Dalla smart city alla smart land

Analizzando le sfide e vagliando le opportunità, l’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano fa il punto sui progetti di security in atto in Italia per implementare il paradigma della città intelligente.

Tra i Comuni italiani cresce l’interesse per la “città intelligente”: secondo le ricerche condotte dall’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano, le soluzioni per la sicurezza e il controllo del territorio sono tra gli ambiti applicativi più gettonati. «Il dato che emerge dalla survey 2021 è che la sicurezza è al primo posto tra i verticali applicativi - afferma la ricercatrice Giada Garofani - Infatti, tra i 122 Comuni che hanno segnalato di aver avviato un progetto smart nell’ultimo triennio, quasi il 60% ha dichiarato di aver avviato progettualità riferite a quest’ambito. Inoltre, il 58% dei progetti security rilevati è in fase esecutiva, un dato positivo che indica che la maggioranza ha raggiunto uno stadio di maturità e di applicazione avanzato».

Giada Garofani, ricercatrice dell’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano

L’elevato successo registrato dai progetti di security è strettamente collegato all’idea delle istituzioni di costruire in futuro città disegnate intorno ai cittadini. «Questa diffusione di iniziative legate alla sicurezza si ricollega al ruolo centrale del cittadino nell’ecosistema smart city: sempre dai dati della survey, emerge che la priorità dei Comuni italiani è quella di offrire nuovi e migliori servizi alla popolazione. La sicurezza e il controllo del territorio sono ambiti di intervento che hanno una risposta più immediata e tangibile sulle persone rispetto ad altri settori della smart city - conferma Garofani, che aggiunge - Inoltre, negli ultimi anni, il tema della sicurezza urbana è diventato sempre più parte dell’agenda politica dei Comuni, fattore che ha portato sicuramente a una crescita nel numero di iniziative».

Dati in tempo reale

Con il paradigma della città intelligente, per i Comuni italiani si apre la possibilità di affrontare meglio tutta una serie di sfide e scenari in riferimento alle attività di sicurezza e controllo del territorio. «Le nuove tecnologie di rete e di sensoristica sono in grado di abilitare un controllo più capillare e integrato, che non si limita al singolo Comune, ma si può estendere in ottica di smart land per rendere il territorio connesso, sicuro e resiliente - illustra Garofani - Sicuramente il tema dei dati e della loro valorizzazione è centrale in questo discorso: sono sempre più diffuse piattaforme di gestione che consentono la raccolta e la condivisione delle informazioni in tempo reale, per intervenire nell’immediato o per progettare politiche ad hoc a seconda delle esigenze rilevate».

Da questo punto di vista le applicazioni concrete sono davvero numerose. «Le tipologie di dati raccolti e le loro applicazioni sono molteplici: si parte dai dati sul traffico, per migliorare i congestionamenti e la sicurezza stradale in città, per poi passare ai dati su meteo, condizioni climatiche e idrogeologiche, per monitorare e inviare allerte tempestivamente in caso di pericolo; si arriva poi ai dati di monitoraggio delle infrastrutture, per rilevare guasti e malfunzionamenti e intervenire prontamente, fino alle questioni di ordine pubblico, con sistemi di videosorveglianza e sensori per monitorare flussi di persone e situazioni di pericolo».

Un altro aspetto da affrontare è quello della data protection: la smart city non potrà realizzarsi se non rispettando la privacy dei cittadini. «Nella città intelligente sarà sempre più facile adottare tecnologie e soluzioni privacy-compliant nei sistemi di videosorveglianza, con l’obiettivo di rispettare la privacy dei cittadini ed evitare ricorsi e blocchi del servizio. Alcune soluzioni si basano sull’“oscuramento” dei volti e/o delle targhe dalle immagini registrate, mentre altre sono basate su microcamere e video analytics che, grazie all’intelligenza artificiale, sono in grado di inviare solamente le informazioni di interesse (per esempio numero e posizione di macchine, pedoni ecc.) senza trasmettere le immagini per intero».

La control room intelligente

Garofani segnala un paio di progetti già realizzati per quanto riguarda la sicurezza e il controllo del territorio in ottica smart city, che vedono protagonista la SRC (Smart Control Room). «Si tratta di una nuova soluzione già implementata da alcune città italiane, ossia un vero e proprio hub di raccolta dati in tempo reale su tutti gli aspetti della città, che sfrutta nuove tecnologie come il cloud computing, l’intelligenza artificiale, i sensori per l’IoT e le piattaforme di analisi dei dati. La componente di sicurezza è molto forte nei progetti di Smart Control Room finora implementati».

Smart Control Room: Centro per la RACCOLTA DEI DATI in tempo reale su tutti gli aspetti della città, sfrutta nuove tecnologie come il cloud computing, l’intelligenza artificiale, i sensori per l’IoT e le piattaforme di analisi dei dati

Il primo esempio segnalato da Garofani arriva dal Nord Italia: «Prendiamo per esempio Venezia: il Comune ha inaugurato nel 2020 la SCR con collocazione presso la sede della polizia locale, dove confluiscono gli apparati di monitoraggio e controllo dei sistemi critici della mobilità urbana e di governo della città, come le centrali di controllo della rete multimodale del trasporto pubblico locale, i sistemi di videosorveglianza del traffico stradale, la rete semaforica, le telecamere e i sensori per il monitoraggio del traffico acqueo e pedonale e il sistema di videosorveglianza della centrale operativa della polizia municipale.

Più nello specifico, nella SCR di Venezia confluiscono le immagini di 400 telecamere di sorveglianza, le previsioni meteo, i dati sulle presenze fisiche sul territorio, che permettono per esempio di individuare eventuali assembramenti, e dati sull’andamento del traffico sia su acqua che su terra».

Per il secondo esempio è necessario spostarsi qualche chilometro verso il Centro Italia. «Un’altra città che ha implementato una SCR per aumentare la sicurezza urbana è Pescara: situata sempre nella sede della polizia municipale, raccoglie dati dalle 332 telecamere di ultima generazione installate ad hoc per il progetto nel centro urbano. L’obiettivo è quello di contrastare atti di vandalismo e violenza, limitare l’abbandono dei rifiuti e monitorare il traffico urbano e la sicurezza delle strade».

Le applicazioni di oggi e domani

In particolare, alcune soluzioni di sicurezza anticrimine risultano più allineate allo scenario della smart city, grazie a una qualità specifica. «Le soluzioni di sicurezza anticrimine più interessanti sono quelle che possono essere integrate con altre tecnologie e oggetti intelligenti presenti in città - aggiunge Garofani - Un esempio sono i sistemi di videocontrollo e le telecamere di sorveglianza integrate nei lampioni smart, già molto diffusi nei Comuni italiani. Quest’ulteriore modifica porterebbe a integrare i dati raccolti dal sistema di sicurezza con le funzionalità (monitoraggio della qualità dell’aria, dei flussi di persone e del traffico) già previste dal palo dell’illuminazione di ultima generazione.

Questa tipologia di integrazione va nella direzione di un “ecosistema smart city”, in cui i diversi ambiti applicativi si interfacciano e si supportano tra loro. Per esempio, in alcune situazioni come feste ed eventi, che richiamano molte persone, l’integrazione con il sistema di illuminazione permette di aumentare la potenza luminosa per garantire la sicurezza dei cittadini e facilitare l’intervento di soccorsi o forze pubbliche in caso di criticità».

La versatilità delle applicazioni, come tanti tasselli di un unico mosaico, permette di implementare più scenari contemporaneamente. «L’integrazione determina un passo in avanti verso un Intelligent Content Management, in cui la sicurezza non è solo controllo, ma permette di analizzare comportamenti e definire nuovi servizi per i cittadini in base alle loro abitudini ed esigenze».

A questo si aggiunge tutto un altro capitolo relativo ai sistemi antintrusione, anch’essi pronti a giocare un ruolo importante. «Oltre all’antintrusione per gli edifici, tra le soluzioni più interessanti per le città smart troviamo i meccanismi di sicurezza legati ai servizi della sharing mobility e quelli che possono essere adottati per le infrastrutture “all’aperto”, come le centraline elettriche e le case dell’acqua».

AI in azione

A proposito di applicazioni di sicurezza e controllo del territorio, iniziano già a delinearsi innovazioni radicali solo apparentemente avveniristiche, in quanto in realtà già alle porte. «Tra le applicazioni più interessanti e futuristiche per il controllo della smart city, ci sono i sistemi di identificazione automatica di situazioni critiche grazie all’intelligenza artificiale, senza la necessità di personale che rimanga a controllare di fronte agli schermi per ore.

Il Comune di Trento, per esempio, ha portato avanti un progetto (MARVEL) che prevede esattamente questo: sistemi di analisi di immagini e audio che permettono di riconoscere automaticamente la presenza di assembramenti, problemi di traffico, incidenti o altre situazioni di pericolo per allertare in tempo reale soccorsi o forze pubbliche» conclude Garofani.

LE OPPORTUNITÀ DEL PNRR 

Previsti fondi per gli interventi volti a rendere le periferie delle città più sicure

Sicuramente il PNRR potrebbe favorire lo sviluppo di progetti di sicurezza e controllo del territorio di tipo smart city. «Nel PNRR ci sono diversi punti che interessano direttamente il tema - assicura Garofani - All’interno della Missione 5 di Inclusione, troviamo finanziamenti per la rigenerazione urbana, con i cosiddetti Piani Urbani Integrati, per un totale di circa 2,5 miliardi di euro».

Garofani entra nel merito: «Tra i punti principali del programma, spiccano gli interventi per rendere le periferie delle città metropolitane più sicure e sostenibili in ottica di smart city. Nella Missione 2, inoltre, sono previsti 500 milioni di euro per sviluppare, attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate, un sistema di monitoraggio che consenta di individuare e prevedere i rischi sul territorio, in particolare quelli idrogeologici, per mettere a punto efficaci piani di prevenzione e adeguati strumenti di pianificazione territoriale».

La criticità per i Comuni sarà legata al knowhow. «La sfida maggiore sarà avere a disposizione le competenze adeguate a gestire gli investimenti e i progetti abilitati dai finanziamenti secondo le tempistiche ristrette e le scadenze serrate del PNRR. Dall’Osservatorio è emerso infatti che l’ostacolo principale all’applicazione di soluzioni urbane smart è proprio l’insufficienza di personale competente in materia, specialmente nei Comuni di minori dimensioni. Questo rischia di rallentare le progettualità o di non vedere realizzate le opportunità offerte dal Piano». 

LA SFIDA DELLA PRIVACY

L’utilizzo dei dati personali da parte delle PA è una delle principali preoccupazioni

L’implementazione della smart city non sarà affatto priva di sfide, a partire dalla privacy, un tema molto sentito dagli italiani. «Se da una parte le nuove tecnologie vanno ad abilitare soluzioni innovative per i cittadini, dall’altra sollevano problematiche che li toccano in prima persona, come il tema della privacy e del trattamento dati»,ricorda Garofani -

«Secondo la ricerca “Digital Frontiers” condotta da VmWare, i cittadini sono ancora molto scettici sull’utilizzo dei dati da parte delle pubbliche amministrazioni: il 49% degli italiani non si sente a proprio agio nel condividere i propri dati personali per aiutare il settore pubblico e privato nella progettazione di servizi e infrastrutture innovative, anche se le informazioni vengono trattate in forma anonimizzata e aggregata. In particolare, la maggioranza (55%) ha espresso preoccupazione per la mancanza di chiarezza sull’impiego dei dati».

Per vincere lo scetticismo e superare le resistenze, secondo Garofani si potrebbero seguire due strade: «Gli sforzi ora si dovrebbero concentrare nel risolvere questo nodo cruciale, da una parte riflettendo sui processi di raccolta e di analisi dei dati, dall’altra aumentando la trasparenza nell’operato e nella comunicazione».

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