A partire dal 1° gennaio 2025 è entrata in vigore la nuova edizione della norma CEI 79-3 Sistemi di Allarme - Prescrizioni particolari per gli impianti di allarme intrusione e rapina, che giunge così alla sua quinta edizione. Scopriamo insieme quali sono le principali modifiche e novità che sono state introdotte.
Quella della Norma CEI 79-3 è una lunga storia che ha inizio nel 1988, quando ha preso corpo la sua prima edizione. Da allora, attraverso diverse revisioni, è arrivata alla sua quinta edizione, pubblicata nel dicembre 2024 ed entrata ufficialmente in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.
Per illustrare le novità introdotte, il CEI ha organizzato una giornata di studio aperta agli addetti ai lavori, un momento di confronto e condivisione per comprendere meglio qual è stato l’approccio del Gruppo di lavoro rispetto a quest’ultima revisione. A illustrare le novità sono stati Salvatore Lamaestra, coordinatore GdL CEI 79-3, Giovanni di Sarro (Aipros) e Mara Bottale (PB Elettronica e membro del comitato direttivo ANIE Sicurezza).
I relatori hanno sottolineato come la differenziazione delle competenze presenti all’interno del Gruppo di lavoro, composto da figure eterogenee in rappresentanza di professionisti, aziende del settore e associazioni di categoria, abbia permesso di arricchire i punti di vista, con un approccio che ha dato voce a tutte le diverse professionalità che gravitano attorno ai sistemi di sicurezza. La norma non è stata in alcun modo stravolta nei suoi contenuti, che sono stati piuttosto riorganizzati in modo che il documento fosse di più facile fruizione, per un utilizzo più intuitivo.
Il testo è stato organizzato in modo più lineare, seguendo l’ordine logico delle fasi che compongono il ciclo di vita dell’impianto (progettazione, realizzazione, consegna e manutenzione), con l’obiettivo di rendere la norma di più facile lettura. Sono state anche superate le contraddizioni dei due vecchi metodi di progettazione (tabellare e matematico).
Il focus è stato quello di offrire una metodologia chiara e inequivocabile: per rispondere a quest’esigenza, sono stati realizzati nuovi strumenti (come tabelle e questionari) in grado di guidare il cammino del progettista, dell’installatore e perfino del committente nel momento in cui prende il via il progetto.
Le novità introdotte
Andando più nello specifico, ecco le principali novità e modifiche apportate nel corso di quest’ultima revisione. I principi alla base della nuova norma sono: semplicità, modularità e usabilità. A partire da questi, la norma è stata divisa in 4 macro-tematiche, che sono state analizzate nel dettaglio per esse re migliorate seguendo i principi di cui sopra.
Le quattro sezioni analizzate riguardano:
- l’analisi del rischio, in modo da offrire agli operatori un nuovo metodo oggettivo per calcolare la probabilità e il danno;
- l’introduzione del concetto di sotto-impianti, mostrando la possibilità di articolare il progetto in sotto-impianti indipendenti in grado di offrire maggiore modularità nella progettazione e nella gestione;
- la progettazione, con un nuovo metodo basato univocamente su tabelle che permette, di conseguenza, una progettazione più trasparente e agevole;
- le integrazioni, con l’introduzione di un nuovo indice integrativo di sicurezza (IIS) che consente di riconoscere e valorizzare al meglio e in modo oggettivo gli elementi aggiunti al progetto dell'impianto.

è possibile dividere ciascuna area in sotto-aree indipendenti, ognuna con una diversa tipologia di rischio e una propria
operatività (immagine CEI)
Un nuovo metodo di valutazione
Cambia la metodologia alla base dell’analisi del rischio: se, nel 2012, si aveva la possibilità di scegliere tra sei tipologie impiantistiche disponibili, effettuando una valutazione di tipo totalmente soggettivo rispetto a una serie di aspetti che caratterizzano i beni da proteggere e gli ambienti entro cui questi sono contenuti, nella nuova edizione è presente un unico questionario che permette di quantificare in modo oggettivo sia la probabilità di accadimento dell’evento criminoso sia il danno in tutte le sue diverse componenti (diretto, indiretto, reputazionale).
Per la realizzazione del questionario, l’attenzione è stata puntata sulle caratteristiche del bene da proteggere, quelle dell’area in cui il bene è contenuto e, infine, quelle delle contromisure esistenti. Grazie a questo strumento, committente e progettista possono insieme valorizzare la probabilità di accadimento dell’evento e il danno conseguente.
Il risultato ottenuto permette di definire dunque il livello di rischio dell’area e il livello di prestazione dell’impianto. Andando ancor più nello specifico, per quel che riguarda i beni da proteggere, il questionario permette di valorizzare oggettivamente alcuni aspetti quali:
- la tipologia e il valore del bene;
- la facilità di asportazione e di riutilizzo/ricettazione del bene;
- il danno derivante dalla sottrazione del bene.
Per quanto riguarda l’analisi dell’area in cui il bene è contenuto, andranno analizzate le seguenti caratteristiche:
- la tipologia dell’area (all’aperto o al chiuso);
- la posizione all’interno del fabbricato;
- le caratteristiche delle strutture perimetrali.

• tipologia e valore del bene
• facilità di asportazione e di riutilizzo/ricettazione del bene
• danno derivante dalla sottrazione del bene
Infine, relativamente alle contromisure già esistenti vengono prese in esame:
- le caratteristiche delle contromisure passive (resistenza degli infissi, tipologia delle serrature ecc.);
- le contromisure di tipo attivo (come l’esistenza di un impianto di videosorveglianza);
- le contromisure organizzative (la presenza o meno di portineria o servizi di guardiania).
Attraverso i dati raccolti, su una scala da 1 a 4, sarà possibile valorizzare la matrice del rischio in funzione di probabilità e danno. Lo strumento dedicato, oltre a essere presente in modalità cartacea all’interno della norma, verrà a breve affiancato da un tool, disponibile sul sito del CEI, che permetterà di compilare il questionario in modo più agevole con la possibilità di ottenere anche un report finale in formato PDF.
Logica modulare
Grazie al nuovo approccio, è possibile suddividere l’area da controllare in sotto-aree indipendenti, che presentano ognuna una diversa tipologia di rischio e una propria operatività. Ciascuna sotto-area potrà quindi essere controllata da un sotto-impianto totalmente indipendente dagli altri e avente un proprio livello di prestazione.
Più sottoinsiemi per gli impianti
La nuova edizione della norma introduce un nuovo metodo basato esclusivamente su tabelle univoche, che permette una progettazione oggettiva e semplificata. Precedentemente l’impianto veniva suddiviso in tre sottoinsiemi di apparecchiature:
- sottoinsieme A (rivelatori);
- sottoinsieme B (apparati essenziali, incluse le interconnessioni);
- sottoinsieme C (apparati di notifica).
Ora, l’impianto si intende composto dai seguenti sottoinsiemi:
- sottoinsieme A (rivelatori);
- sottoinsieme B (apparati essenziali);
- sottoinsieme C (apparati di notifica);
- sottoinsieme D (apparati e sistemi di deterrenza) - opzionale e ininfluente rispetto alla definizione del livello di prestazione;
- sottoinsieme E (interconnessioni tra le apparecchiature).
Grazie all’univoco metodo tabellare, viene superato il binomio del metodo tabellare e matematico della precedente edizione, per cui, soffermandosi per esempio sui rilevatori, risulta possibile stabilire con certezza: la posizione dell’elemento da controllare (distanza da un piano accessibile), la categoria dell’elemento da controllare (varco, superficie e volume) e l’elemento da controllare (per esempio aperture, superfici verticali, superfici orizzontali ecc.).
Oltre il minimo previsto
Viene introdotto il nuovo IIS (Indice Integrativo di Sicurezza), che consente di valorizzare in modo oggettivo gli elementi aggiuntivi presenti nel progetto rispetto ai requisiti minimi previsti dalla norma. A parità di “livello di prestazione confermato” il committente può valutare proposte diverse che daranno un valore aggiunto all’impianto, aumentandone la sicurezza, senza che questo ne modifichi il livello di protezione.
Tra le principali integrazioni sono presenti: i sotto-impianti concentrici, rivelatori aggiuntivi rispetto a quelli previsti nelle tabelle A1 e A2 e le funzionalità di deterrenza aggiuntive (sottoinsieme D).

Un nuovo corso di formazione a maggio
Il CEI propone, per il 29 maggio 2025, il corso di formazione “Impianti di allarme antintrusione e rapina”, che intende fornire i principi alla base della progettazione di questi impianti illustrandone al contempo i sottoinsiemi componenti e il quadro-tecnico normativo. In particolare, partendo dalla fase iniziale di identificazione, analisi e stima dei rischi, il corso illustrerà i passi e i criteri per la progettazione, esecuzione, verifica e manutenzione degli impianti. Nella sessione pomeridiana, verrà approfondito il calcolo del livello di prestazione che permette di definire il grado di sicurezza ottenibile da un impianto di allarme intrusione e rapina.