Differenze inventariali, come arginare il fenomeno?

furti retail

Il rapporto di Crime&Tech raccoglie la voce dei retailer per definire le buone pratiche da adottare nella riduzione dei furti e ammanchi, non solo di natura criminale.

Differenze inventariali: inquadrare il fenomeno per prevenirlo

Le differenze inventariali rappresentano una voce di costo non indifferente e la grande distribuzione italiana spicca con una percentuale pari al 2% del fatturato secondo lo studio “Retail Security in Europe. Going beyond Shrinkage” di Crime&Tech, spin off di Transcrime – Università Cattolica del Sacro Cuore.

Non tutti gli ammanchi sono da attribuirsi a furti. E anche quando si tratta di furti, inquadrare il fenomeno è molto importante per prevenirlo in maniera corretta. C’è differenza, per esempio, tra il taccheggio organizzato da bande di “professionisti” e il furto per necessità di chi affronta un periodo difficile, soprattutto in questa fase.

L'indagine di Crime&Tech con Checkpoint Systems

Crime&Tech con Checkpoint Systems ha condotto un’indagine attraverso interviste a rappresentanti delle aziende retail, alimentare e non, che ha coinvolto 13.500 negozi in Italia: obiettivo definire le linee guida e poi scegliere le contromisure più efficaci. I dati a disposizione delle aziende sono tra loro diversi e poco confrontabili: il primo passo è condurre una raccolta uniforme delle informazioni.

“La finalità della raccolta dati è minimizzare la componente sconosciuta delle differenze inventariali - ha detto Marco Dugato, Amministratore di Crime&tech e Ricercatore di Transcrime - Università Cattolica -.

L'importanza dell'inventario

La fonte primaria è l’inventario. Le aziende hanno già capito che il solo inventario annuale non è sufficiente e anche senza arrivare all’estremo ideale dell’inventario permanente, ne fanno di periodici e settoriali. È già una buona pratica, ma occorre che siano fatti con sistematicità e con criteri condivisi, in modo che le informazioni siano confrontabili nel tempo”. Questi dati vanno incrociati con quelli di altre fonti, dall’affluenza dei clienti alle vendite online, le entrate e uscite dal magazzino, storni e resi, danneggiamenti, sfridi e prodotti scaduti, furti, allarmi e le cause che li hanno provocati.

Le diverse tipologie di ammanchi

Una volta definita la quota di ammanchi che ha cause note, si distinguono quelle di carattere operativo, che si riducono migliorando i processi, da quelle legate alla sicurezza. Le variabili sono le dimensioni e le caratteristiche del negozio, se la vendita è assistita oppure no, la formazione del personale (primo argine per ridurre gli ammanchi), il valore e le caratteristiche del prodotto venduto, la stagionalità del fenomeno.

Il software capace di raccogliere dati da fonti hardware diverse

Alberto Corradini, business unit director di Checkpoint Systems Italia, ha posto in luce il vantaggio di una piattaforma software capace di raccogliere dati da fonti hardware diverse, per esempio dai tag Rfid e dalle antenne antitaccheggio, registrando quanti allarmi e in quali orari, collegandoli alla causa che li ha provocati. “Questi dati aiutano a impostare una prevenzione accurata -ha detto Corradini- e aggiungo i dati del contapersone, fino a poco tempo fa usati solo per il marketing, oggi sempre più strategici anche per il mondo security, per monitorare sia i flussi in ingresso che presso aree a elevata pedonabilità all’interno del negozio”.

Il report di maggio 2021 si può scaricare gratuitamente dai siti di Checkpoint Systems e Crime&Tech.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome