Il valore della sicurezza

Così come l’arte, la sicurezza possiede un valore che va oltre la sua stima in denaro. Così come un dipinto, una scultura o un’opera letteraria, la sua funzione va oltre la materia di cui si compone. Assunti, questi, di cui la Fondazione Enzo Hruby, con la sua attività, è perfetta espressione.



Paola Cozzi

E’ stato il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze, a fare da teatro alla proclamazione dei vincitori della sesta edizione del Premio H d’Oro, indetto dalla Fondazione Enzo Hruby per valorizzare i migliori impianti di sicurezza e sostenere l’evoluzione professionale e tecnologica delle imprese del settore.
Nove, in totale, gli H d’Oro consegnati ad altrettante realizzazioni, selezionate da una giuria di esperti tra 43 finalisti scelti - in due passaggi di selezione - tra ben 305 candidature.
In particolare, questa edizione ha visto la presenza di personalità del mondo della cultura, delle istituzioni e dell’industria e ha registrato un ulteriore incremento delle adesioni, che in sei anni hanno raggiunto un totale di oltre mille candidature, proposte da grandi e piccole aziende di installazione.
Ricordiamo che il Premio H d’Oro - a differenza di altre iniziative che premiano i prodotti, le aziende o i brand - ha scelto sin dall’inizio una nuova e diversa strada, quella di selezionare e valorizzare le più originali applicazioni delle nuove tecnologie al servizio della “personalizzazione” del progetto, prescindendo in modo netto dal tipo e dalle marche dei dispositivi impiegati.
Il Premio è così divenuto, per la sua riconosciuta imparzialità, il più prestigioso riconoscimento per le aziende installatrici del settore, che lo considerano un segno distintivo della propria competenza e della propria professionalità.

Le installazioni premiate
Per la categoria “Beni culturali”, il premio è andato a un sistema integrato - antintrusione, video e controllo accessi - realizzato per Palazzo Sciarra, sede del Museo Fondazione Roma, da Metrovox di Roma.
Per la categoria “Pubblica Amministrazione”, la Giuria ha invece assegnato il riconoscimento a un sistema di supervisione e gestione integrata di impianti speciali presso il Campus Turro di Milano - complesso polifunzionale per studenti - ad opera di Teleimpianti di Bologna.
Per le “Attività produttive e servizi”, l’H d’Oro è stato consegnato a due società. La prima è la G&G Electric di Sesto San Giovanni (MI) per un impianto integrato - supervisione, antintrusione, videosorveglianza, controllo accessi, varchi e safety - degli studi televisivi di Qvc Italia a Brugherio (MB), con parametri di protezione e affidabilità particolarmente elevati.
La seconda azienda installatrice è Italsinergie di Cremona, per un sistema con controllo tecnologico, antintrusione e di videosorveglianza dello stabilimento chimico della Johnson Diversey che richiedeva interventi speciali per la prevenzione e la security.
Nella categoria “Residenziale”, la giuria ha premiato Blondel di Milano per un sistema di home automation avanzato e integrato in modo intuitivo alla sicurezza.
Il vincitore della categoria “Commercio” è, invece, Secur System di Silea (TV) con un impianto antintrusione, video, antirapina e controllo accessi per un centro commerciale di Treviso.
Nella nuova categoria “Energia”, si è aggiudicato il premio Centrosat di Casamassima (BA), per un sistema realizzato presso un sito fotovoltaico nella provincia barese, con antintrusione e videosorveglianza in fibra ottica di grande estensione e complessità.
Nelle “Soluzioni speciali” ha vinto Domotica Trentina di Trento con un impianto integrato per il progetto CAPA, una residenza protetta per anziani parzialmente autosufficienti nel Trentino, con protezioni e supervisioni su misura degli ospiti.
Infine, quest’anno è stato istituito per la prima volta il Premio H d’Oro International Award - destinato a premiare le realizzazioni fatte all’estero da aziende italiane - conferito a Gubert System di Rossano Veneto (VI) per il sistema di videocontrollo cittadino eseguito a Enugu City, in Nigeria, installazione realizzata in difficili condizioni ambientali, logistiche e tecniche.

Libri, lettori, ladri
La cerimonia di consegna dei premi è stata preceduta, durante la mattinata, dall’inedito convegno “Libri, lettori, ladri. La protezione del patrimonio librario in Italia”, organizzato dalla Fondazione Enzo Hruby e moderato dal giornalista Marco Carminati de Il Sole 24 Ore.
Enzo Hruby e Carlo Hruby - rispettivamente presidente e vice presidente della Fondazione - nel descrivere i motivi della scelta di Firenze come sede del convegno e dell’argomento al centro dell’evento, hanno spiegato: “… con i libri abbiamo un legame particolare. La Fondazione ha avuto il suo ‘battesimo’ proprio alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e il nostro primo intervento ci ha visto sostenere gli oneri per la protezione della Biblioteca della Basilica di San Francesco d’Assisi. Successivamente, abbiamo operato a favore della Fondazione Giorgio Cini, che possiede una delle più rinomate biblioteche del mondo, la Manica Lunga. E qui a Firenze abbiamo deciso di presentare i progetti che in questo momento ci vedono impegnati: la protezione della Biblioteca della Basilica di Santa Croce e la protezione dell’edificio che a Roma ospiterà la grandiosa opera di digitalizzazione di tutti i manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana”.

Ad aprire i lavori del convegno, Cristina Acidini, soprintendente del Polo Museale Fiorentino: “La necessità prioritaria di mantenere la sicurezza del nostro patrimonio - ha esordito - incontra notevoli difficoltà. Lavoriamo, infatti, in un contesto di edifici concepiti non come musei, essendo nati, con l’eccezione della Galleria degli Uffizi, come dimore storiche, ville, conventi. Ritengo meritoria l’attività della Fondazione, che promuove la protezione di tali edifici. Il corretto utilizzo di tecnologie altamente performanti e di basso impatto visivo consente di rendere accessibile a un pubblico sempre più vasto un patrimonio artistico e culturale di assoluto pregio e di valore inestimabile”.
Dopo il saluto del presidente del Consiglio Comunale Eugenio Giani, ha poi preso la parola Silvia Alessandri, vice direttore Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, in rappresentanza di Maria Letizia Sebastiani, direttore della stessa Biblioteca e direttore ad interim della Marciana di Venezia.
Silvia Alessandri ha sottolineato come i primi a volere per sé i libri sono proprio gli studiosi. “Perché capisce e ama la preziosità dei libri solo chi li conosce. Il nostro problema, per proteggere le preziose opere, è avere le risorse per un’accurata manutenzione, perché non va dimenticato che si scopre troppo tardi che molte stampe e pagine vengono strappate”.

La digitalizzazione protetta
della Biblioteca Apostolica Vaticana

La Biblioteca, luogo di consultazione e di ricerca, deve poter conservare nel tempo il proprio patrimonio, al fine di renderlo disponibile per le future generazioni. Noi, con il progetto di digitalizzazione degli 80mila manoscritti, abbiamo cercato di trovare il giusto equilibrio tra utilizzo e conservazione”.
Dopo queste parole, Monsignor Cesare Pasini, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, ha sottolineato il grande contributo della Fondazione Enzo Hruby, che si è assunta l’onere di proteggere l’edificio dove, nel prossimo decennio, si svolgeranno i lavori di digitalizzazione.
Dietro questa grande iniziativa tecnologica e culturale, ci sono cinque lunghi anni di ricerca, condotta dal team affidato a Luciano Ammenti, ingegnere, Responsabile dei Servizi Informatici della Biblioteca, per riuscire a trovare un formato di archiviazione in grado di garantire la sua stabilità negli anni a venire: “E’ stato il centro di Astrofisica di Roma a suggerirci, anni fa, l’esistenza del formato Fith. Utilizzato anche dalla NASA per l’archiviazione delle immagini delle missioni aerospaziali, è attualmente l’unico formato rimasto immutato negli ultimi 50 anni. Tale protocollo inoltre è attualmente ad accesso libero e ci consente pertanto di iniziare la prodigiosa opera di digitalizzazione dei manoscritti attualmente custoditi nella nostra Biblioteca”.
Monsignor Gianantonio Borgonovo, direttore della Biblioteca Ambrosiana, ha poi raccontato di trafugamenti, nel passato, a opera di insospettabili personaggi prelati bibliofili e, soprattutto, ha rimarcato come per la sicurezza, più che le scomuniche papali o le maledizioni di Maometto, oggi conti la tecnologia, compresa quella digitale per l’archiviazione elettronica.
Il Generale Pasquale Muggeo, a capo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha ricordato le finalità e le attività del prestigioso Comando, riferendosi, in particolare, alle grandi opportunità che offre la loro banca dati, usata anche da Interpol e unica al mondo per estensione e completezza dei dati riguardanti le opere trafugate.
Per proteggere il nostro patrimonio culturale dobbiamo sensibilizzare il pubblico e, in particolare, i giovani verso il mondo dell’arte. I dati sui trafugamenti e sui ritrovamenti sono cautamente positivi, grazie anche alla continua attività di consulenza dei nostri carabinieri - ha dichiarato Muggeo - e al coordinamento tra i Carabinieri del Comando con gli esperti del Ministero”.
Infine, Pasquale Govi, Presidente di ALAI - Associazione Librai Antiquari d’Italia, ha infine messo in rilievo la figura del libraio che - ha rilevato - sembra coincidere, a volte, con quella del “ricettatore” ma che, al contrario, ha in numerosi casi collaborato con le Forze dell’Ordine per il ritrovamento di preziosissimi volumi.

Fondazione Enzo Hruby, quattro anni di progetti
La Fondazione Enzo Hruby - nata il 4 ottobre 2007 per iniziativa della famiglia Hruby e di Hesa - è l’unica fondazione in Italia e in Europa che, senza fini di lucro, mette a disposizione competenze e risorse economiche per la protezione dei beni culturali, artistici e paesaggistici italiani, sostenendo l’onere di impianti e sistemi di prevenzione tramite il ricorso alle più aggiornate tecnologie elettroniche e con la collaborazione di professionisti del settore.
In meno di quattro anni, la Fondazione ha portato a termine ben diciassette iniziative per la protezione di chiese, monumenti, opere d’arte, beni paesaggistici ed eventi pubblici che altrimenti non avrebbero avuto le adeguate tutele per prevenire sottrazioni e danneggiamenti.
Tali iniziative hanno visto protagonisti:

- la Biblioteca di San Francesco. Assisi, maggio 2008
- la mostra “Michelangelo Architetto”. Verona, settembre 2008
- la mostra “Over Design Over: materia, tempo e natura nel design contemporaneo”. Perugia, marzo 2009
- la Rocca Paolina, marzo 2009
- la basilica di Nostra Signora del Piastrello. Lendinara, maggio 2009
- la galleria Grande del Tiepolo. Milano, Palazzo Clerici, giugno 2009
- l’isola di San Giorgio Maggiore. Venezia, a partire da luglio 2009
- la Sacra Sindone. Torino, aprile-maggio 2010
- il museo di Fisica dell’Università di Torino, giugno 2010
- il castello Bufalini. San Giustino, ottobre 2010
- la mostra “Michelangelo in podesteria”. Chiusi della Verna, dicembre 2010
- la Caserma Col. N. Madalena. Venezia, da gennaio 2011
- il museo del Duomo. Milano, da febbraio 201
 - il museo di Porta San Pancrazio. Roma, marzo 2011
- l’Ostensione delle reliquie di San Gaudenzio. Novara, giugno 2011
- il Sacro Monte di Varallo, da luglio 2011
- la biblioteca di Santa Croce. Firenze, da luglio 2011
- la biblioteca Apostolica Vaticana. Roma, da settembre 2011

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