È del 15 gennaio scorso la presentazione della prima ambulanza con telecamere per la deterrenza a Napoli: una scelta motivata anche dai numerosi casi registrati in questo inizio 2020 dalle cronache locali. Ben 5 i casi di aggressioni tra capoluogo e provincia, nei primi giorni di gennaio.
Le aggressioni al personale sanitario, al Pronto Soccorso, in corsia, in ambulanza, sono purtroppo una costante del già impegnativo lavoro di medici e pazienti, e non sono una novità recente.
Secondo un sondaggio Anaao-Assomed (Associazione medici dirigenti), il 65% dei medici dichiara di averne subite, sia verbali (66,19%) che fisiche (33,81%). L’80% dei medici di Pronto Soccorso e 118 ha segnalato aggressioni. E le dottoresse sarebbero le più minacciate, 56% dei casi riguarda loro.
Nel 2019 Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) ha contato oltre mille aggressioni, ma sostiene che molte non vengono denunciate e quelle reali sarebbero almeno 3.000. A rischiare di più, oltre alle donne, è il personale impegnato al Pronto Soccorso e alla Guardia Medica, poi medici e infermieri in corsia, e poi chi opera nei laboratori.
Le misure proposte dal primo Governo Conte, ancora da sottoporre al vaglio del Parlamento, prevedono l’istituzione di un Osservatorio nazionale per monitorare i casi di violenza e l’inserimento nell’art. 61 del codice penale di una aggravante per questo tipo di reato. Intanto alcune Regioni si sono mosse a tutela del personale.
È il caso della Campania, dove il 15 gennaio è stata presentata la prima ambulanza con telecamere per la deterrenza, una scelta motivata anche dai numerosi casi registrati in questo inizio 2020 dalle cronache partenopee. Ben 5 casi di aggressioni tra Napoli e provincia, nei primi giorni di gennaio. L’ultima la più inquietante: un equipaggio di un’ambulanza è stato “dirottato” verso Loreto Mare mentre era impegnato in un intervento, tre persone sono salite sul mezzo e i sanitari sono stati costretti sotto minaccia a prestare assistenza a un ragazzo con una distorsione al ginocchio, un trauma che non può impegnare personale addetto alle emergenze.
La gravità dell’episodio, oltre all’aggressione, consiste nell’interruzione di pubblico servizio che ne è scaturita.
Il Mattino di Napoli racconta l’equipaggiamento della prima ambulanza: telecamere che riprendono all’interno e all’esterno del veicolo, collegate alle centrali di Polizia e Carabinieri, e in più una bodycam integrata nella giacca di un operatore.
Identiche dotazioni sono previste, dopo un breve periodo di test, per ciascuna delle 19 ambulanze del 118 della Asl Napoli 1. Il passo successivo sarà quello di mettere in sicurezza anche gli ospedali e Pronto Soccorso: quello di Napoli conta già 5 telecamere installate. L’obiettivo è prima di tutto la deterrenza, ma poi anche la possibilità di avere uno strumento in più per individuare i responsabili ed eventualmente prevenire casi come quello di Loreto Mare, dove i responsabili erano anche spalleggiati da cittadini che a loro volta minacciavano il personale sanitario. Monitorare episodi del genere permette alle Forze dell’Ordine di intervenire per placare gli animi.