Taser – Ok all’uso in Italia. Ma si tratta di opportunità o complicazione?

È stato approvato l'uso del Taser, la pistola elettrica, in Italia. Molte però sono le restrizioni imposte dal regolamento. La questione è aperta

Ormai ci siamo. Il 17 gennaio 2020 il Consiglio dei Ministri ha approvato l’uso del Taser e ora si deve solo attendere che le 4.482 pistole elettriche siano consegnate nelle mani delle Forze dell’Ordine. Dal 2018, ossia da quando è iniziata la sperimentazione nel nostro Paese, a oggi, più volte il Taser è stato al centro di nostri articoli e approfondimenti (leggi il nostro articolo “Arriva il Taser. Che cos’è? Come agisce? Quali gli effetti?”, sul numero di Sicurezza di settembre 2018). E anche questa volta è su un altro nodo di discussione che vogliamo focalizzare l’attenzione. Il Cdm, infatti, per disciplinare l’uso del Taser ha imposto tutta una serie di restrizioni. Tali margini, se venissero applicati alla lettera, ne renderebbero pressoché impossibile l’utilizzo. «I limiti troppo stringenti per l’uso del Taser rischiano di trasformare questa novità in un boomerang per gli agenti delle Forze dell’Ordine». A dirlo è stato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp.

Quali sono i rischi?

Le regole di ingaggio prevedono, per esempio, l’obbligo di considerare la “visibile condizione di vulnerabilità e, soprattutto, i rischi ‘associati con la caduta della persona’ colpita dalla scossa elettrica”. In pratica, un agente che si trova a operare nella tipica situazione che prevede l’utilizzo di questo strumento di dissuasione dovrebbe, di fatto, effettuare una serie di “calcoli” e previsioni molto difficili soprattutto nel bel mezzo di un’azione sul campo. Senza considerare l’eventualità che il malvivente possa successivamente rivalersi sull’agente stesso in sede legale per chiedere un risarcimento per il danno subito. “Si tratta - ha proseguito Pianese - di valutazioni complesse, difficili, se non impossibili, da compiere nelle situazioni di particolare rischio e concitazione che richiedono l’uso di un’arma. In questi casi, infatti, tutto avviene in un arco temporale brevissimo. Il rischio, perciò, è che i poliziotti vengano esposti a richieste di indennizzo da parte dei soggetti colpiti dagli impulsi elettrici per eventuali lesioni riportate nella caduta e non ‘valutate’. È inaccettabile”, ha concluso.

Cosa dice la norma

Dal punto di vista normativo, il Taser è inquadrato come un’arma a tutti gli effetti e, in quanto tale, è soggetto a tutta una serie di restrizioni. Di fatto, quindi, pur essendo stata creata con un fine diverso (la dissuasione, e non l’offesa), la pistola elettrica rischia di diventare un duplicato dell’arma d’ordinanza. Con tutte le problematiche connesse. «Le modifiche alle ‘caratteristiche di alcune armi da fuoco’, annunciate in seguito alla riunione del Consiglio dei Ministri dello scorso 17 gennaio - auspica il Coisp - necessitano di un confronto con chi poi avrà il compito di impiegare questi strumenti, ed è imprescindibile che il confronto si svolga prima che i cambiamenti vengano adottati».

IN BREVE

  • Il Taser introdotto in Italia rilascia un impulso della durata di 5 secondi. Per quello americano la durata è invece decisa da chi usa l’arma, facendone quindi uno strumento potenzialmente più pericoloso per le persone
  • Il dispositivo è colorato di giallo affinché sia subito distinguibile da un’arma da fuoco

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