Inaugurato a Roma il Cyber Security Transparency Centre di Huawei

Huawei

Già operativo dallo scorso settembre presso la sede Huawei di Roma, in un’area dedicata protetta dalle più sofisticate misure di sicurezza, il Centro si concentra su due aree principali: condivisione delle conoscenze e verifica e test. Highlights dalla conferenza stampa del 23 marzo 2021

Alla conferenza stampa di inaugurazione il 23 marzo scorso, a Roma, del nuovo Cyber Security Transparency Centre di Huawei con tavola rotonda virtuale hanno partecipato le autorità locali, come Massimo Bugani, capo staff della sindaca di Roma con delega all’Innovazione, Roma Capitale, nazionali, come Francesco Taverna, direttore tecnico capo della Polizia di Stato.

Le tavole rotonde erano dedicate rispettivamente ai Chief Technology Officer dei principali operatori Telco italiani, con la moderazione di Mila Fiordalisi, direttore di Cor.Com, e al tema della transizione digitale, con la moderazione di Stefano Da Empoli, presidente di i-Com.

A condurre l’evento Enrica Banti, head of external relations di Huawei, accompagnata dagli interventi di John Suffolk, Huawei Global Cyber Security and Privacy Officer, Luca Piccinelli, Head of Cybersecurity Huawei Italia e del presidente di Huawei Italia Luigi De Vecchis.

Il Cyber Security Transparency Centre di Huawei a Roma, già operativo da settembre 2020, offre agli esperti del pubblico e del privato, alle associazioni di settore, agli enti di standardizzazione un luogo fisico per mettere in comune competenze e strumenti per la verifica e il test delle apparecchiature e per un proficuo scambio di expertise, soprattutto in vista della prossima affermazione del 5G con le sue reti evolute.

Se la pandemia ha posto ancor più sotto i riflettori il tema della sicurezza informatica, ampliando di molto la superficie soggetta ad attacchi informatici, tra smart working e Dad, il futuro sembra accentuare ancor più il problema, con reti sempre più complesse, attacchi che crescono in numerica e fanno danni consistenti, privati e Pmi che faticano a proteggersi.

Gli attacchi al tempo dell’emergenza

Il quadro offerto da Francesco Taverna. «L’emergenza e il panico che si sono scatenati nella popolazione hanno offerto ai gruppi cyber criminali per svolgere attacchi ad ampio spettro, volti a sfruttare la situazione di particolare esposizione a maggiore vulnerabilità cui il Paese tuttora risulta essere esposto. Sono aumentati gli attacchi informatici di natura estorsiva a enti pubblici e privati, come quelli volti a perpetrare frodi informatiche milionarie, violando per esempio trattative commerciali destinate all’acquisto di apparecchiature mediche e dispositivi di protezione. Abbiamo assistito a massicce campagne di phishing che hanno utilizzato la paura del contagio come chiave per violare la privacy dei cittadini, abbiamo visto nascere mercati online per la vendita illegale di dispositivi medici, farmaci illegali o cure e vaccini falsi, numerose le pagine social sequestrate perché utilizzate per dirigere campagne di disinformazione allo scopo di destabilizzare l’opinione pubblica per fini politici, mettendo in dubbio prima l’esistenza stessa del virus e ultimamente l’utilità dei vaccini».Huawei

5G, shared technology e shared knowledge

Accanto a questo, il tema della ripresa economica e qui entra in gioco il Centre di Huawei e l’approccio di massima trasparenza messo in campo dalla multinazionale: «Huawei è leader della tecnologia 5G perché ha sviluppato tutte le soluzioni per gestirne la complessità - afferma Luigi De Vecchis - e anche tutte le applicazioni software che consentiranno poi di sviluppare le applicazioni sul campo del 5G. Il passo successivo per dare valore aggiunto è quello della shared technology e shared knowledge, mettere a disposizione i nostri ingegneri per i professionisti delle industrie, in modo che il 5G possa dare impulso all’economia».

Una presenza attiva della multinazionale in Italia che segue le aperture dei Cyber Security Transparency Centre di Banbury (Regno Unito), Bonn, Dubai, Toronto, Dongguan e Bruxelles, sempre con la messa a disposizione totale di tutti i brevetti Huawei.

«Vorrei fare un appello soprattutto alla politica che avrà il compito di ridisegnare le leggi della cyber security - prosegue il presidente di Huawei Italia - credo che debbano essere messe da parte per un momento tutte le controversie di natura geopolitica, e che sia utile venire a parlare con noi, perché siamo un attore fondamentale. Huawei per ora è l’unica azienda in possesso di tutte le certificazioni, e al pari di tutte le multinazionali del mondo, ha il bilancio certificato, pubblico, opera e paga le tasse nei Paesi dove opera impiegando personale locale, ed è un aspetto importante perché identifica la localizzazione della nostra forza. Siamo italiani fieri di stare in questa azienda».

Questa la posizione di Huawei, mentre dagli interventi degli esperti emerge quanto sia importante un approccio di sistema al problema della sicurezza, che non si limiti all’aspetto tecnologico ma abbracci anche gli aspetti procedurale e organizzativo, con investimenti che spaziano dalle tecnologie alle competenze.

 

 

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