Gestione della sicurezza e grandi eventi sportivi – Il modello Universiadi 2019

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    Foto: Pool fotografi Universiade 2019

    Videosorveglianza, tornelli a raggi X, Forze dell’Ordine, Esercito, volontari, personale di sorveglianza: tutti insieme hanno dato vita alla “squadra” delle Universiadi 2019 che ha affrontato a Napoli la sfida della sicurezza durante questo grande evento multisportivo

    Più di 6 mila atleti provenienti da 118 Paesi, impegnati in un grande evento sportivo multidisciplinare diffuso in tutta la regione. Per la sua entità le Universiadi 2019 di Napoli, che si sono svolte anche in tutte le altre province della Campania, hanno rappresentato un importante banco di prova per quanto riguarda la gestione della sicurezza.

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    Lorenzo Zanoni, Head of Security dell’Universiade Napoli 2019

    «Siamo tutti abituati a leggere le Universiadi, manifestazione sportiva multidisciplinare rivolta ad atleti universitari provenienti da ogni parte del mondo, esattamente come le Olimpiadi», racconta Lorenzo Zanoni, Head of Security dell’Universiade Napoli 2019. «In realtà, però, vi sono delle differenze non da poco, per esempio non esiste un unico villaggio per gli atleti». Alle Universiadi ve ne erano, infatti, ben sette. «Non solo - prosegue Zanoni - alcuni atleti sono stati alloggiati a bordo di due navi da crociera ormeggiate in porto, quindi in un contesto, quello portuale, già di per sé complicato per quanto riguarda la sicurezza. Ai consueti livelli di gestione dei flussi, in questo caso si sono aggiunti anche quelli degli atleti, per i quali sono stati studiati percorsi diversi da quelli dei crocieristi»

    Considerata la criticità dell’area portuale, tra i protagonisti della sicurezza sono spiccati i tornelli a raggi X per intercettare eventuali ordigni esplosivi.

    Anche quando gli atleti sono stati alloggiati negli alberghi, spesso ciò non è avvenuto in esclusiva. «Anche in questo caso abbiamo dovuto studiare, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, piani di sicurezza che prevedessero l’impossibilità da parte degli atleti di unire i propri flussi con i clienti», prosegue Zanoni. «Anche gli aspetti relativi ai trasferimenti degli atleti sono stati particolarmente complessi, proprio perché partivano da villaggi diversi e si recavano in situazioni di competition venue presenti in tutta la regione».

    Tra tecnologia e fattore umano

    Per quanto riguarda il Comitato Organizzatore, sono stati impiegati nei servizi di sorveglianza circa 1.500 tra guardie giurate armate, sorveglianti e steward. «Questo personale si è integrato agli oltre 1.000 uomini e donne delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito che sono stati dislocati in Campania, a supporto delle altre forze presenti abitualmente sul territorio».

    Fondamentale, per gestire tutta la popolazione delle Universiadi direttamente coinvolta nell’organizzazione, dalle delegazioni ai volontari, è risultato un sistema di accrediti tramite lettori come i barcode. «Questo ha permesso di verificare con estrema efficacia la situazione di ciascun accredito: per esempio, in caso di accredito sospeso ad Avellino, in tempo reale questo finiva sulla black list di tutti i palmari e lettori presenti sul territorio campano. I 150 mila accrediti così gestiti, peraltro, sono stati sottoposti a un background check da parte delle autorità di pubblica sicurezza e, dunque, rilasciati solo in seguito al nullaosta delle Forze dell’Ordine».

    Per quanto riguarda la videosorveglianza, in alcuni impianti sono stati realizzati dei sistemi ad hoc in virtù dei lavori di ristrutturazione che li hanno coinvolti. «Non sono state scelte tecnologie speciali perché risulta ancora insufficiente, negli eventi sportivi come le Universiadi, il numero di spettatori che necessita di particolari attenzioni, come ha dimostrato l’assenza di situazioni conflittuali dal punto di vista del pubblico».

    Passando ai sistemi antintrusione, la preferenza è andata «al vecchio sistema del controllo visivo, grazie alla presenza fisica di numerosissimi operatori sul territorio, con ronde incostanti per evitare procedure che scadessero nell’abitudinarietà. Particolarmente prezioso, su questo fronte, il supporto dell’Esercito, dato che i militari, per formazione, sono abituati al presidio di una zona ristretta».

    A ogni sport la sua sicurezza

    Ci sono state, poi, situazioni particolari da affrontare, legate alle peculiarità dei diversi sport. «In quanto evento multisportivo, ci siamo occupati anche di armi da fuoco e, quindi, di tutte le procedure di sicurezza per le importazioni di armi dall’estero, per la loro gestione e per gli spostamenti», segnala Zanoni. «Ogni sport ha la propria specificità e necessità: si pensi anche alle aste del salto in lungo, che sono un’attrezzatura per l’atleta fondamentale ma di difficile trasferimento e per le quali è necessario garantire l’integrità e la sicurezza del bene. Un ulteriore esempio ha riguardato la gestione della partenza degli atleti del tiro al volo, per i quali abbiamo dovuto predisporre scorte e procedure particolari per il ritiro e per il trasporto delle armi, anche con posti di blocco».

    Per la sicurezza dell’evento, infine, è risultato fondamentale sia il contributo dei volontari, che sono stati destinatari di alcuni momenti di formazione, sia delle aziende partner, selezionate attraverso specifici bandi di gara per fornire personale di sorveglianza. «Per quanto riguarda i volontari, innanzitutto abbiamo insegnato loro cosa non fare: per esempio, di fronte alla classica borsa abbandonata in un angolo, è meglio informare un proprio diretto superiore e attivare la catena di sicurezza prevista, anziché intraprendere azioni personali di verifica del contenuto», ha concluso Zanoni. «A loro volta, le società che hanno partecipato ai bandi sono state accomunate dalla nostra richiesta di garantire una struttura con un bacino di operatori effettivamente importante, tra guardie particolari giurate armate, sorveglianti e steward».

    Interviste

    Droni in volo

    droni
    Davide Lanza, General Manager di Eagle Sky Light

    Una flotta di droni professionali è in grado di fornire numerosi servizi legati al mondo della sicurezza, anche durante grandi eventi e manifestazioni. Ne abbiamo parlato con Davide Lanza, General Manager di Eagle Sky Light.

    Quale contributo possono dare i droni per la sicurezza di un grande evento?

    «I droni possono dare un importante contributo alla sicurezza grazie alle loro capacità tecnologiche. ESL è specializzata nella sicurezza e, in particolare, nella gestione dei grandi eventi grazie alle caratteristiche uniche del nostro sistema di punta: Aquila 100. Tra le caratteristiche che rendono indispensabili l’uso dei droni per la sicurezza ne menziono quattro: l’autonomia, la scarsa rilevabilità, l’economicità e l’impatto sull’ambiente».

    Possiamo entrare nel dettaglio di queste caratteristiche?

    «Aquila 100 ha un’autonomia di 14 ore, garantisce operazioni H24, in qualsiasi condizione meteorologica e con vento fino a 25 nodi. Ciò lo rende uno strumento estremamente valido. Per quanto riguarda la scarsa rilevabilità, Aquila 100 ha una capacità di visione di 14 km di giorno e 6 km di notte, oltre a poter vedere attraverso il fumo grazie alla termocamera raffreddata a idrogeno; ciò consente di operare da grandi distanze senza, pertanto, essere rilevati. Passando all’economicità, i costi di acquisizione e di esercizio sono più contenuti rispetto ai velivoli tradizionali. Tuttavia sarebbe auspicabile una maggiore integrazione tra APR e aeromobili tradizionali, ottimizzando le caratteristiche degli uni e degli altri, impiegandoli nelle modalità più opportune e riducendo i costi. Infine, l’impatto ambientale: il drone ha un basso livello di emissioni e di inquinamento acustico».

    In caso di grandi eventi, quanti droni vengono impiegati e con quali modalità?

    «ESL ha una certificazione unica: la multidrone, ovvero la capacità di far volare cinque APR di pesi, dimensioni e caratteristiche diverse sullo stesso obiettivo, sotto la regia di Aquila 100 che opera da torre di controllo. Le immagini di Aquila 100, proiettate su un maxi schermo ubicato presso la sala di controllo dell’evento, consentono al nostro team leader di monitorare lo scenario e di comandare il decollo degli altri APR della nostra flotta opportunamente dislocati. Per quanto riguarda la privacy, si tratta di un tema sempre più attuale e delicato: ESL è un fornitore di immagini, le stesse vengono visionate dai rappresentanti delle Forze di Polizia, pertanto il vincolo della privacy decade».

    Professione steward

    steward
    Simone Vannini, Senior Security Manager Fi.Fa. Security Network

    Fi.Fa. Security Network è una rete di imprese specializzate nel settore della sicurezza, nei servizi di vigilanza e di facility management destinati ad aziende, privati ed enti pubblici. Tra gli altri, fornisce servizi di accoglienza e assistenza con steward e hostess nell’ambito di manifestazioni e negli stadi. Gli steward sono formati nelle sedi dell’azienda da personale qualificato. I dettagli nell’intervista con Simone Vannini, Senior Security Manager.

    Come vengono formati e scelti gli steward che svolgono servizi di accoglienza e assistenza nell’ambito dei grandi eventi?

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