Progetto ARCH 2020, le tecnologie per prevenire eventi estremi nei centri storici

credits: ENEA

Sensori innovativi per il monitoraggio del cambiamento climatico e degli eventi estremi, reti sismiche per registrare in tempo reale terremoti anche di bassa magnitudo e cruscotti informativi digitali per informare cittadini e PA e rafforzare la resilienza delle città. Sono alcuni dei risultati del progetto ARCH 2020, finanziato dal Programma Horizon 2020, coordinato dal Fraunhofer Institute e realizzato, per la parte italiana, da ENEA, INGV, Comune e Università di Camerino.

Il progetto ARCH 2020 ha co-creato e testato questi risultati su quattro casi pilota: Camerino (Macerata), il cui centro storico è stato gravemente lesionato dal sisma dell’Italia centrale del 30 ottobre 2016, Bratislava (Slovacchia), Amburgo (Germania) e Valencia (Spagna) le cui aree storiche sono minacciate dai cambiamenti climatici e dagli eventi estremi ad essi correlati.

«Nell’ambito del progetto abbiamo colto l'opportunità della transizione digitale di PA ed enti locali per co-creare piattaforme di analisi/intelligence e servizi basati sui dati», spiega Sonia Giovinazzi, ricercatrice ENEA del laboratorio di Analisi e protezione delle infrastrutture critiche e referente dell’Agenzia nel progetto. «In questo modo – aggiunge - abbiamo rafforzato la capacità delle PA, dei gestori delle aree storiche e delle comunità locali di conoscere, valutare e rispondere agli eventi climatici estremi e ad altri pericoli naturali e di costruire un atteggiamento condiviso e proattivo di resilienza per mitigare gli impatti indotti da tali pericolosità, evitando conseguenze estreme e disastri ed aumentando la consapevolezza nei cittadini».

Sopralluogo congiunto di un team ENEA e UNICAM per concordare istallazione sensori e come meglio processare i dati dei sensori istallatati da UNICAM, INGV e ENEA e come sintetizzare in informazioni e KPIs (Key performnce Indicators) deducibili dai dati

Le tecnologie impiegate nel progetto ARCH 2020

Nello specifico, nell’ambito del progetto sono stati acquisiti dati da sensori di ultima generazione, da analisi effettuate in situ e in laboratorio, da sondaggi somministrati alla popolazione e alle Pubbliche Amministrazioni. I dati raccolti sono quindi stati trasformati in informazioni e conoscenze utili, facilmente fruibili attraverso cruscotti digitali a supporto delle decisioni delle Pubbliche Amministrazioni.

Pratici e di facile utilizzo, i cruscotti digitali forniscono in tempo reale l’andamento di dati e indicatori chiave di prestazione, come ad esempio, la pericolosità del territorio, la vulnerabilità del costruito, i valori tangibili e intangibili di beni monumentali e opere d’arte delle aree storiche, consentendo di passare dal monitoraggio all’azione con decisioni informate e consapevoli su strategie di prevenzione e mitigazione, gestione dei rischi e delle emergenze e sulla ricostruzione post disastro resiliente.

Istallazione di un accelerometro a basso costo e alte prestazioni all’interno di Palazzo Ducale di Camerino al fine di monitorare la risposta dell’edificio a eventuali sollecitazioni indotte dal sisma

«Per la città di Camerino l’ENEA ha sviluppato dei cruscotti, o dashboard, per supportare la pianificazione degli interventi strutturali degli edifici ipotizzando possibili terremoti futuri di diversa intensità e gli scenari di impatto che potrebbero risultare prima e dopo l'implementazione di strategie di resilienza. I cruscotti consentono alle Pubbliche Amministrazioni e alla popolazione di apprezzare i benefici che tali interventi potrebbero portare nell’evitare danni agli edifici, conseguenze sulle popolazioni e nel preservare la funzionalità, le tradizioni e le opere d’arte dei centri storici, di valore inestimabile ma estremamente vulnerabili», evidenzia Maria Luisa Villani, ricercatrice ENEA del Laboratorio di Analisi e Protezione delle Infrastrutture Critiche.

«I dati raccolti dai sensori ENEA, INGV e UNICAM sono stati processati al fine di valutare degli indicatori di performance che potessero essere facilmente compresi dalle Pubbliche Amministrazioni per aumentare la loro consapevolezza sulla pericolosità e sulla vulnerabilità dei territori e supportarle quindi nell’individuare strategie necessarie a una ricostruzione resiliente per questo auspichiamo che divengano un modello pilota replicabile anche in altri contesti», aggiunge Giovinazzi.

Verso una norma europea

Come una vera e propria guida per combinare management del rischio da eventi estremi e adattamento al cambiamento climatico, i risultati di ARCH sono anche stati acquisiti dal Comitato Europeo di Standardizzazione (CEN) e resi disponibili per il download tramite la pubblicazione del CEN Workshop Agreement (CWA) “17727:2022 City Resilience Development - Guide to combine disaster risk management and climate change adaptation - Historic areas”.  «Sulla base dell’accordo, a tre anni dalla pubblicazione, il CWA potrà essere trasformato in proposta di norma europea da sottoporre al CEN e anche in Italia si sta lavorando verso l’adozione del documento come UNI CWA 17727:2022”, afferma Giacomo Riccio dell’Ente Italiano di Normazione (UNI).

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