«Sicurezza e cittadinanza», l’ultimo Rapporto Censis racconta le paure degli italiani

Il capitolo «Sicurezza e cittadinanza» del 56° Rapporto Censis delinea un quadro sulla situazione sociale del Paese relativamente all'anno 2022. Dal Rapporto emerge un aumento delle violenze nei confronti delle donne, un maggior senso di insicurezza sociale e, per quanto riguarda il rapporto con la casa, la necessità di sentirsi maggiormente protetti da eventi quali furti, incendi e danneggiamenti di vario tipo.

Giunto alla 56a edizione, il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase di crisi che stiamo attraversando. Alla prima parte introduttiva segue la seconda parte, "La società italiana al 2022", che affronta i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, per poi focalizzarsi, nella terza e quarta parte, sulle analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, terminando con la sicurezza e la cittadinanza.

Focus sulla sicurezza

Violenza fisica e psicologica nei confronti delle donne

Concentrandoci sull'ultima parte del Rapporto, quella specifica al binomio cittadinanza-sicurezza, emerge innanzitutto un aumento della violenza fisica e psicologica nei confronti delle donne. È di questa opinione l’83,5% delle italiane, mentre solo l’1,4% ritiene che il fenomeno sia in diminuzione. Nel 2021 sono stati denunciati alle Forze dell’ordine 22.602 maltrattamenti contro familiari e conviventi, in crescita dell’8,4% rispetto al 2019.

A questi si aggiungono 17.539 atti persecutori (+9,2% rispetto al 2019), 5.274 violenze sessuali (+8,0%) e 119 omicidi che hanno avuto vittime donne (+8,2%). Ma nei primi 9 mesi del 2022 si sono registrati 83 omicidi di donne, contro i 92 dello stesso periodo dell’anno precedente. Nel primo semestre del 2022 sono arrivate al numero verde antiviolenza 7.814 chiamate e sono state annotate 2.902 donne vittime di violenza. Nello stesso periodo del 2021 le chiamate erano state 7.974 e le donne vittime di violenza 4.085.

Il senso di insicurezza del post-pandemia

Il 60,9% degli italiani durante la pandemia ha sofferto spesso (19,7%) o qualche volta (41,2%) di stati di ansia e di paura indefinita. Percentuali superiori alla media riguardano i più giovani, tra i quali il 69,2% ha percepito ansia e paura (il 33,9% spesso e il 45,3% qualche volta). Il 49,0% dei giovani tra 18 e 36 anni guarda con incertezza il proprio futuro, il 30,5% prova ansia per quello che lo aspetta, il 14,6% ha paura e il 13,5% è pessimista di fronte a eventi le cui dimensioni e conseguenze vanno al di là della capacità di previsione e di intervento dei singoli. Solo il 19,6% segnala la fiducia come stato d’animo prevalente con cui affronta il futuro e il 17,4% guarda al domani con ottimismo.

Una casa sicura

Più tempo trascorso in casa durante l’emergenza sanitaria significa anche un aumento del bisogno di sicurezza. Il 43,1% degli italiani non si sente sicuro nella casa in cui vive e ha paura di subire furti, incendi, danneggiamenti: due anni fa la quota era nettamente inferiore (il 33,9%). Furti in casa e rapine sono reati che destano un grande allarme sociale, anche se i dati ufficiali testimoniano che sono in diminuzione.

Nel 2021 sono stati commessi 124.715 furti in abitazione e 1.647 rapine in casa. Dieci anni fa i furti in abitazione erano circa 240.000 l’anno e nel 2019 sono stati 165.239. Ma i pericoli che turbano i sonni degli italiani non vengono solo dall’esterno. Ogni anno nelle case degli italiani si verificano quasi 3 milioni di incidenti domestici, che coinvolgono soprattutto i più anziani (il 41,1% del totale capita a persone con più di 65 anni) e le donne (vittime del 66,0% degli incidenti domestici).

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