La tecnologia sottostante ai moduli fotovoltaici di un impianto rappresenta un fattore critico per la sicurezza e l’affidabilità dell’energia solare
Sergio Graziosi, Sales Manager di Enphase Energy, spiega come la scelta del tipo di tecnologia sottostante ai moduli fotovoltaici di un impianto rappresenta un fattore critico per la sicurezza e l’affidabilità dell’energia solare.
Non solo strutture residenziali, ma anche aziende e pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: in tutte le tipologie di edificio, oggigiorno, l’energia solare sta emergendo come fonte energetica privilegiata, con ragioni d’adozione che passano dalla semplice leva dell’incentivazione fiscale alla sensibilità ecologica e dal desiderio di risparmio a lungo termine fino all’indipendenza energetica.
Troppo spesso, tuttavia, l’acquisto di un impianto fotovoltaico non è preceduto da una domanda fondamentale: quale tipo di tecnologia è più opportuno installare?
Un risvolto cruciale di questo quesito risiede nell’inverter e nella trasformazione da esso eseguita sull’energia raccolta dai moduli fotovoltaici: il passaggio dalla corrente continua (CC) a quella alternata (CA).
Correnti elettriche sul tetto: quali rischi comportano?
Tra microinverter, inverter di stringa e inverter di stringa con ottimizzatori, la scelta è vasta e porta il destinatario a prendere in esame diversi fattori.
Tra questi, sicurezza e affidabilità non possono che assumere una posizione di rilievo e un elemento decisivo risiede nel tipo di corrente che vogliamo attraversi il nostro tetto: CC o CA?
Optare per l’una o l’altra significa esporsi a diversi gradi di rischio, come guasti da arco elettrico ed incendi, dal momento che mentre la prima comporta un flusso di corrente continua ad alta tensione, che negli impianti fotovoltaici risulta presente in intervalli che operano a 300-1.500 volt, la seconda consiste della stessa elettricità presente nella nostra abitazione, in uscita a 230 volt.
La decisione, come si diceva, dipende dal tipo di inverter.
Più precisamente, ad utilizzare la CC sono i sistemi tradizionali con inverter di stringa, dove l’approccio per la conversione dell’energia è aggregato e centralizzato in un unico convertitore in cui viene convogliata l’elettricità ad alta tensione prodotta dai moduli fotovoltaici ai fini della conversione in CA per l’utilizzo residenziale.
Questo comporta linee ad alto voltaggio i cui svantaggi non risiedono unicamente nella pericolosità del flusso di corrente, ma anche nella difficoltà di installazione con relativa conformità alle direttive dei vigili del fuoco, che richiedono ottimizzatori di potenza e inverter di stringa, nonché l'aggiunta di un kit di spegnimento rapido.
Un’alternativa, tuttavia, è possibile e risiede proprio nei microinverter.
Microinverter e CA: sicurezza e semplicità
Il concetto di moduli a CA risale agli anni ’80 a opera della NASA, ma solo recentemente ha trovato spazio nel campo dell’energia solare attraverso lo sviluppo dei microinverter, che hanno rivoluzionato il mercato dei moduli fotovoltaici proponendo un approccio completamente diverso dai sistemi tradizionali.
Mentre questi ultimi impiegano una conversione centralizzata di CC in CA, i microinverter realizzano il processo a livello del singolo modulo, generando corrente alternata a bassa tensione ed eliminando il rischio di incendi causati da guasti d’arco CC.
Questa tecnologia, innestata al di sotto del pannello, ha permesso la creazione dei veri e propri moduli a CA che, dotandosi anche di funzionalità di spegnimento integrate, hanno preso rapidamente quota sul mercato proponendosi come prodotto più semplice e sicuro, perfettamente allineato con l’energia di utilizzo residenziale.
Considerando che la maggior parte delle case dispone di dispositivi e apparecchiature a CA, l’installazione di pannelli a CA sul tetto acquista davvero un notevole significato, che passa dalla sicurezza alla facilità di installazione e di manutenzione, portando queste riflessioni a una conclusione: se la scelta di un impianto fotovoltaico non è mai facile di per sé, farlo mettendo al primo posto l’affidabilità del sistema semplifica le cose.