Standardizzazione video, fenomeno in divenire

“Il concetto di semplificazione è stato ‘venduto’ come standard de facto, quando, in realtà, la standardizzazione è un’attività in corso d’opera, in cui interconnettività e interoperabilità rappresentano punti di arrivo, non di partenza”. Leggi l’intervista in esclusiva ad Andrea Natale.


Paola Cozzi
Responsabile Rivista Sicurezza

La standardizzazione video non è un concetto astratto.
C'è tutta un'attività normativa che lavora alla sua definizione e alla sua concreta realizzazione a livello internazionale, con la quale il
Forum ONVIF e il Consorzio PSIA sono chiamati a collaborare.
Andrea Natale, marketing manager di ADT Fire & Security, nonché membro del Gruppo di lavoro WG12 che fa capo al comitato tecnico IEC TC79, illustra per noi quello che è un
processo in atto, destinato a durare nel tempo e a dare i suoi frutti a opera ultimata. A lui la parola

Dottor Natale, a che punto è in Europa l'attività normativa in materia di standard video?
Nell'ultimo anno c'è stata un'evoluzione, un'apertura a livello mondiale. Tutte le attività di standardizzazione, da sempre coordinate in Europa dal Cenelec - Comitato europeo di normazione elettrotecnica - sono passate sotto il coordinamento dell'IEC - Commissione Elettrotecnica Internazionale per la definizione di standard in materia di elettricità, elettronica e tecnologie correlate. Commissione composta dai rappresentanti dei corpi di standardizzazione nazionali riconosciuti.

Che cosa ha segnato tale apertura?
L'ingresso - nei Gruppi di lavoro - di paesi come Russia, Stati Uniti, Cina e Giappone, allargando in questo modo la portata del fenomeno e conferendo all'attività di standardizzazione un respiro mondiale e un'autorevolezza maggiore.

Entriamo nel vivo dell'attività…
I lavori si sono aperti lo scorso gennaio, con l'incontro dei Gruppi di standardizzazione video IP. L'esordio ha visto, come prima cosa, la conferma dell'attività svolta finora, a livello europeo, dal Forum ONVIF e dal Consorzio PSIA, validandone in questo modo la mission e riconoscendone la bontà del lavoro. Per l'esattezza, si è partiti dalla definizione letterale di “sistema video”, considerando l'acronimo “CCTV” - Closed Circuit TeleVision - ormai riduttivo e sostituendolo con “VSS” - Video Surveillance Systems - definizione, questa, più ampia, che abbraccia sia le vecchie che le nuove tecnologie. Come secondo step, si è deciso di approfondire quegli aspetti - peraltro già trattati dal Gruppo di lavoro europeo - legati alla progettazione, all'analisi del rischio, ai requisiti operativi degli utilizzatori, alla documentazione necessaria, ai sopralluoghi, all'installazione, ai test di rilascio impianto e alla manutenzione dei sistemi video.

Non si tratta di aspetti tecnologici…
No, affatto. Diciamo che gli aspetti tecnologici relativi ai due standard sono quelli più “spendibili” da parte dei produttori, quelli di maggior appeal sotto il profilo commerciale…

Che cosa significa?
Parlare di interconnettività e di interoperabilità tra dispositivi IP di marche diverse, esercita una maggiore presa sul mercato che non parlare di quegli aspetti più complessi di un sistema di videosorveglianza, che hanno - ad esempio - a che vedere con la sua definizione e la sua corretta progettazione. Ritengo sia stato speso prematuramente un concetto…

Quale concetto?
Il concetto di “semplificazione”, venduto come standard de facto, quando, in realtà, la standardizzazione è un fenomeno in divenire, un'attività in corso d'opera, in cui semplificazione, interconnettività e interoperabilità rappresentano i punti di arrivo, non di partenza.

Punto di arrivo: quando?
C'è ancora molto da fare. Direi che occorrono almeno due anni per la messa a punto dei contenuti delle norme e per il processo di inchiesta pubblica e valutazione dei commenti. E poi c'è tutto il periodo di recepimento da parte dei paesi che utilizzeranno gli standard.

Che cosa offrono oggi i due standard?
Sono in grado di fare fronte alle problematiche di trasmissione dei flussi video. Ma non vanno oltre. E' in piena fase di definizione tutta la parte relativa alla gestione video.

Che cosa comprende?
Il programma dei lavori comprende un intero “capitolo” dedicato a quegli aspetti del video IP - chiamati in gergo tecnico “meta-dati” - che riguardano data e ora, nome della telecamera, comandi, audio, motion detection ecc. Gli standard saranno davvero funzionali agli installatori e agli integratori di sistemi solo quando i Gruppi di lavoro avranno affrontato, definito e normato tali aspetti. Come ho detto, si tratta di un percorso lungo, reso ancora più complicato da altri fattori…

A che cosa si riferisce?
Nell'ultimo anno, il processo di standardizzazione ha subito alcune azioni di disturbo o di sovrapposizione. In particolare, si è verificato un tentativo - da parte di singole aziende che hanno creato comitati tecnici ad hoc - di standardizzare alcune soluzioni proprietarie in materia di videosorveglianza…

Si spieghi meglio…
Sulla scia del Forum ONVIF e del Consorzio PSIA, alcune aziende straniere hanno sfruttato il proprio know how per avviare un processo di standardizzazione presso altre organizzazioni internazionali, come ad esempio l'ISO. Ma, mentre l'IEC si occupa di standardizzazione in materia di elettricità, elettronica e tecnologie correlate - compresi, dunque, la security e, al suo interno, il video IP - l'ISO, Organizzazione internazionale per la definizione di norme tecniche, si occupa di standardizzazione nei settori più disparati, che comprendono, tra i tanti, l'antinfortunistica e l'antincendio ma non la security. Con tutte le conseguenze che questa “lacuna” può comportare…

Si è, dunque, creato un Gruppo di lavoro parallelo…
Che ha prodotto dei documenti - approvati - che in alcuni punti sono, però, in conflitto con tutto il lavoro svolto negli ultimi tre anni dal Cenelec e ora da IEC. Solo un esempio, che la dice lunga sulla distanza esistente tra le due realtà: l'attività di standardizzazione avviata da questo Gruppo è in fase larvale e prevede standard proprietari, chiusi. Mentre ONVIF e PSIA lavorano su standard assolutamente aperti, interoperabili, disponibili a tutti.

Qual è la situazione attuale?
Di confronto e di mediazione. Nel concreto, si sta cercando di capire se le motivazioni per le quali alcuni Comitati tecnici hanno avviato un processo di standardizzazione possono essere inglobate nel lavoro di IEC. C'è poi una ricerca di credibilità. Se Associazioni con precise finalità adeguano la propria mission agli interessi delle aziende che vi aderiscono - il cui obiettivo è solo quello di commercializzare i propri prodotti - rendono meno credibile tutto il complesso normativo e il lavoro svolto seriamente dagli altri Comitati.

Presentiamo i Gruppi di lavoro sotto l'egida di IEC…
L'attività di standardizzazione in materia di videosorveglianza fa capo al Gruppo di lavoro WG12 del Comitato tecnico TC79 - coordinato da Frank Rottmann, Manager Security Systems and Integrated Systems di Bosch Sicherheitssysteme GmbH, Germania - a sua volta strutturato in tre sottogruppi, che si incontrano due volte l'anno. Il primo - coordinato sempre da Rottmann - si occupa dei requisiti generali dei sistemi Tvcc. Il secondo fa capo a Farzin Aghdasi - Group Senior Expert & Senior Manager, Solutions and Technology Office di Schneider Electric, USA - e si occupa del protocollo IP nella video-trasmissione. Infine, il terzo - coordinato da Chaowu Chen, Professor - The First Research Institute of Ministry of Public Security of P.R.C., ente governativo cinese - tratta delle interfacce di trasmissione analogiche e digitali. Ognuno dei tre gruppi ha appena terminato una prima bozza di norma, che verrà fatta circolare a breve per ricevere commenti dai membri dei comitati tecnici nazionali.

Quali altre norme sono pronte in questo momento?
Quelle prodotte a livello europeo dal Cenelec, che sono raggruppate nella serie EN50132-x e che rappresentano la base del corpo normativo che si sta sviluppando in sede IEC. Queste normative prevedono ONVIF e PSIA come punti di riferimento per gli standard video IP. Alcune sono ancora al voto. Altre, invece, sono già state votate positivamente ed entro la fine di quest'anno verranno recepite in Europa e, quindi, in Italia tramite il CEI.

Come è possibile seguire da lontano i lavori ed essere informati sull'attività di standardizzazione?
Contattando il CEI - tramite il quale, come membro insieme ad altri colleghi, rappresento l'Italia nell'attività normativa presso il Cenelec e l'IEC - che periodicamente emette comunicati in materia. La mission del Comitato Elettrotecnico Italiano - lo ricordiamo - è quella di elaborare documenti normativi di buona tecnica, partecipare alla stesura e recepire documenti normativi armonizzati europei, partecipare alla stesura di normative internazionali, diffondere la cultura tecnico-scientifica e della standardizzazione.

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