Tutti i moderni sistemi antintrusione si possono gestire anche dallo smartphone, installando l’app di riferimento consigliata dal produttore e dotata di pannello comandi touch. Vediamo i vantaggi che questa soluzione (anche in versione browser) offre all’installatore e all’utente finale e se conviene l’integrazione con strumenti di controllo tradizionali.
Le moderne centrali antintrusione, di qualsiasi livello e prezzo, sono sempre più connesse a Internet. Lo scopo di essere sempre online è quello di avere a disposizione un canale di comunicazione con l’esterno veloce, affidabile e alternativo (o complementare) al classico combinatore telefonico PSTN/GSM per segnalare eventuali effrazioni, guasti o anomalie di sistema.
Questo canale di comunicazione, tramite Wi-Fi, Ethernet o 4G, richiede l’utilizzo di un dispositivo come smartphone, tablet, smartwatch o PC per ricevere i dati inviati dalla centrale (allarme zone, batterie rilevatori scariche ecc.) e mostrarli all’utente finale (e non solo) sotto forma di notifiche su un’applicazione o un software dedicati (Android, iOS, Windows ecc.).
La comunicazione è ovviamente bidirezionale (proprio come nei tradizionali combinatori telefonici), in modo che risulti possibile gestire l’impianto sia da casa sia da remoto, attraverso un pannello di comando virtuale mostrato sul display del dispositivo. I sistemi antintrusione di ultima generazione con controllo via app/software non supportano solo le notifiche e il controllo da locale/remoto su smartphone, tablet, smartwatch e PC, ma anche la programmazione e la configurazione del sistema da parte dell’installatore, semplificando il lavoro del professionista e facendogli risparmiare tempo prezioso.
Ecco perché scegliere un sistema moderno e connesso rappresenta un must da mettere in evidenza quando si tratta di proporre al cliente un upgrade del vecchio impianto (se predisposto per la connettività online e le app) o la sostituzione con un nuovo modello. Quasi sempre i benefici ottenuti superano i costi di upgrade o sostituzione, come risulta evidente andando ad approfondire i vari sistemi di connettività e cloud (caratteristiche, differenze, pro e contro, ecc.).
Meglio Wi-Fi, Ethernet o 4G?
La connessione a Internet (o, meglio, al cloud) da parte della centrale sfrutta una, due o più tecnologie (o predisposizioni) a seconda del brand, del modello, della versione ecc. Alcune centrali sono predisposte per la connettività al cloud, ma richiedono un modulo opzionale. Altre sono dotate di un modulo di connessione Wi-Fi, Ethernet e/o 4G eventualmente integrabile con altre tecnologie.

Il caro vecchio cavo Ethernet (LAN) rappresenta la soluzione più sicura e affidabile perché resistente ai tentativi di “accecamento” tramite jammer e in grado di supportare anche le lunghe distanze. L’unico difetto importante è che si tratta di un mezzo “fisico”, ovvero è necessario portare un cavo Cat.x dal modem/router alla centrale. Un altro limite è rappresentato dal fatto che il ladro può sabotare il collegamento fisico esterno del modem/router (ovvero la linea xDSL in rame o fibra), facendo cadere la connessione a Internet e impedendo così qualsiasi comunicazione.
La connessione Wi-Fi è molto più pratica (niente cavi, solo onde radio), ma anche più a rischio sabotaggio tramite jammer; inoltre la copertura teorica di 50-100 metri degrada rapidamente in presenza di disturbi elettromagnetici e ostacoli come muri e pavimenti, che possono impedire alle onde radio di coprire la distanza tra il modem-router Wi-Fi e la centrale antintrusione.
Il modulo 4G è totalmente indipendente dal modem/ router e non è sabotabile dall’esterno (taglio cavi rame/fibra); tuttavia, come la connessione Wi-Fi, è attaccabile dai jammer. Utilizza le frequenze LTE e una tessera SIM di un qualsiasi operatore mobile, acquistabile direttamente dal cliente/installatore oppure fornita dal produttore della centrale antintrusione.

Per innalzare il livello di sicurezza di un sistema antintrusione connesso e ridurre al minimo i rischi di sabotaggio, è consigliabile ricorrere a due diverse tipologie di connettività (per esempio, Wi-Fi e 4G oppure Ethernet e 4G) da utilizzare come canali di comunicazione principale e secondario (failover).
L’importanza di un cloud sicuro, affidabile e plug&play
Il cloud, ovvero la “nuvola” composta da server fisici delocalizzati che ospitano la quasi totalità dei dati che circolano su Internet e le operazioni connesse, è ormai una realtà consolidata anche nei sistemi di sicurezza e domotica. Si tratta di uno strumento formidabile, perché consente un accesso rapido, autonomo, globale, multiutente ed eterogeneo, è scalabile e flessibile.
Inoltre, è anche sicuro quando utilizza sistemi di criptaggio avanzati, rispetta le normative sulla privacy e impiega data center con elevate garanzie in termini di banda (alta velocità e bassa latenza) e potenza di calcolo e archiviazione dati, nonché con replica geografica (failover) in caso di disastri o calamità naturali.
Considerato che i dati trasmessi e ricevuti dalla centrale sono particolarmente sensibili, per evitare che un hacker possa facilmente impossessarsene, disattivando o sabotando il sistema antintrusione, è necessario affidarsi ad aziende serie, con data center sicuri, affidabili e possibilmente dislocati in Europa. Il cloud è prezioso anche per gli installatori in fase di configurazione della connessione Internet, per il controllo da remoto da parte del cliente e degli stessi installatori (manutenzione ordinaria, monitoraggio funzionamento, risoluzione problemi ecc.).

Le centrali connesse di prima generazione si basano su reti dedicate client-server, che richiedono la configurazione del router per attivare la comunicazione (Port Mapping/Forwarding) e utilizzare i servizi DDNS (Dynamic Domain Name System) gratuiti o a pagamento, così da permettere l’accesso da remoto anche quando il provider Internet modifica l’indirizzo IP della connessione (IP dinamico).
Grazie anche all’architettura P2P (Peer-to-Peer), le moderne centrali connesse al cloud non richiedono alcuna configurazione - nemmeno quella relativa all’indirizzo IP locale, grazie al protocollo DHCP che impedisce conflitti con gli altri dispositivi connessi. Il funzionamento è molto semplice: la centrale invia al cloud P2P alcune informazioni (come la registrazione dell’indirizzo pubblico dinamico e l’abilitazione del servizio di connessione), il server le confronta con il codice numerico inviato dallo smartphone tramite app o sito web e abilita l’accesso con username e password.
In sostanza, il cloud P2P rende le centrali 100% plug&play, riducendo i tempi di installazione e garantendo connessioni ottimali indipendentemente dal modem/router utilizzato, dall’operatore xDSL che fornisce la connettività ecc.
Gestione e notifiche via app
Le applicazioni e i software progettati dalle aziende per i propri sistemi antintrusione (e non solo) sono disponibili gratuitamente per i principali sistemi operativi - come Android, Android Wear, iOS, iPad OS e watchOS (smartphone, tablet e smartwatch), Windows e Mac (PC).
L’interfaccia grafica, la struttura del menu e le ampie possibilità di personalizzazione permettono a chiunque, anche alle persone “tecno-allergiche”, di interagire con il sistema antintrusione attivando la protezione generale o quelle parziali (abbinate a icone colorate ed etichette per facilitarne l’identificazione), visualizzare gli allarmi e le anomalie (per esempio, porta ingresso aperta, finestra camera aperta, batteria sensore scarica ecc.), lo stato delle uscite e del sistema.

La ricezione in tempo reale e la visualizzazione delle notifiche in caso di allarme, anomalia o sabotaggio non richiedono l’apertura dell’app: basta concedere l’autorizzazione in fase di installazione e il gioco è fatto. Alcune app supportano anche le funzioni principali o complete dei sistemi di videosorveglianza, antincendio, videocitofonia e automazione domestica prodotti dalla stessa azienda o supportati tramite protocolli standard (come ONVIF), così da concentrare tutte le funzioni di sicurezza e domotica in una sola applicazione.
Installazione, manutenzione da remoto e telecontrollo
I produttori di sistemi antintrusione hanno studiato soluzioni software ad hoc o integrate anche per l’installazione, il monitoraggio e la manutenzione degli impianti da remoto - sempre grazie al cloud. L
e centrali di ultima generazione più evolute utilizzano infatti la stessa app di gestione per la configurazione del sistema e l’acquisizione dei vari dispositivi, come sensori, rilevatori, inseritori, tastiere, sirene ecc. In questo modo, l’installatore deve solo seguire la procedura indicata sullo schermo dello smartphone (senza nemmeno leggere i manuali di installazione), fotografare il codice QR dei dispositivi (o attendere il rilevamento automatico), nominarli e associarli a una stanza, porta, finestra ecc.

Il risparmio di tempo e la minore probabilità di commettere errori in fase di setup rappresentano un vantaggio sia per la clientela (minor costo di manodopera), sia per gli installatori (messa in opera veloce e professionale anche senza un’adeguata preparazione preventiva).
Altre app o software permettono agli installatori anche di avere sotto controllo gli impianti dei propri clienti (con guasti e allarmi visualizzati sempre sullo schermo dello smartphone o del PC), ricevendo notifiche push in tempo reale in caso di guasti o anomalie per contattare immediatamente il cliente e fornirgli il supporto necessario (sempre da remoto, se possibile) senza necessità di fissare un appuntamento per un intervento in loco.

Allo stesso modo, l’installatore può andare a modificare la configurazione dell’impianto su richiesta del cliente per soddisfare al meglio le sue esigenze, sempre in maniera rapida e professionale. Le notifiche di allarme possono essere inviate anche alle forze dell’ordine e agli istituti di vigilanza per un rapido intervento.
Smartphone, tastiere, telecomandi e inseritori: un po’ di chiarezza
Come appena visto, l’utilizzo delle app di controllo del sistema antintrusione su smartphone, tablet e smartwatch risulta indubbiamente pratico, intuitivo e anche economico. Permette infatti a tutta la famiglia oppure ai vari collaboratori (in uffici, negozi ecc.) di gestire l’impianto senza bisogno di acquistare e programmare chiavi contactless e/o telecomandi, imparare a utilizzare la tastiera di comando ecc.
In molti casi, tuttavia, è sempre bene prevedere sistemi alternativi di controllo, per esempio le chiavi contactless in caso di smarrimento, furto o guasto dello smartphone o in caso si voglia limitare l’accesso al sistema (solo un programma generale e uno parziale).
Altre soluzioni sono i telecomandi per le persone anziane o le tastiere, per avere a disposizione un pannello di controllo “statico” utilizzabile da chiunque.