Sinergia tra educazione civica e controllo del territorio

abbandono dei rifiuti

Benedetto Diana di Ecocar fa il punto sulla strategia per combattere il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti adottata dal comune di Catania, nell’ambito della quale sono state installate 17 telecamere di sicurezza. 

Nel novembre 2021, il Comune di Catania ha avviato un nuovo progetto per arginare l’abbandono di spazzatura da parte dei residenti e migliorare tutto il ciclo della gestione dei rifiuti: si è partiti dall’implementazione della raccolta differenziata tramite il sistema porta a porta, cui è stato affiancato il supporto della videosorveglianza e di controlli periodici come deterrente rispetto ai fenomeni delle micro-discariche cittadine e dell’abbandono.

La sede operativa di Catania dell’azienda Ecocar (Pomezia) ha preso in carico con un appalto settennale il Lotto Sud (su tre in cui è stato ripartito il territorio comunale): al momento si è provveduto all’installazione di 17 telecamere su 55 dispositivi totali previsti dal progetto. Abbiamo chiesto a Benedetto Diana, appartenente allo staff direzione di Ecocar, quali sono le tempistiche previste per il completamento della posa delle apparecchiature:

Benedetto
Diana, Direzione
Ecocar

«Diciamo che la scelta dei tempi secondo cui sviluppare il progetto dipende solo in parte da Ecocar. Per un funzionamento ottimale, infatti, è opportuno che le telecamere vengano installate sui pali della luce dell’illuminazione pubblica, cosa che garantirebbe la sicurezza di un’alimentazione costante. È infatti nelle ore notturne che più frequentemente si verificano i depositi illegali di rifiuti, nonostante il supporto di pannelli fotovoltaici e di una batteria sostitutiva per l’illuminazione degli spazi. È questa la ragione per cui ancora non abbiamo terminato l’installazione di tutte le 55 telecamere: la burocrazia impone altre tempistiche di attesa e noi dobbiamo fare riferimento a ben due uffici comunali distinti per ricevere i permessi e procedere con gli allacci al sistema di illuminazione cittadino».

Con quali modalità Ecocar si coordina con gli uffici comunali di Catania?

«Con report periodici comunichiamo alla direzione ecologica, che rappresenta il nostro ufficio di riferimento, quali sono i punti che risultano più vulnerabili dal punto di vista dell’abbandono dei rifiuti lungo le strade e riceviamo a nostra volta un feedback con l’indicazione dei siti dove installare le nuove telecamere.

Il Comune collabora attivamente allo sviluppo del progetto, ma in questo primo anno e mezzo è emersa anche la necessità di dare priorità ad altri nodi con maggiori criticità a livello urbano, quali quelli del Lotto Centro: nei quartieri centrali della città risiede infatti la maggioranza degli abitanti e le strade, in particolare nel centro storico, sono spesso molto strette, cosa che comporta una maggior complessità di gestione.

Inoltre, nelle zone più periferiche il passaggio alla raccolta porta a porta è iniziato già nel novembre 2021, mentre i più popolosi e frequentati quartieri del centro sono tuttora interessati dalla fase finale di “decassonettizzazione”; in parole povere, non è stata ancora del tutto abbandonata la modalità di ritiro su strada, con cui le persone possono depositare i rifiuti nei cassonetti a prescindere da un calendario prestabilito.

Tutto questo ha comportato un disallineamento tra il centro storico e le aree Nord e Sud della città. Per quanto riguarda l’area a noi assegnata, riscontriamo alcune difficoltà nei quartieri “dormitorio”, che costituiscono la parte principale del Lotto Sud. Mi riferisco in particolare ai residenti, non ancora abituati a rispettare i giorni stabiliti in base al tipo di materiale che viene ritirato; le utenze industriali, non domestiche, funzionano invece in maniera più lineare».

Come si svolgono le attività per la produzione dei report periodici per il comune?

«Mappiamo le micro-discariche e le zone dove si vengono a creare i cumuli di sacchetti; quest’attività di monitoraggio, che viene svolta a prescindere da interventi di controllo ai fini del sanzionamento dei trasgressori, consente di individuare i punti sensibili in cui collocare le telecamere.

Da un paio di mesi, inoltre, sono state messe in campo anche delle guardie ambientali, che non possono sostituire la polizia municipale per l’attività sanzionatoria, ma si occupano fondamentalmente della sensibilizzazione dei cittadini. Si tratta di personale che ha ricevuto una formazione specifica, così da essere in grado di fornire delucidazioni agli abitanti, e che quasi quotidianamente partecipa all’aggiornamento dei report periodici di cui ci serviamo per implementare l’organizzazione della raccolta».

abbandono dei rifiuti
Per contrastare l’abbandono dei rifiuti e la nascita di micro-discariche sul territorio, il Comune di Catania punta su una strategia integrata, dove all’implementazione della raccolta differenziata si affiancano la sensibilizzazione dei cittadini grazie all’operato di guardie ambientali e l’utilizzo della videosorveglianza come deterrente.

Qual è nel complesso il riscontro che avete ricevuto in questo primo anno e mezzo?  

«Le segnalazioni provengono innanzitutto dalle zone riconosciute come “più critiche”, quindi tralasciando i comportamenti virtuosi - che pure ci sono - dobbiamo constatare che ancora molti residenti mal tollerano di ricevere indicazioni nel momento in cui vengono “colti sul fatto” ad abbandonare i rifiuti. Da quanto abbiamo potuto verificare, la difficoltà maggiore è rappresentata dall’impegno della separazione della spazzatura, e dal conferimento nei giorni prestabiliti. Ancora troppo spesso i rifiuti vengono assemblati come indifferenziati ed esposti a prescindere dal calendario, nonostante siano stati distribuiti gratuitamente sia le indicazioni sugli orari e i giorni di ritiro, sia i mastelli colorati in base alla tipologia di materiale da riciclare».

Quali sono i problemi principali riscontrati nell’attuazione del progetto?

«Come già detto, in molti casi ci troviamo all’“anno zero”, quindi prima ancora di affrontare il discorso del monitoraggio a sostegno del rispetto delle regole, bisogna trasmettere l’idea che i cittadini dovrebbero adottare comportamenti virtuosi perché consapevoli del danno all’ambiente, al territorio e in ultima analisi a se stessi. Ci scontriamo poi con l’efficacia relativa delle attività di sanzionamento che la polizia municipale attua anche grazie all’ausilio delle riprese video: in vari casi, infatti, le targhe registrate corrispondono ad autovetture i cui intestatari sono sconosciuti o nullatenenti oppure le sanzioni (sia per abbandono illegale di rifiuti, sia per altro) vengono di fatto ignorate.

Tutti questi fattori concorrono a depotenziare l’efficacia deterrente di questo tipo di provvedimenti. Come azienda, in accordo con il Comune, stiamo anche realizzando delle campagne informative, a partire dalle scuole, perché l’ideale per ottenere dei risultati è un’attività sinergica, che affianchi la sensibilizzazione al controllo delle telecamere».

Qual è il supporto specifico fornito dalla tecnologia? 

È prevista nel complesso l’installazione di 55 TELECAMERE, da posizionare sui pali dell’illuminazione

«La polizia municipale si avvale delle registrazioni effettuate dalle telecamere, che vengono trasmesse ai device dell’unità preposta al monitoraggio. Al momento però sono solo due gli operatori che visionano il flusso di immagini, mentre per andare a regime sarebbe necessario un numero ben superiore di agenti, anche in vista dell’attivazione di tutte e 55 le telecamere previste.

A questo riguardo, sia noi che il Comune ci scontriamo con una strutturale carenza di organico: basti pensare che l’unità preposta ai controlli ambientali, che si occupa di numerosi aspetti, è composta da soli dieci agenti, un numero assolutamente insufficiente per un territorio vasto e popolato come quello catanese».

Qual è il giudizio complessivo sui risultati raggiunti finora?

«Dopo il lungo elenco di ostacoli e criticità, concluderei con una nota positiva: da parecchi mesi la maggior parte dei quartieri dove siamo intervenuti raggiunge un ordine del 40% nella raccolta differenziata, che per una realtà come quella catanese è già un successo. Certo siamo ancora lontani dall’obiettivo di legge, ma considerando che con la raccolta domiciliare siamo partiti da poco più di un anno possiamo considerare positivamente il risultato raggiunto finora.

Anche in regioni virtuose come il Veneto, infatti, l’obiettivo dell’80% di raccolta differenziata non è stato ottenuto immediatamente; la Sicilia sconta poi anche l’arretratezza per quanto riguarda il numero di termovalorizzatori disponibili. Bisogna inoltre considerare il fatto che negli ultimi dieci anni il territorio catanese (specialmente le cittadine della provincia) è stato interessato da un notevole incremento abitativo: per esempio, alcuni piccoli centri, che contavano meno di 10.000 abitanti, si sono ampliati fino a raggiungere le dimensioni di vere e proprie città con 100.000 residenti. Lo stesso capoluogo sulla carta registra circa 320.000 residenti, ma tra coloro che risiedono stabilmente in città e chi quotidianamente raggiunge Catania per lavoro o studio (compresi gli studenti fuorisede dell’università, che vivono in città durante la settimana) le presenze effettive lievitano a circa 500.000. Se poi si considera l’hinterland nel suo complesso, si arriva a circa un milione di persone».

Librino: un quartiere impegnativo

Sito nella parte Sud-Ovest di Catania, il quartiere di Librino è stato progettato intorno alla metà degli anni Sessanta come modello di città-satellite da Kenzo - Tange. La successiva realizzazione ha solo in parte rispettato il progetto originario: oggi i caseggiati, anche di molti piani, sono abitati da famiglie di estrazione composita, che in alcuni casi hanno creato delle vere e proprie enclave chiuse al resto della comunità.

«La telecamera di piazza Sapienza, nel quartiere - riferiscono i referenti Ecocar Ambiente - è stata distrutta con alcuni colpi di arma da fuoco. Purtroppo, gli atti vandalici continuano e altre due telecamere, installate in coppia in via Officina Ferroviaria, nei pressi del cimitero etneo, sono state divelte e messe in modalità off».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome