Varchi per spazi pubblici: cinque regole d’oro per una corretta progettazione

 

Nel progettare varchi per luoghi aperti al pubblico, è opportuno seguire alcune regole, come spiega Tim Ward, esperto globale di Gunnebo in questo settore; mentre Mauro Bonetto, Public Plus Manager di Gunnebo Italia, illustra la loro applicazione nella realtà italiana.

 

Per prima cosa, la soluzione di sicurezza va implementata rendendosi conto dei fisiologici tempi di adattamento degli utenti. Come spiega Tim Ward, per chi frequenta da tempo una biblioteca o un centro civico, trovarsi dall’oggi al domani davanti a barriere e tornelli è una sorpresa; gli utenti potrebbero non sapere come comportarsi.

Il problema è che anche il personale potrebbe non essere in grado di spiegare loro le modalità di funzionamento e i motivi di introduzione del sistema.

Per questo è sempre importante procedere per gradi, attribuendo grande importanza alla comunicazione quando si introducono delle novità di questo tipo.

Come segnala Mauro Bonetto, in alcune realtà italiane del trasporto pubblico - dove le soluzioni Gunnebo sono ampiamente diffuse - la novità costituita dalla timbratura in uscita dalle stazioni metropolitane è stata ampiamente preannunciata e preceduta da una fase in cui i varchi erano sempre aperti e la timbratura all’uscita facoltativa; la chiusura è stata graduale e ampiamente comunicata e questo ha permesso di abituare personale e utenti al nuovo sistema.

Un altro aspetto da valutare con cura è l’opportunità di differenziare i livelli di sicurezza: anche nei luoghi pubblici, spiega Ward, alcune aree non sono affatto pubbliche e sarebbe decisamente inefficace adottare sistemi di controllo uniformi per tutte le sezioni.

Basti pensare agli ospedali, dove una regolazione degli accessi che consenta rapidi flussi e orienti senza creare ostacoli è opportuna, ad esempio, nei reparti di pronto soccorso, mentre l’accesso alle aree dove sono conservati farmaci deve essere consentito solo al personale autorizzato.

Trovare soluzioni differenziate per ogni livello di sicurezza richiesto, ricorda Bonetto, non è difficile: la gamma di soluzioni disponibili è ampia e con l'aiuto di personale qualificato è possibile identificare sempre la soluzione giusta per ogni situazione.

Anche nel controllo accessi l’equilibrio è importante, soprattutto fra il flusso possibile attraverso le barriere e quello atteso di persone che le utilizzeranno.

Come illustra Ward, se il numero di varchi è insufficiente rispetto al numero di accessi previsti, è evidente che si formeranno code, con conseguenti colli di bottiglia e possibili frustrazioni.

Non va, inoltre, mai dimenticato che, proprio per la natura pubblica dello spazio, è quasi impossibile prevedere se fra gli utenti ci saranno persone che richiederanno assistenza, e in quale misura, ma di questa possibilità va tenuto conto, in quanto potrebbe rallentare ulteriormente il flusso e va controbilanciata con un'adeguata capacità di transito.

Un esempio di perfetto coordinamento fra capacità di flusso richiesta e fornita, come ricorda Bonetto, è dato dalle barriere alla stazione San Siro della linea 5 della metropolitana milanese, automatizzata e senza conducente, con treni che arrivano e ripartono ogni tre minuti e possono contenere fino a 500 persone.

Per evitare inutili assembramenti in banchina e “arrembaggi” ai treni, potenzialmente pericolosi, le barriere Full-O-Stile di Gunnebo installate in questa stazione si bloccano automaticamente dopo il passaggio di 450 persone, e si riaprono dopo pochi minuti, quando le persone transitate in precedenza saranno ormai sul treno e avranno quindi lasciato spazio libero in banchina.

Se è importante non avere soluzioni sottodimensionate per evitare ingorghi, è d'altra parte controproducente installare macchinari che solo per la loro mole rischiano di inibire gli utenti e intimidirli. Cosa che può avere risvolti positivi in siti di massima sicurezza, ma che è normalmente inopportuna in un luogo pubblico.

Come rileva Ward, oltre a rallentare i flussi, varchi immanenti e minacciosi possono lasciare presagire un livello di rischio superiore a quello reale e generare nei visitatori una preoccupazione inutile, pregiudicando la possibilità di un'esperienza positiva.

Per questo, come spiega Bonetto, in molti luoghi quali musei e biblioteche sono presenti barriere Gunnebo, selezionate di volta in volta in base al livello di sicurezza richiesto ma sempre caratterizzate da un'estrema facilità d'uso e da un design accattivante che non respinge assolutamente gli utilizzatori.

Va, infin,e ricordato che le barriere hanno una vocazione egualitaria: controllano tutti, senza fare distinzioni o preferenze, ed è giusto che sia così.

Permettere a dipendenti o gestori dei luoghi pubblici di saltare i controlli senza un valido motivo non è generalmente una buona idea, come spiega Ward: il livello complessivo della sicurezza si abbassa e si lasciano spiragli nel sistema dei quali potrebbero approfittare persone non autorizzate.

Coinvolgere invece il personale e spiegare che, esemplificando l'uso corretto dei varchi, tutti contribuiscono al buon funzionamento del sistema di sicurezza, è sicuramente una strategia più efficiente. Tra l'altro, come rileva Bonetto, esistono esempi illustri.

Le barriere Gunnebo sono state installate anche in sedi come Palazzo Chigi, dove, anche grazie alla facilità di utilizzo, molte importanti personalità le hanno utilizzate di buon grado, mostrando come non sia necessario creare corsie preferenziali.

 

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