ruolo dell’intelligenza artificiale in merito? 

«La principale caratteristica che ricerchiamo nelle soluzioni per il nostro portafoglio è la possibilità di declinare la tecnologia al servizio dell’uomo. L’intelligenza artificiale a oggi rappresenta l’evoluzione più spinta di questo concetto, perché permette non solo di reagire a un rischio o a una minaccia, ma anche di anticiparli come un vero e proprio strumento di prevenzione. I meccanismi di deep learning, peraltro, permettono di affinare sempre più la capacità di analisi delle telecamere affinché le informazioni vengano elaborate in maniera sempre più completa e precisa».

Quali sono le competenze richieste a coloro che si occupano di sistemi per la sicurezza sul lavoro? 

«Chi si occupa di queste tematiche deve avere piena consapevolezza delle normative in materia, sia a livello nazionale che internazionale: è fondamentale tenersi costantemente aggiornati, per questo motivo Axitea eroga oltre 400 ore di formazione ai propri tecnici ogni anno».

Quali possono essere i futuri sviluppi di questo segmento della sicurezza?

«Le applicazioni di intelligenza artificiale e il deep learning possono guidare lo sviluppo delle soluzioni in un’ottica sempre più di prevenzione e meno di reazione: prevenire il rischio anziché curarlo può portare a un innalzamento della sicurezza sui luoghi di lavoro e a un abbattimento degli incidenti.

Oltre a questo, bisogna considerare la crescente pervasività dei dispositivi IoT, che si caratterizzano per essere sempre più piccoli, più economici, più precisi nella geolocalizzazione e meno energivori: dispositivi sempre più connessi permettono di abilitare nuove funzionalità smart e mettono a disposizione una mole di dati e informazioni mai vista prima».

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