L’approccio criminologico – per una progettazione più attenta degli edifici – andrebbe applicato nelle primissime fasi di ideazione del progetto, si tratti di nuova costruzione o di una riqualificazione.
Lorenzo Segato
Direttore RISSC
Centro Studi e Ricerche su sicurezza e criminalità
Contribuire ad aumentare la sicurezza di edifici e persone, nonché ridurre il senso di insicurezza percepita dai fruitori degli spazi, siano essi residenti, commercianti, clienti: l'obiettivo di questo articolo è quello di fornire - a chi è coinvolto a qualsiasi titolo nella realizzazione di un edificio o di un complesso residenziale - alcune semplici esempi di come ridurre i rischi per i residenti, senza dover investire ingenti risorse.
L'articolo prende lo spunto dalla valutazione di un complesso residenziale commerciale - in fase di realizzazione in una grande città italiana - condotta da RiSSC, su richiesta del committente, in fase di grezzo avanzato nel corso del 2010.
La valutazione è partita dall'analisi del rischio dell'edificio, elaborata sui dati forniti dal committente, che ha permesso di identificare gli aspetti di maggiore vulnerabilità del complesso, cui sono seguite proposte di interventi minimi per migliorare la sicurezza dei residenti e dei fruitori.
Va evidenziato, comunque, che l'approccio criminologico per una progettazione più attenta degli edifici, così come per una migliore pianificazione degli spazi urbani, che tenga in considerazione fin da subito la sicurezza come uno degli asset fondamentali per il successo di un edificio o di un quartiere, andrebbe applicato nelle primissime fasi di ideazione di un progetto, si tratti di nuova costruzione o di una riqualificazione.
Inoltre, la determinazione degli elementi di sicurezza andrebbe applicata anche in fase di valutazione di un progetto da parte dell'ente autorizzante.
Non va dimenticato infatti, che l'ente che approva l'opera ha il compito di garantire anche la sicurezza dei propri cittadini.
Lo spazio difendibile
La valutazione di un complesso residenziale, che comprende più abitazioni, richiede di prendere in considerazione un set di fattori legati a:
- il contesto urbano e lo spazio fisico di collocazione dell'edificio
- fattori sociali e umani del contesto urbano
- uso dell'edificio
- caratteristiche fisiche dell'edificio
Il processo si fonda sul concetto dello “spazio difendibile” e analizza le funzioni e le dotazioni in tre diversi livelli: ciò che circonda il complesso (esterno), il perimetro esterno dell'edificio (involucro), per passare poi alle aree comuni e agli spazi privati (appartamenti, uffici, negozi).
In generale, le soluzioni possono riguardare il disegno degli spazi - si pensi all'arredo, alla segnaletica, all'accessibilità, alla distinzione tra gli spazi e le funzioni - ma anche alle misure di protezione e difesa (soprattutto nella loro funzione estetica: si pensi alle fioriere antisfondamento davanti alle vetrine).
Ma si può trattare, anche, di soluzioni legate alla gestione degli spazi: definizione di regole di comportamento, attivazione di forme di guardianìa, sorveglianza o semplice manutenzione o anche alla gestione - in termini positivi - di gruppi particolari di utenti che possono caratterizzare l'area in questione.
Anche la protezione dei punti vulnerabili, dei possibili bersagli (la presenza, ad esempio, di una gioielleria o una banca) e dei luoghi critici (i cosiddetti hot spot, quali un money transfer o una sala scommesse) è fondamentale nell'analisi di un luogo.
Non da ultimo, anche le strategie di comunicazione possono giocare un ruolo essenziale nel garantire la sicurezza di un luogo.
Ridurre “il rischio criminale”
A seconda delle funzioni del sito da analizzare (commerciale, residenziale, direzionale, industriale, misto), si valutano gli accessi pedonali e veicolari, i parcheggi interni/esterni/interrati, le recinzioni, scale e ascensori, i corridoi, le connessioni tra aree comuni e private, l'alberatura, le cassette delle lettere, i cassonetti/aree di raccolta rifiuti, i locali tecnici, gli spazi/parcheggi per bici, le aree gioco per bambini, le cantine, gli appartamenti, la disposizione e le caratteristiche di sicurezza di porte, finestre e vetrate, il tetto.
Tutti questi contesti/funzioni conferiscono maggiore o minore rischio criminale e senso di insicurezza a seconda delle dotazioni presenti: illuminazione, visibilità, demarcazione chiara degli spazi, sistemi di protezione, sorveglianza formale, classi di resistenza antieffrazione.
Inoltre, si valutano l'esistenza o meno di regole di comportamento, i servizi di manutenzione, l'amministrazione comune e il coinvolgimento dei residenti.
La sicurezza di un complesso residenziale dipende anche dal numero di persone che, quotidianamente, utilizzano gli spazi pubblici (spazi aperti e accessibili senza controllo) o semipubblici (aree aperte a più utenti, con accesso controllato).
La presenza di un elevato numero di persone, anche sconosciute, riduce notevolmente il controllo naturale esercitato dai residenti.
Sussistono, inoltre, una serie di indicatori relativi ai problemi di sicurezza già presenti nell'area oggetto di intervento, che considerano inciviltà, piccoli atti vandalici (quali i graffiti) o danneggiamenti più gravi, presenza di bande o di tossicodipendenti, azioni di disturbo, fino a considerare l'andamento di fenomeni più gravi quali aggressioni, lesioni, omicidi, violenza urbana, crimine organizzato.
Gli elementi vulnerabili dell'edificio
Un elemento vulnerabile dell'edificio è dato dai pannelli di schermatura a lamiera forata che, seppure in misura diversa, sono facilmente scalabili.
L'altezza del rivestimento dal piano strada non può mettere in difficoltà un criminale con una pur minima dotazione, come una comune scala.
Il rischio aumenta in presenza di ulteriori appigli ad altezza intermedia quali grondaie, pali di segnaletica pubblica, alberi, macchine parcheggiate vicino al muro, cassonetti con ruote nelle vicinanze, tende da sole sopra le vetrine sottostanti.
La possibilità di salire in modo relativamente agevole ai livelli superiori dell'edificio, addirittura accedendo dalla via pubblica, di fatto vanifica tutte le misure di sicurezza poste al piano terra e attesta la sicurezza dell'involucro al livello di sicurezza dei serramenti degli appartamenti ai piani superiori o al (probabile) accesso dal tetto.
Agli occhi dei criminali interessati al furto in appartamento, questo elemento costituisce un indubbio elemento di attrazione criminale.
Il livello di rischio, già alto, aumenta perché un punto di attacco è accessibile dalla strada.
La superficie dell'edificio lungo la strada presenta alcune nicchie che, soprattutto nelle ore serali, possono offrire opportunità di nascondiglio a potenziali aggressori e ostruiscono la visuale ottimale da parte di persone che percorrono il marciapiede pedonale.
Per ridurre le possibilità di nascondiglio - e, quindi, il rischio di aggressione - si propongono i seguenti rimedi, che vanno pesati nel contesto di applicazione per verificarne la fattibilità:
- arrotondare gli spigoli delle nicchie in facciata, in modo da allargare l'angolo visuale di un passante man mano che si avvicina
- avanzare gli infissi, in modo da annullare la presenza di nicchie
- inserire elementi di trasparenza nello spigolo o piccole aperture a circa 150 cm di altezza, che rendano visibile l'interno della nicchia
- curare un'adeguata illuminazione delle vetrate o all'interno delle nicchie