AREE DI SERVIZIO – La sicurezza di un’area di servizio di Andria è garantita da un sistema antintrusione-video progettato per coprire in modo totale le aree esterne e interne della struttura.

 

Il tipo di attività e la zona ad alto rischio micro-criminalità, hanno indotto i titolari della stazione di servizio Zagaria Carburanti a dotarsi di un impianto di sicurezza puntuale, composto da un impianto antintrusione e video a registrazione continua.

A occuparsi del progetto e dell’installazione, Tommaso Scaringella, titolare di Allarm Sud di Andria - in provincia di Barletta-Andria-Trani - e vice presidente di AIPS, Associazione Installatori Professionali di Sicurezza. A lui la parola.

 

Quali sono le criticità legate all’installazione di apparecchiature di sicurezza presso una stazione di carburante?

La criticità principale riguarda le tubazioni, che devono essere idonee al tipo di struttura al fine di scongiurare il rischio di incendio a causa di scintille o corti circuiti. I tubi - che passano per i cavidotti sotterranei, in prossimità delle colonnine - non possono essere standard ma antideflagranti, adeguati, quindi, alla presenza di pompe che erogano benzina, dotati di giunzioni a tenuta stagna fino alle cassette di distribuzione. Questa particolare tubazione richiede una tipologia di lavorazione più accurata in fase di installazione, che deve essere estremamente precisa e senza fuoriuscita di giunzioni.

 

Come è stata allarmata l’area distributori?

Cuore del sistema installato è la centrale, composta da 8 zone - espandibili fino a 28 - da un ingresso 24h di auto protezione, 2 ingressi zona per rivelatori convenzionali e 6 ingressi zona per rivelatori seriali. Sono presenti un serial Bus per il collegamento delle periferiche di sistema, un sensor Bus per il collegamento delle sirene bus e 8 canali di trasmissione comprendenti due recapiti telefonici per canale. Il vettore di trasmissione integrato è PSTN e il modulo interfaccia per la connessione della centrale alla rete Ethernet consente di utilizzare la rete come vettore di comunicazione IP. Importantissima, poi, la funzione anti-jamming, a protezione del GSM.

 

Spieghiamo che cos’è la funzione anti-jamming

È un requisito di sicurezza in più di cui è dotata questa centrale, che riesce a distinguere se avviene un tentativo di blocco frequenza da parte dei cosiddetti “jammers” - disturbatori di frequenze - che cercano di impedire l’invio delle segnalazioni tramite sms o radio. Una volta riconosciuto il tentativo, la centrale fa scattare un allarme avvisando chi di competenza.

 

Come avviene la gestione degli allarmi?

Si tratta di una gestione altamente personalizzabile e modificabile nel tempo. Il sistema permette il funzionamento triplex, quindi registrazione dell’evento anomalo, riproduzione e trasmissione delle immagini in contemporanea.

 

Passiamo alla messa in sicurezza della zona bar…

In quest’area, sono stati installati sensori a doppia tecnologia con funzione antimascheramento. La microonda funziona sulla frequenza radio e fa scattare il sensore quando nell’ambiente c’è uno spostamento che causa una variazione di frequenza. Invece, la tecnologia all’infrarosso rivela il cambio di temperatura di un corpo in movimento. È preferibile utilizzare l’opzione in “And” della tecnologia, per evitare l’insorgere di falsi allarmi, perché per attivare l’invio della segnalazione, entrambi i sensori devono scattare. L’esempio pratico è uno spiffero d’aria o un insetto in movimento che attiva il sensore a microonde, ma non quello a infrarossi. Nel caso si scelga, invece il funzionamento, in “Walk”, l’allarme si attiva anche solo con lo scatto di una tipologia di sensore. Inoltre, nella zona bar e nel deposito degli oli sono installati, sugli infissi, otto rivelatori di urto piezoelettrici, con sensibilità regolabile a ponticelli: se attivati, scatta il segnale acustico di allarme e viene inviata la segnalazione via sms al gestore e alla vigilanza.

 

Come è strutturato il sistema video?

Il sistema di allarme è stato interfacciato con il sistema di videosorveglianza, per il videocontrollo e la registrazione 24 ore su 24 dell’area esterna. Mentre, nelle aree interne, la registrazione avviene negli orari non lavorativi, a partire dall’inserimento dell’impianto antintrusione.

 

Che tipologia di telecamere sono state installate?

Sono presenti, in totale, otto telecamere HD fisse, in grado di riprendere nitidamente anche i più piccoli dettagli e di distinguere in modo chiaro le targhe dei veicoli che transitano. Inoltre, alle spalle del distributore, nell’area parcheggio, è stata posizionata una speed dome.

 

Si tratta di dispositivi antivandalo?

Il danneggiamento e lo scollegamento delle telecamere è uno dei problemi più critici delle aree sempre accessibili, come quella di cui stiamo parlando. Dunque, abbiamo scelto telecamere dotate di motion detection, una specifica funzione che rileva il mascheramento a una distanza ravvicinata di 10/15 cm dall’obbiettivo. In tal caso, il sistema invia un allarme tramite sms al gestore e alla vigilanza per richiedere l’intervento immediato in loco.

 

Il sistema di rifornimento self-service rappresenta un fattore di rischio, specie per la cassa automatica sempre in funzione…

Assolutamente. Per tale motivo, le telecamere che puntano sull’area self-service sono in grado di distinguere eventuali anomalie a seguito di movimenti “non standard” - tra cui cambiamenti, da parte degli utenti, del “percorso predefinito” - inviando un allarme via sms al gestore, unitamente all’immagine rilevata in modo istantaneo dalla telecamera di pertinenza.

 

Due parole sul videoregistratore digitale adottato…

Ha 16 canali, un formato di compressione H.264 e una velocità di registrazione fino a 400 immagini/s.

 

 

Disturbatori di frequenza: che cosa dice la Legge

La centrale di allarme installata nell’ambito del progetto descritto è dotata di funzione anti-jammers, ovvero “anti-disturbi di frequenza”.

Questo ci dà lo spunto per un approfondimento tecnico e legislativo sui dispositivi “disturbatori di frequenza” - i cosiddetti “jammers” - giudicati illegali dalla Commissione Europea e dalla legislazione italiana, eppure pubblicizzati sul Web e facilmente acquistabili attraverso il canale Internet.

Queste apparecchiature sono in grado di disturbare le comunicazioni radio nello spettro di frequenza che riescono a coprire, riuscendo a impedire ai combinatori telefonici di inviare le comunicazioni ai rispettivi numeri associati.

Concettualmente, il loro impiego è nato per garantire la privacy e per impedire l’uso dei cellulari in quei luoghi dove potrebbe arrecare disturbo, si pensi ai teatri o alle chiese.

Inizialmente erano molto costosi, voluminosi e capaci solo di neutralizzare le comunicazioni di telefonia mobile nella banda delle frequenze GSM 900 MHz.

Oggi, i disturbatori hanno seguito l'evoluzione tecnologica, diventando più piccoli, più economici e in grado di interferire con gran parte dello spettro. Alcuni modelli riescono a interferire, oltre che con le frequenze destinate alla telefonia mobile come GSM, UMTS ed LTE, anche con i sistemi di geo-localizzazione quali GPS, Glonass e Galileo, con le trasmissione dati attraverso reti WLAN, RLAN e WiMax e con gli allarme senza fili.

Le ricerche svolte dalla Commissione Europea indicano che, attualmente, negli Stati membri non è consentito bloccare la ricezione e l'emissione di segnali GSM.

Nonostante la Francia abbia adottato una legge che, di fatto, rappresenta un terreno fertile per l’impiego di sistemi di inattivazione, non esistono ancora regolamenti tecnici di applicazione che permettono di utilizzare legalmente i jammers.

Sono, quindi, considerati prodotti illegali. Di conseguenza, gli Stati membri sono tenuti a prendere provvedimenti, a norma di quanto disposto dalla direttiva 89/336/CEE del Consiglio del 3 maggio 1989 per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alla compatibilità elettromagnetica o dalla direttiva 1999/5/CE del Parlamento europeo riguardante le apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità, ritirandoli dal mercato.

Infatti, i jammers non recano la marcatura CE e, quindi, non sono conformi ai requisiti essenziali individuati dalla direttiva, per cui non possono circolare né tantomeno essere utilizzati nel mercato della Comunità Europea.

Quanto alla legislazione italiana, gli Art. 340, 617 e 617 bis del Codice Penale puniscono l’utilizzo e l’installazione di questi prodotti, in quanto potenzialmente potrebbero interrompere un servizio pubblico come quello delle comunicazioni telefoniche.

Si pensi alla gravità di una situazione in cui è urgente un pronto soccorso, ma il disturbo di una frequenza non permette di effettuare tempestivamente una telefonata. L'uso dei jammers, pertanto, è consentito esclusivamente alle Forze dell’Ordine e alle Forze militari.

 

Lara Morandotti

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