Le minacce terroristiche odierne presuppongono un drastico cambio di mentalità da parte degli operatori. Urge un nuovo approccio, che rivisiti in chiave moderna i programmi didattici di addestramento.
L’assenza prolungata di concrete minacce nel nostro Paese, ha reso routinarie diverse attività svolte dai professionisti dell’anticrimine, siano appartenenti a Istituti privati che a Enti della Pubblica Amministrazione quali Forze Armate e Forze di Polizia. Situazione che ha contribuito a rallentare il percorso di formazione e di miglioramento continuo dei programmi addestrativi.
Il risultato? Una buona dose di inadeguatezza nel fronteggiare le minacce odierne le quali, al contrario, si sono aggiornate ed evolute in maniera spinta.
Ma qual è il modus operandi del terrorista moderno? Non è certo quello di occultare fisicamente l’oggetto contenente la minaccia.
L’ordigno, oggi, viene occultato all’interno di oggetti ordinari, normalissimi - che tutti noi incontriamo nell’ambiente in cui ci troviamo - spesso lasciati nella posizione propria.
Un esempio? Prendiamo il classico cilindro porta-ombrelli posto nelle immediate vicinanze di una porta di ingresso: se la teoria delle aspettative e la statistica relativa al passato potevano indurre l’operatore al controllo di un oggetto sospetto posto all’interno del contenitore, oggi si deve necessariamente procedere al controllo di tutti ombrelli posizionati all’interno di esso, oggetti ordinari, in posizione corretta, posti nel luogo a loro deputato e, a sua volta, collocato nel luogo più consono. Oggi è l’apparente “normalità” che deve attirare l’operatore. Il pericolo, la minaccia, si celano dietro la quotidiana routine.
Studiare i punti deboli delle tecnologie utilizzate
Si è spesso ridondanti nel ripetere agli operatori, durante la fase formativa, “durante il servizio abituatevi a pensare e a ragionare come dei criminali/terroristi”. E questa è una regola sempre valida.
Tuttavia, uno dei primi passi dal quale partire per aumentare il livello di sicurezza reale di un qualsiasi sistema di protezione, è la consapevolezza delle proprie vulnerabilità e del livello di tali debolezze.
Essere consapevoli dei propri “nervi scoperti” significa anche sapere - e poter prevedere - che, molto probabilmente, l’aggressore ci colpirà proprio in quel punto.
Pensare con la mente del criminale non significa porsi davanti a un varco aeroportuale immaginando quali sottigliezze poter utilizzare per penetrare il sistema.
Ragionare come una minaccia significa, una volta superati i varchi di sicurezza, girarsi su se stessi e, consapevoli delle tecnologie esistenti, delle capacità degli operatori e delle peculiarità dell’intero sistema di protezione, analizzare le eventuali dinamiche di una potenziale minaccia da quel punto di vista, quello dell’operatore o del supervisore (caratterizzato da molte meno variabili sconosciute e da più di un dato certo).
Spesso, la formazione degli operatori in materia di tecnologie di rilevazione di materiale esplosivo verte esclusivamente all'apprendimento del corretto uso delle strumentazioni a disposizione, di quali procedure adottare e di come interpretare gli eventuali allarmi prodotti.
Fatte salve queste basilari e imprescindibili competenze, sarebbe necessario insistere assai su quali siano i punti deboli della tecnologia utilizzata, quali i modi per aggirarne le peculiarità e analizzarne a fondo i limiti - sempre presenti - e le vulnerabilità.
Il processo mentale della “Teoria delle aspettative”
Presso l’ICT - International Institute for Counter-Terrorism di Herzlyia - si è studiato come l’assenza di una reale percezione di viva minaccia porti l’operatore, impegnato, ad esempio, in attività di perlustrazione dell’area, controllo di locali o indagine di oggetti e bagagli in genere, a seguire passivamente e inconsciamente un processo mentale denominato TEX - Theory of expectations.
Nel momento in cui siamo chiamati a operare garantendo, ad esempio, il controllo di un determinato scenario alla ricerca di minacce di natura esplosiva, su cosa direzioniamo la nostra attenzione?
La risposta più ovvia fa riferimento a oggetti, persone e circostanze che attirano la nostra attenzione per i più disparati motivi: ad esempio, un oggetto che si trovi palesemente nel posto sbagliato (un solo estintore nel corridoio dell’hotel è appoggiato a terra nonostante sia presente, integra, la staffa a muro) oppure che non abbia la minima attinenza con l’ambiente nel quale si trova (un estintore è all’interno della camera da letto, per di più apparentemente occultato).
La cosiddetta TEX, “Teoria delle aspettative”, indica, infatti, come inconsciamente ci si aspetti cosa sia possibile trovare all’interno di una stanza da letto ancora prima di entrarvi e come, di conseguenza, si attivino degli indicatori di attenzione nel momento in cui l’evidenza è discordante dalla proiezione che la nostra mente aveva autonomamente creato.
Piattaforme interattive per la selezione e la formazione degli operatori
Buona parte della formazione attuale non necessita di essere snaturata, bensì aggiornata adottando un approccio maggiormente calzante, in virtù delle attuali contingenze.
Ad esempio, nella formazione degli operatori deputati all'impiego di macchine a Raggi X (pensiamo all’ambito aeroportuale) è fondata la convinzione che un approccio corretto ed efficace sia quello di lavorare mirando a innalzare la curiosità e l'attenzione degli operatori durante il servizio, cercando di rendere la loro personale capacità di analisi critica un’arma utilissima che, in sinergia con la tecnologia di rilevazione impiegata, possa fare la differenza tra un’attività di routine e un’attività pianificata e attuata per motivazioni oggettive. Questa è una metodologia didattica corretta. Tuttavia, molto dipende dalle caratteristiche personali degli stessi operatori.
A tale riguardo, sono disponibili sul mercato delle validissime piattaforme interattive funzionali all'attività di selezione e formazione degli operatori.
Molto utilizzate nei paesi anglosassoni, esse rappresentano degli ottimi strumenti per testare le attitudini personali nella fase di pre-assunzione (PrEm - PreEmployment Platform), erogare la formazione di primo ingresso alla mansione (Em - Employees' Platform) e somministrare la formazione continua degli operatori (ConEd - Continuing Education Platform) in modalità dedicata e totalmente personalizzata.
Stefano Scaini
Specialista in materiali energetici, esplodenti e tecnologie dual use