Body cam alle forze dell’ordine: via libera dal Garante privacy

bodycam

L'impiego delle videocamere indossabili è stato consentito in soluzioni specifiche. Facciamo il punto sul tema della privacy e sullo stato dell'arte della tecnologia.

Con due distinti pareri il Garante per la privacy ha dato via libera al Ministero dell’Interno e al Comando generale dell’Arma dei Carabinieri per quanto riguarda l’uso delle body cam per documentare situazioni critiche di ordine pubblico in occasione di eventi o manifestazioni.

Le videocamere indossabili, in uso al personale dei reparti mobili incaricato, potranno essere attivate solo in presenza di concrete e reali situazioni di pericolo di turbamento dell’ordine pubblico o di fatti di reato. Inoltre, l’autorizzazione non consente l’identificazione univoca o il riconoscimento facciale della persona.

body cam federprivacy
Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy

«Sicuramente le body cam sono strumenti che possono risultare molto utili alle forze dell’ordine ai fini della prevenzione e dell’accertamento dei reati, ma, oltre agli indiscutibili vantaggi presentano anche delle criticità, e chi le utilizza deve sempre bilanciare il diritto alla sicurezza con quello alla riservatezza delle persone», spiega Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy, associazione che raduna professionisti della privacy e della protezione dei dati.

«Questo significa che il loro impiego non può essere indiscriminato, ma dev’essere misurato e proporzionale in base alle effettive esigenze della finalità perseguita, e ciò richiede che anche le videocamere indossabili vengano usate in modo ponderato nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali. Anche se la privacy non deve assolutamente essere un freno al progresso e alla sicurezza, nel nostro ordinamento le nuove tecnologie non possono non tenerne conto».

D’altra parte, la questione non è solo tecnologica, ma tocca da vicino l’idea stessa di democrazia. «Dobbiamo ricordare che la tutela della privacy costituisce uno dei principali diritti fondamentali di libertà dei cittadini dell’Unione Europea, che ci contraddistinguono dai regimi totalitari, in cui prevalgono sistemi di sorveglianza di massa governativi che asfissiano i cittadini in ogni momento della loro quotidianità sottoponendoli a discriminazioni e ingerenze nella loro vita privata».

Body cam accesa se il pericolo è concreto

A tal proposito, Bernardi indica le fonti legislative che regolano l’uso delle body cam. «Anche se la normativa di riferimento sulla protezione dei dati personali è solitamente il GDPR, per le forze dell’ordine si applica invece il D. Lgs 51/2018, che attua la Direttiva UE 2016/680 e che disciplina specificamente il trattamento di dati personali effettuato dalle autorità per finalità di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali».

Quali sono concretamente le indicazioni per le body cam?

«Per quanto riguarda le videocamere indossabili, la norma richiede di adottare una serie di precise misure a tutela della riservateza delle persone riprese», risponde Bernardi. «All’atto pratico, per esempio, le body cam non devono essere sempre accese, ma devono funzionare solo in presenza di un pericolo concreto per le persone o per le cose, e la loro attivazione deve essere segnalata da un Led rosso per informare gli utenti. Inoltre, quando le body cam sono particolarmente invasive e comportano un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone a causa delle nuove tecnologie impiegate, prima di procederne all’utilizzo, il titolare deve sempre fare un’attenta valutazione d’impatto, così come previsto dall’art. 23 del D. Lgs 51/2018; se non si riesce a neutralizzare i rischi, allora si dovrà consultare preventivamente il Garante per la Privacy, al quale spetterà la decisione di autorizzare o meno le videocamere, oppure di fornire delle prescrizioni a cui ci si dovrà attenere strettamente».

Come trattare e conservare i dati

In questo contesto la modalità di trattamento dei dati diventa decisiva e stringente. «Le immagini raccolte devono essere accessibili solo a soggetti autorizzati e debitamente istruiti», sottolinea Bernardi. «Inoltre, devono essere conservate in forma cifrata nel rispetto dei principi di privacy by design e by default, per essere poi cancellate automaticamente e irreversibilmente entro un termine che generalmente è di pochi giorni, fatte salve eventuali esigenze di indagine e di accertamento dell’autorità giudiziaria, o particolari richieste di prolungamento del periodo, com’è avvenuto di recente per le operazioni critiche della Polizia di Stato, per cui l’Autorità ha autorizzato la conservazione delle immagini per sei mesi, vietando però l’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale degli individui ripresi».

A ciò si aggiunge un secondo aspetto, segnala Bernardi. «Particolare attenzione dev’essere dedicata al luogo di conservazione delle immagini: se i server sono in Italia o comunque all’interno dell’Unione Europea non ci sono generalmente criticità, ma qualora essi si trovassero in altri paesi extra-UE il trattamento comporterebbe il trasferimento dei dati all’estero, che è lecito solo rispettando le prescrizioni contenute negli articoli da 31 a 36 del D. Lgs 51/2018. Ragion per cui», conclude il presidente di Federprivacy, «si dovrà evitare di conservare i dati in nazioni che attuano regimi di sorveglianza di massa o le cui leggi non danno determinate garanzie o non forniscono un livello di protezione adeguato».

AXIS - Alla ricerca di flessibilità e semplicità

Flessibilità è l’obiettivo che, da sempre, caratterizza il sistema Body Worn Camera di Axis e tutte le sue implementazioni.

Come declinate il concetto di flessibilità?

Paolo Mura, Sales Engineer Axis Communication

«Il concetto di flessibilità viene declinato su più aspetti. – risponde Paolo Mura, Sales Engineer Axis Communication – Sicuramente quello tecnologico: l’utilizzo di standard aperti permette ai clienti di aggiungere le telecamere Body Worn alle loro soluzioni già in essere. Altro grande vantaggio è la possibilità di assegnare qualsiasi dispositivo a qualunque agente, anziché assegnarne uno specifico a una sola persona.

C’è poi una flessibilità in termini di montaggio di cui tenere conto quando si pensa alle esigenze delle forze dell’ordine. È infatti importante considerare l’altezza dell’utente finale, la preferenza tra mano destra e mano sinistra e la posizione delle altre attrezzature tattiche».

Come vengono garantiti gli standard di sicurezza?

«Capace di supportare gli standard ufficiali delle forze dell’ordine per la sicurezza informatica con crittografia end-to-end, Axis W100 Body Worn Camera consente di archiviare e gestire i video in maniera flessibile in base alle esigenze. In grado di acquisire i filmati a una risoluzione massima di 1080p/30 fps, il dispositivo permette di registrare l’audio attraverso due microfoni con cancellazione del rumore. Inoltre, si avvia e si arresta con un semplice tocco ed esegue un buffer fino a 90 secondi prima di essere attivato. Di grande utilità per gli agenti durante le operazioni, infine, la modalità invisibile permette di registrare di nascosto.

Il valore aggiunto del sistema Body Worn Camera si riflette anche nella raccolta e archiviazione dati. Quando l’agente rientra in centrale posiziona la body cam su una docking station che è connessa tramite cavo al controller di sistema, a cui arrivano tutte le registrazioni. La tecnologia Axis Zipstream permette di archiviare tutte le riprese senza compromettere la qualità del video, sia su dispositivi hardware sia su cloud, riducendo in modo significativo lo spazio di archiviazione necessario. Successivamente, il controller di sistema trasferisce tutto sul VMS, che può essere raggiunto dalle varie centrali».

Quale preparazione richiede l’utilizzo delle body cam?

«L’elevata autonomia della batteria (12 ore), la ricarica USB e lo scaricamento rapido rendono le body cam pronte all’uso in qualsiasi momento. Tutte le telecamere sono dotate di GPS, in modo da poter dare riscontro sul luogo in cui la registrazione è stata effettuata e agevolare il recupero delle prove.

L’ampia gamma di applicazioni rese possibili dall’unità principale si potenzia con l’aggiunta di sensori video di altri formati che ne aumentano ulteriormente la flessibilità. I mini-sensori disponibili, per esempio, si agganciano ai copricapi con supporti Picatinny standard, in modo da poter registrare da dove è più comodo e discreto».

AXON – Soluzioni per ogni situazione critica

Sono trasparenza e affidabilità i due punti forti delle videocamere Axon, per dare un quadro più chiaro di ciò che è successo.

Quali caratteristiche possiedono le body cam per le forze dell’ordine?

Loris Angeloni, Director of Emea Channel di Axon

«La funzione principale delle body cam è quella di riprendere ciò che uno o più operatori vedono e sentono durante gli interventi classificabili come “complessi” o “ad alto impatto”. – spiega Loris Angeloni, Director of Emea Channel di Axon – Le videocamere Axon migliorano il comportamento di tutte le parti coinvolte, riducono le denunce, le azioni legali e l’uso della forza, migliorano la fiducia del pubblico.

La videocamera Axon Body 3 è progettata per essere un solido sistema di comunicazione in ogni situazione critica. Presenta una sfocatura di movimento ridotta e una migliore nitidezza delle immagini, anche in condizioni di scarsa illuminazione, consentendo così di vedere cosa sta realmente accadendo in qualsiasi momento. Inoltre, è dotata di quattro microfoni incorporati, riduzione del rumore del vento e altre funzionalità avanzate, che permettono di riprodurre un audio cristallino per comprendere quanto è realmente accaduto sulla scena. Un’altra funzione importante è la registrazione di quanto accade fino a due minuti prima dell’evento con audio configurabile. In questo modo non si perde alcun momento importante ed è possibile ricostruire l’avvenimento in modo corretto, senza la difficoltà di affidarsi ai soli ricordi della memoria».

Come vengono archiviati e trasmessi i dati?

«Le nostre videocamere consentono lo streaming in tempo reale dei video su AxonEvidence attraverso AxonRespond for Devices, il sistema di gestione delle prove digitali e il servizio di connettività integrato, in modo che gli agenti e il personale della stazione di comando possano vedere un video in tempo reale e agire, ricevendo supporto se necessario. Se si effettua la registrazione in AxonEvidence con il sistema GPS è possibile vedere anche la posizione degli agenti.

Grazie a AxonEvidence, gli agenti possono caricare facilmente prove digitali e archiviare, catalogare e condividere file dei casi con terze parti in brevissimo tempo, sostituendo DVD, data center costosi e lenti flussi di lavoro con una gestione delle prove semplificata, scalabile e a costi ridotti».

Che ruolo rivestono tecnologie come sensori, intelligenza artificiale e cloud?

«Sicuramente un ruolo importante. Le nostre videocamere sono dotate della nuova tecnologia AxonRespond for Devices, una combinazione di sensori, GPS incorporato, connessione LTE, che consente l’uso di funzionalità in tempo reale, come il live streaming, per offrire maggiore sicurezza e supporto agli agenti.

Queste caratteristiche permettono di produrre prove più chiare in tempo reale, un governo più efficiente dei processi gestiti da AI (Intelligenza Artificiale) dopo l’accaduto, e soprattutto, un ambiente a lungo termine più sicuro per le comunità».

Motorola Solutions - La body cam come “terzo occhio”

In estate la polizia di Malta ha deciso di fornire le videocamere indossabili Motorola Solutions a tutti i suoi agenti operativi sul campo.

Quali proprietà possiedono le vostre soluzioni?

Lorenzo Spadoni, Government Account Manager Italy, Greece, Cyprus and Malta per Motorola Solutions Italia

«Una caratteristica su tutte: rappresentare in modo quanto più oggettivo possibile il punto di vista dell’operatore di pubblica sicurezza. – dichiara Lorenzo Spadoni, Government Account Manager Italy, Greece, Cyprus and Malta per Motorola Solutions Italia – Da questo scopo derivano le caratteristiche tecniche obbligatorie, dunque un angolo di apertura visiva simile a quello dell’essere umano (per esempio 120° di campo visivo), un livello di sensibilità alla luce simile a quello dell’occhio umano e un ancoraggio al corpo robusto, a prova di shock. Queste caratteristiche sono fondamentali per documentare, anche a fini giudiziari, quello che l’operatore ha vissuto, né di più né di meno.

Dunque, tecnologie avanzate come angoli di apertura strabilianti, sensori a infrarossi capaci di vedere al buio o amplificazione dei rumori sarebbero interessanti esercizi tecnologici da mettere in atto, ma andrebbero ad arricchire la capacità di comprendere un evento in maniera fuorviante, specialmente in ambito giudiziale. Ovviamente poi ci sono i “soliti sospetti”: resistenza all’immersione, buffer di preregistrazione di qualche minuto, Led indicante lo stato di ripresa e tastone ergonomico di attivazione».

Come avviene la gestione dei dati?

«I dati possono essere memorizzati in modalità offline all’interno del dispositivo oppure venire trasmessi in tempo reale tramite reti broadband; uno degli elementi fondamentali del sistema è la capacità di mantenere il dato integro, inalterabile e verificabile in ogni momento. L’elemento imprescindibile è la cosiddetta chain of custody, cioè la capacità di tracciare la genesi, il trasporto e la gestione del dato, garantendo l’integrità dei contenuti audio/video.

Anche il sistema di gestione deve poter garantire regole chiare di accesso ai dati, utilizzando la capacità di auditing – cioè di monitorare chi fa cosa all’interno della piattaforma di gestione – e strumenti avanzati per la geolocalizzazione delle tracce e la riproduzione dei flussi video aggregati in modo sincronizzato».

In che modo sensori, intelligenza artificiale e cloud valorizzano le body cam?

«I sensori possono facilitare l’attivazione automatica della body cam, rivelandosi utili in condizioni di stress dell’operatore. Un esempio per tutti è il sensore sulla fondina dell’arma che, rilevata l’estrazione, permette alla bodycam di attivarsi.

L’AI ricopre già ora un ruolo nel post incident management facilitando la ricerca, correlazione e connessione tra eventi, visi, luoghi e persone. Sicuramente il futuro riserverà un ruolo sempre più proattivo a questo prezioso strumento, che, se correttamente utilizzato, facilita e arricchisce ulteriormente l’operatività (basti pensare al rilevamento in tempo reale di persone ricercate, oppure ad allerte preliminari per le persone con criminal records violenti all’attivo).

Il cloud è l’unica soluzione per l’uso massivo di queste tecnologie; si tratta di un cloud con connotati “governativi” o istituzionali, che avrà una natura diversa dai servizi commerciali utilizzati ogni giorno dagli utenti consumer ma che di fatto farà lo stesso mestiere di quelli commerciali, cioè rendere l’operatività più semplice, offrire più servizi e diminuire la complessità tecnica. Insomma, come la quasi totalità delle app installate sui telefonini di ognuno di noi».

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