ANTINCENDIO – Con dieci milioni di visitatori nel 2015, il Louvre è il primo museo al mondo per affluenza di pubblico. Per una struttura simile, un sistema antincendio che la protegga in toto diventa dovere civile imprescindibile.

 

 

Il Louvre nasce come fortezza medievale, per poi divenire castello rinascimentale, palazzo imperiale e, infine, nel 1793, museo destinato a un prestigio e una fama mondiali.

Oggi, la sua struttura si articola su 200.000 metri quadri di superficie - di cui un terzo accessibili al pubblico - 3 chilometri di facciate e più di 15 chilometri di percorsi attraverso 35.000 opere esposte.

Conta, inoltre, 800 addetti all’accoglienza del pubblico e un servizio di prevenzione incendio che vede la presenza di 64 vigili del Fuoco.

In dieci anni, la sua frequentazione è raddoppiata, al punto che, con 10 milioni di visitatori nel 2015, è divenuto il primo museo al mondo per affluenza di pubblico, obbligando, nel corso del tempo, a una gestione dei rischi sempre più “importante” e puntuale.

In particolare, per quanto riguarda la sicurezza antincendio, il Louvre è stato oggetto di un’attenta e imponente opera di riprogettazione, che ha visto l’installazione di dispositivi firmati DEF, azienda presente da più di cinquantacinque anni nel settore della sicurezza e, nello specifico, della rivelazione incendio e allarme vocale.

Insieme ad Adriano Artuso, Amministratore Delegato di DEF Italia, entriamo nel vivo del progetto. A lui la parola.

 

Tecnologia a parte, qual è il “requisito base” per un dispositivo di protezione antincendio destinato a una struttura dai canoni estetici elevatissimi quale il Louvre?

Quando - come, appunto, nel caso del Museo del Louvre - l’edificio da proteggere ricopre un ruolo importante dal punto di vista artistico e storico-culturale, viene richiesto che il dispositivo si adatti nel modo più armonioso possibile all’ambiente. Uno dei requisiti spesso preso in considerazione nei criteri di scelta del prodotto più idoneo da installare, è proprio l’aspetto estetico. E anche un rivelatore lineare di fumo non può sottrarsi a tale regola.

 

In che modo?

Attraverso, ad esempio, una versione a incasso in cui l’unica parte in rilievo sulla parete è il sottile frontale.

 

Come nel caso del rivelatore lineare di fumo installato..

Esattamente. Si tratta di E-Beam30, rivelatore lineare di fumo a incasso dal design particolarmente gradevole, personalizzabile con qualsiasi colore in modo da adattarsi perfettamente alla parete sulla quale è installato. Il catarifrangente si fissa al muro tramite un supporto trasparente, che ha delle proprietà ottiche tali da permettergli di assumere la stessa tonalità del colore della parete sulla quale è fissato.

 

Quali caratteristiche lo connotano?

E-Beam30 ha dimensioni estremamente ridotte rispetto agli standard e la procedura di allineamento è semplice e rapida. Il puntatore laser autoalimentato è integrato nel rivelatore. La calibrazione è automatica: si collega direttamente alle linee di rivelazione con consumi estremamente ridotti e una manutenzione agevolata. Trattandosi di un rivelatore a riflessione, risulta intrinsecamente più sensibile rispetto a un rivelatore con TX e RX separati. Inoltre, in funzione dell’applicazione, è possibile regolare la sua sensibilità anche secondo fasce orarie prestabilite.

 

Louvre a parte, quali altri progetti vi vedono protagonisti all’estero?

DEF, grazie ai prodotti del nostro storico marchio Bouyer, si è occupata anche della sonorizzazione del Memorial ACTE in Guadalupa, luogo concepito per essere il centro più importante al mondo dedicato alla memoria della tratta degli schiavi e inaugurato dal Presidente della Repubblica Francese il 10 maggio 2015, giorno della commemorazione dell’abolizione della schiavitù.

 

Progetti in Italia?

Abbiamo deciso di mettere a disposizione di un’importante Fondazione italiana la nostra esperienza, con l’obiettivo di mettere in sicurezza luoghi di particolare interesse storico-artistico. Siamo, inoltre, onorati di aver potuto realizzare l’impianto di rivelazione incendio presso il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e Punta della Dogana, a Venezia. Sempre a Venezia, siamo coinvolti nella realizzazione dell’impianto antincendio del futuro Museo M9 di e del padiglione della Biennale.

 

Paola Cozzi

Responsabile Rivista Sicurezza

 

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