La città intelligente diventa anticrimine

Dalla nuova centrale operativa della polizia locale ai progetti di videosorveglianza IoT, abbracciando il paradigma di città smart, il comune di Genova aumenta la sicurezza urbana e rafforza il rapporto con i cittadini.

L’obiettivo di una smart city è quello di migliorare la qualità della vita della popolazione at­traverso uno sviluppo econo­mico sostenibile. I suoi ingre­dienti principali sono ricerca, innovazione e tecnologia, anche in riferimento ai progetti di sicurezza: ne è una dimostrazione il caso di Genova Smart City.

Antonino Sergio Gambino, Assessore alla Sicurezza del Comune di Genova

«L’assessorato alla Sicurezza è tra gli attori principali nel raggiungimento degli obiettivi di Genova Smart City - conferma l’assessore alla Si­curezza del Comune di Genova Antonino Sergio Gambino - Una città smart non può prescindere dal conseguimento di elevati standard di sicu­rezza a favore dei propri cittadini. Il corpo di polizia locale di Genova è tra i primi corpi delle grandi città capoluogo di provincia per dotazio­ne tecnologica, utilizzo di applicativi smart e prontezza di adattamento dei suoi componenti all’utilizzo di queste nuove tecnologie».

Un assessorato alla sicurezza 2.0

Parole che mostrano quanto il progetto Genova Smart City sia importante per l’assessorato alla Sicurezza stesso: «L’innovazione tecnologica è uno strumento fondamentale del nostro assesso­rato - prosegue Gambino - La programmazione sulla sicurezza rientra a pieno titolo nel progetto Genova Smart City: dalla videosorveglianza alla strumentazione della nuova centrale operativa, senza trascurare il fondamentale apporto dato dall’innovazione alla semplificazione e al dia­logo trasparente con i cittadini, che attraverso l’app ricevono puntuali notifiche, per esempio su sanzioni accertate, informazioni sul traffico, scadenze, stato delle istanze presentate. Inoltre, abbiamo potenziato le modalità di comunica­zione (attraverso i canali social come Telegram) delle informazioni utili al cittadino: dalle condi­zioni del traffico alla chiusura delle strade fino alla segnalazione degli stati di allerta meteo e idrogeologica».

Peraltro, all’interno del paradigma della città intelligente, le priorità della sicurezza anticri­mine conosceranno un’ulteriore evoluzione. «Nell’ottica smart city si inserisce a pieno diritto la nuova centrale operativa della polizia locale, attiva dall’anno scorso negli uffici del Matitone» racconta Gambino. «Nell’approccio “CPTED - Crime Prevention Through Environmental De­sign”, cioè prevenzione del crimine attraverso la progettazione ambientale, la nuova centrale svolge un ruolo fondamentale.

Dotata dei più moderni e sofisticati apparati di monitoraggio e controllo, consente a ogni opera­tore di visualizzare in tempo reale dalla propria postazione, anche attraverso videowall, le im­magini di ogni telecamera del circuito GeCam installata sul territorio, di verificare la posizio­ne di ogni singola pattuglia, dialogare con altri enti locali, svolgere attività di accertamento e controllo a supporto delle pattuglie operative su strada, in auto, in moto o a piedi. L’inclusio­ne nel sistema Nue 112 (Numero di Emergenza Unico Europeo) consente, inoltre, di agire nella migliore sinergia con le altre forze dell’ordine sul territorio, offrendo al cittadino un’assistenza puntuale e veloce».

Oltre a essere un efficace deterrente per i reati, la videosorveglianza è uno strumento fondamentale per la lotta alla microcriminalità, la tutela del decoro, il contrasto all’abbandono dei rifiuti e il supporto delle attività investigative

La sicurezza diventa smart

Per raggiungere i propri obiettivi di sicurezza anticrimine, l’assessorato alla Sicurezza è pronto a misurarsi con un rinnovato impiego dei sistemi di videosorveglianza all’interno della smart city.

«Un controllo efficace e capillare del territo­rio è fondamentale: in quest’ottica, il Comune di Genova ha un sistema di videosorveglianza strutturato - assicura Gambino - Solo nel 2021 sono state installate ben 336 nuove telecamere. Il nostro circuito di videosorveglianza è com­posto da 1.150 sistemi ed entro un paio di anni raggiungeremo le 2000 unità».

La ragione di questi importanti investimenti risiede nel grande valore che l’amministrazio­ne attribuisce alla videosorveglianza. «Oltre a essere un efficace deterrente ai reati, è anche uno strumento fondamentale per la lotta alla microcriminalità, a tutela del decoro, a contra­sto del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e a supporto, anche in maniera importante, delle attività investigative - argomenta Gambino - Stiamo valutando l’utilizzo di software che pos­sono processare i flussi immagini “condensando” gli elementi salienti, persone e oggetti per poi permettere una semplice ricerca degli stessi».

È proprio questo il trampolino di lancio attraverso cui Genova vuole tuffarsi nel paradigma della città intelligente. «Questa nuova tecnologia renderà le telecamere degli strumenti Internet of Things (IoT), che sono la matrice fondante del processo di “smartizzazione” delle città, con l’interazione tra i dispositivi IoT presenti nei vari ambiti della società. Basti pensare, in ottica di co-partecipazione allo sviluppo delle nostre città, alla connessione tra gli strumenti IoT pubblici, come le telecamere intelligenti, e gli strumenti IoT di quasi ogni cittadino, come lo smartphone o altri device».

Il progetto Genova Smart City contempla evolu­zioni significative anche per quanto riguarda le tipologie di impiego delle soluzioni antintrusione e il controllo accessi. «Il Comune di Genova ha vinto tre bandi del PINQuA - Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, finanziati con fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che prevedono, oltre a importanti interventi di rigenerazione urbana, anche l’implementazione dei sistemi di videosorveglianza, per esempio in prossimità di palazzi storici e pubblici.

Saranno installate circa 725 telecamere ottiche e 42 nuovi portali di lettura targhe per gli accessi dei Caruggi, che sono al centro di un progetto di rilancio sociale, economico e urbanistico molto ambizioso e sfidante condotto dall’amministrazione».

Innovare rispettando la privacy

Per affrontare le sfide della sicurezza anticrimine all’interno del paradigma della smart city, l’assessorato alla Sicurezza si mostra al contempo attento alla progressiva evoluzione dei propri compiti e competenze. «Il ruolo futuro dell’assessorato alla Sicurezza dovrà essere quello di coordinamento, in sinergia con gli altri attori coinvolti, di tutte le iniziative che riguardano la tutela della sicurezza, in nome di quella “pianificazione integrata” che costituisce una delle linee guida principali per il conseguimento degli obiettivi del progetto» osserva Gambino.

Con l’incremento della mole di dati e informazioni che la smart city e l’Internet of Things portano con sè, acquistano sempre maggiore importanza la capacità di analisi dei dati e la possibilità di elaborarli e trasmetterli in tempo reale per trarne informazioni operative

A tal proposito, una delle sfide che si pongono davanti all’amministrazione è quella di affrontare e conciliare la pervasività delle tecnologie di videosorveglianza, IoT e intelligenza artificiale proprie della smart city con le esigenze di privacy dei cittadini. «Con le tecnologie IoT, machine learning e big data analytics, la mole di dati che in futuro verranno gestiti sarà tale da dover trovare il giusto connubio tra misure di privacy e trasparency e il principio di security and resilience.

Per questo motivo, il Comune di Genova ha già da tempo avviato un’attenta revisione della situazione attuale e un altrettanto attento studio dei programmi futuri unitamente al proprio DPO (Data Protection Officer) per assicurare sempre la massima tutela della privacy dei cittadini, nel pieno rispetto del regolamento europeo GDPR e delle pronunce del Garante della Privacy sull’argomento» conclude Gambino.

AIKOM - La sorveglianza è questione di dati

A supporto dei professionisti della sicurezza, dei Comuni e delle forze dell’ordine, Aikom propone un’offerta completa in campo videosorveglianza e controllo accessi, rappresentata da brand prestigiosi come Selea, Townet, Bosch, Avigilon, Commend, Motorola Solutions e Cambium Networks, con un supporto ingegneristico pre e post-vendita di alto livello.

Quali tecnologie di sicurezza anticrimine caratterizzeranno maggiormente la smart city?

Marco Fabbri, Product Manager Security & Surveillance di Aikom

«La città intelligente è un sistema sempre più complesso - risponde Marco Fabbri, Product Manager Security & Surveillance di Aikom - dove cresce l’integrazione con sistemi avanzati di videosorveglianza, come quelli basati sulla videoanalisi, principalmente per finalità di sicurezza urbana, ma anche di monitoraggio del traffico veicolare e sorveglianza rifiuti.

Le tecnologie che già oggi dominano le smart city vedono un largo impiego dell’intelligenza artificiale e dei big data, con un utilizzo sempre maggiore del machine learning e deep learning, da applicare all’ingente mole di dati raccolti da sensori e dispositivi IoT. La capacità di analisi dei dati e la possibilità di elaborarli e trasmetterli in tempo reale per trarne informazioni operative istantanee per le forze dell’ordine porta ad altissimi standard di sicurezza.

La soluzione non sta in un brand o in un prodotto, ma nella capacità creativa e nelle competenze progettuali e tecnologiche dei city manager e dei system integrator coinvolti nella digitalizzazione delle città. Ciò che occorre è comprendere le esigenze e costruire un ecosistema tecnologico che fornisca risposte coerenti, scalabili e sostenibili».

Ci può segnalare un progetto concreto di sicurezza anticrimine in ottica smart city? 

«Cito l’esempio, oggi unico in Italia, dell’ordine alla sicurezza pubblica del Comune di Mantova, che un anno fa ha richiesto se le soluzioni Selea potessero integrare i differenti sistemi di lettura targhe esistenti e sparsi in tutta la provincia. Grazie alla soluzione software CPS 5.0 di Selea, aperta e integrabile con terze parti, la provincia di Mantova ha potuto collegare tra loro tutti i portali di lettura targhe presenti sul territorio, per un unico sistema consultabile dalla centrale operativa del comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri (attraverso il CPS Manager).

I risultati ottenuti in ambito sicurezza e prevenzione sono stati esaltanti. La soluzione CPS di Selea ha permesso non solo d’integrare le telecamere esistenti di altre marche, ma anche di comunicare con soluzioni software di gestione del portale di lettura targhe e videosorveglianza di diversi brand. In altre parole, nulla è stato sostituito, evitando quindi sprechi.

Con un investimento contenuto, ogni singolo Comune ha potuto integrare il proprio sistema con il Comando provinciale dei Carabinieri, ottenendo in cambio una protezione cittadina di gran lunga più efficace. In questo caso, si può davvero parlare di sicurezza urbana integrata, nell’ambito sia della sicurezza stradale sia della prevenzione e repressione dei reati».

Come conciliare la pervasività delle tecnologie della smart city con la privacy dei cittadini?

«I colori della sfida del futuro per il nostro Paese sono il verde e il blu: il verde rappresenta la transizione ecologica, mentre il blu parla di tecnologia e di spazi infiniti. Per vincere questa sfida occorrono ecosistemi tecnologici sostenibili, che semplifichino la gestione del territorio e la condivisione dei dati, mettendo al sicuro i cittadini.

Esigenze evolute, che richiedono conoscenze avanzate in materia di design delle infrastrutture per la raccolta, l’analisi e la trasmissione dei dati, ma al contempo anche competenza sul tema della conservazione dei dati e della privacy. La sinergia fra canale ICT, security manager ed enti locali è perciò essenziale per garantire lo sviluppo di soluzioni avanzate, intelligenti, scalabili e rispettose delle norme».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome