Furti e rapine sono in aumento dal termine della pandemia: i valori hanno superato quelli del 2019, quando il trend era in calo. Il maggior numero di reati si registra nel centro e nel nord est Italia, con un decremento al sud.
La prevenzione del crimine deve partire da una valutazione trasversale del fenomeno, sia per capire dov’è più urgente intervenire, sia per valutare l’efficacia delle azioni intraprese di anno in anno: uno dei rischi è infatti quello che alla riduzione di una categoria di crimini corrisponda un incremento per un’attività criminale differente.
È questa la funzione del Rapporto intersettoriale sulla criminalità predatoria realizzato da Ossif (il centro di ricerca dell’ABI sulla sicurezza anticrimine) e dal Servizio Analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale; l’ultima edizione, che prende in esame i dati 2023, è stata presentata a fine 2024.
Valori in crescita
I numeri dicono che le rapine non solo sono tornate ai livelli pre-Covid (gli episodi nel 2023 sono stati 28.067, superiori ai 24.276 casi del 2019, quando il trend era in calo), ma continuano a crescere, se non dal 2021 (22.093 casi), almeno dal 2022 (25.642 casi).
Analoghe le tendenze e i dati per il tasso di criminalità, pari a 47,6 rapine ogni 100.000 abitanti. Oltre la metà degli episodi criminosi avvengono per strada (59%); a buona distanza seguono le rapine in esercizi commerciali (13,6%), in abitazione (6,6%), in locali ed esercizi pubblici (3,8%), in farmacia (1,3%), ai distributori di carburante (0,6%), in tabaccheria (0,4%) e nelle filiali bancarie (0,3%).
Rispetto al 2022 si evidenzia una significativa riduzione delle rapine in banca (-35,5%), in ta baccheria (-23%) e ai distributori di carburante (-12,1%), mentre crescono tutte le altre casistiche, in particolare le rapine presso gli uffici postali (+14,4%), quelle in abitazione (+12,9%) e quelle in pubblica via (+9,5%).
L’andamento ricalca il trend in crescita del periodo post-pandemia, con una recrudescenza più marcata nel Centro e nel Nord Est Italia e un decremento al Sud. Le regioni del Nord Ovest e del Centro Italia sono quelle con l’indice di rischio sopra la media nazionale: i valori raggiungono rispettivamente quota 62,2 rapine ogni 100.000 abitanti e quota 52,2 ogni 100.000 abitanti.
Caratteristiche delle rapine
Nel 2023 è stato raggiunto un record: quello delle rapine fallite (51,3%), che per la prima volta sono risultate superiori a quelle riuscite. Il primo posto per percentuale di episodi andati a vuoto è stato conquistato dalle rapine agli uffici postali (33,8%), seguite da quelle alla grande distribuzione moderna (17,3%) e alle tabaccherie (0,9%).
Per quanto riguarda l’ammontare sottratto, le rapine in banca sono quelle che rendono di più (anche se risultano le più complicate da portare a termine): il valore medio del bottino, seppure in calo rispetto agli scorsi anni, è stato superiore ai 46.000 euro. Le rapine in posta registrano una media a evento superiore ai 24.000 euro, mentre quelle in tabaccheria si aggirano intorno ai 7.000 euro. “Solo” due zeri (400 euro) per le rapine alle imprese della distribuzione.
Dai dati emerge anche che le rapine vengono commesse prevalentemente da un solo criminale (49% dei casi) per quanto riguarda gli uffici postali; in tabaccheria e allo sportello bancario, invece, i malviventi preferiscono agire in coppia.
A livello di modus operandi, prevale l’utilizzo delle sole minacce verbali nelle rapine negli uffici postali (76% dei casi) contro le armi da fuoco (50%) in tabaccheria e quelle da taglio (35%) in banca. Gli orari di accadimento dei reati sono variabili: 17.00 - 21.00 per le rapine in tabaccheria, 15.00 - 16.00 per quelle in banca e 8.00 - 9.00 per gli uffici postali.
Il punto sui furti
Sono in crescita anche i furti (+6% nel 2023, per un totale di 1.021.116 episodi), con un trend in ripresa analogo a quello delle rapine. La tipologia più frequente è quella dei furti in abitazione (14,5%, in crescita del +10,4%), seguiti dai furti con destrezza (13,7%), i furti su auto in sosta (10,4%), quelli di autovetture (9,9%) e negli esercizi commerciali (7%), tutti in aumento rispetto al 2022.
L’intervista - Dietro i dati
Parla Marco Iaconis, coordinatore di Ossif - Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine
Quali sono le tendenze più significative evidenziate dal report sulla criminalità intersettoriale?

«Nel 2023, le rapine commesse in Italia sono state poco più di 28.000, con una netta prevalenza delle rapine effettuate in pubblica via (pari al 59% dei casi). Dal confronto dei dati intersettoriali è emerso che il settore più esposto è stato quello della distribuzione moderna organizzata, con un indice di rischio pari a 5,4 rapine ogni 100 punti operativi.
Seguono le farmacie (1,8 rapine ogni 100 punti operativi), gli uffici postali (1,2), i distributori di carburante e gli esercizi commerciali (0,8), le banche (0,4) e le tabaccherie (0,2). A livello territoriale viene calcolato un indice di rischio intersettoriale che è risultato più elevato in Lombardia (1,3 rapine ogni 100 punti operativi) e in Piemonte (1,2)».
Quali sono i numeri più interessanti per quanto riguarda ATM/OPT e trasporto valori?
«I trend degli ultimi anni evidenziano un decremento degli attacchi agli ATM e agli OPT. In particolare, nell’ultimo anno l’indice di rischio è risultato pari a 1,5 attacchi ogni 100 terminali per i distributori di carburante, a 1 attacco ogni 100 ATM per gli uffici postali e a 0,3 attacchi ogni 100 ATM per le banche.
Negli ultimi anni risultano in calo anche gli attacchi ai danni delle aziende del trasporto valori. Gli attacchi più frequenti sono avvenuti nei momenti di carico/scarico del denaro dai furgoni portavalori, in quella fase che viene definita il “rischio marciapiede”, mentre più esigui risultano gli attacchi su strada ai furgoni blindati».
Quali predizioni è possibile fare per il futuro?
«L’attenzione di tutti gli operatori della sicurezza deve rimanere sempre alta in quanto la criminalità evolve continuamente. Bisogna quindi continuare a investire in misure di protezione tecnologicamente avanzate e in formazione del personale, ma deve anche proseguire la collaborazione con le autorità preposte all’ordine pubblico.
Le attività dell’osservatorio intersettoriale Ossif proseguiranno nel 2025 con l’obiettivo di condividere in modo sempre più tempestivo ogni elemento di valutazione del rischio utile ai fini dell‘attività di analisi strategica per prevenire e contrastare la criminalità in maniera sempre più efficace».