Banche e sicurezza: un rapporto virtuoso

banche e sicurezza

Il nuovo protocollo anticrimine siglato tra ABI, banche e prefetture rappresenta l’occasione per fare un bilancio sulla sicurezza del settore insieme a Marco Iaconis, coordinatore di Ossif.

Da diversi anni l’applicazione dei protocolli di sicurezza siglati tra ABI (Associazione Bancaria Italiana), banche e prefetture ha fortemente contribuito alla diminuzione dei reati. L’ultima versione dell’accordo, approvata nel novembre 2021, potrà migliorare ulteriormente lo scenario, poiché estende la prevenzione ad altre fenomenologie criminose, quali le truffe alla clientela, gli atti vandalici e terroristici, le aggressioni al personale non a scopo predatorio.

Marco Iaconis, coordinatore Ossif

«In realtà, abbiamo condiviso la nuova versione del Protocollo Anticrimine con il Ministero dell’Interno già nel gennaio 2021. Successivamente, è stato adottato da ben 55 prefetture e ha già prodotto risultati molto importanti», racconta Marco Iaconis, coordinatore Ossif (Centro Ricerca ABI Sicurezza Anticrimine). I protocolli rappresentano le buone pratiche in termini di misure di sicurezza, attività formative e scambio di informazioni.

«Tutte queste iniziative hanno prodotto un deciso calo dei reati. Da questo punto di vista, la stessa pandemia ha ulteriormente accelerato tali azioni virtuose, in atto da diversi anni. Il nuovo protocollo, infatti, è una rivisitazione delle edizioni precedenti, alla luce dei suggerimenti delle autorità di sicurezza e dei security manager delle banche», sottolinea Iaconis.

Il protocollo, come strumento di prevenzione, esiste addirittura dal 2001, perciò rappresenta da più di vent’anni una policy di sicurezza per banche e forze dell’ordine. «Le iniziative adottate dalle banche sono diverse, dall’adozione delle telecamere all’impiego delle casseforti che limitano l’erogazione del denaro», segnala Iaconis. «Perciò, a oggi, i due elementi vincenti si sono rivelati soprattutto, da un lato, le sempre minori quantità di denaro disponibili; dall’altro, le immagini di qualità eccellente messe a disposizione delle forze dell’ordine».

Il protocollo, inoltre, rappresenta un lavoro davvero corale, prevedendo la collaborazione di Ossif, oltre che quella delle forze dell’ordine, con gli stessi fornitori di sicurezza. «Cerchiamo sempre di stare sulla frontiera tecnologica, con soluzioni all’avanguardia», osserva Iaconis.

Reati in forte diminuzione

Entrando maggiormente nel dettaglio in merito alla diminuzione dei reati, nel 2021 sono state registrate 82 rapine rispetto alle 119 del 2020, segnando un calo di circa il 30%. Per quanto riguarda i furti, la diminuzione è ancora più evidente, con 236 eventi nel 2021 contro i 557 del 2020, ovvero quasi il 58% in meno. Oltretutto, anche i furti agli Atm, che più hanno preoccupato il settore bancario in questi anni, sono scesi a 164 episodi nel 2021 rispetto ai 419 del 2020 (circa il 60% in meno).

«Questo significa che tanto è stato fatto in questo periodo di emergenza pandemica, ma in realtà è un percorso cominciato tanti anni fa», rimarca Iaconis. «In più, ogni anno viene aggiunto un tassello che fortifica il castello della prevenzione». Altri temi decisivi sono la formazione e l’informazione verso gli operatori.

«Per esempio, proponiamo una “Guida antirapina”, la cui prima edizione risale addirittura al 1996», ricorda Iaconis. La guida viene aggiornata ogni anno e l’ultima edizione, pubblicata lo scorso dicembre, è stata integrata con indicazioni puntuali anche per quanto riguarda la gestione delle aggressioni non predatorie. Altrettanto importanti risultano gli incontri periodici tra Ossif, banche e fornitori tecnologici, con in primo piano l’analisi dei sistemi di videosorveglianza e dei cosiddetti mezzi forti – vedi casseforti e simili - da utilizzare all’interno delle agenzie, per raccogliere un ricco insieme di proposte e soluzioni indirizzate ai responsabili di sicurezza.

«Sicuramente la conoscenza è un elemento essenziale per poter scegliere in modo razionale, con il supporto di modelli di analisi del rischio che si mostrano chiarificatori per la scelta degli investimenti da effettuare», aggiunge Iaconis. Qui si rivela utile la collaborazione di Ossif anche con università ed esperti di sicurezza. Un modello virtuoso che, nella sua ispirazione di insieme, è stato trasferito in altri settori, dove praticamente ha fatto scuola: dalle poste alle farmacie, passando per le tabaccherie, con la nascita dell’Osservatorio Intersettoriale di Ossif. Anche qui è stato coinvolto il Ministero dell’Interno, mentre la collaborazione con le associazioni dei diversi settori ruota intorno a dati e best practices da condividere.

Le sfide del 2022

Se il bilancio rispetto al recente passato è indubbiamente positivo, il 2022 si annuncia come l’anno delle riaperture progressive dopo la pandemia e i lockdown che, a dire il vero, in una certa misura hanno contribuito a rallentare le attività criminali. «Le chiusure sicuramente hanno accelerato la diminuzione degli episodi criminali », ammette Iaconis. «La sfida, ora, è quella di confermare i risultati raggiunti anche in una condizione di normalità e di riaperture. Partiamo dalla consapevolezza di avere intrapreso la direzione giusta, grazie al lavoro impostato con le forze dell’ordine, i fornitori tecnologici e le attività di formazione degli operatori bancari».

Proprio per queste ragioni, Ossif guarda al 2022 con prudenza, ma anche con fiducia, proseguendo con il suo piano di azione al fianco dei diversi gruppi bancari. «Siamo tutti d’accordo che non bisogna abbassare la guardia sui rischi, sempre potenzialmente presenti», assicura Iaconis. «Nel corso del 2022 bisognerà prestare particolare attenzione alla prevenzione delle truffe, educando la clientela con campagne informative. Anche il tema delle aggressioni non predatorie meriterà analisi e confronti intersettoriali per comprendere, prevenire e gestire la questione nel migliore dei modi».

La sicurezza come DNA

Anche per il futuro, peraltro, il rapporto tra banche e sicurezza potrà giovarsi della solida relazione che il settore intrattiene con la tecnologia anticrimine. Se è vero che i budget non sono illimitati, è altrettanto certo che l’attenzione agli investimenti non ha mai fatto difetto. «Se fino a qualche anno fa, la norma per le banche era avere una guardia giurata fuori dalle agenzie», spiega Iaconis, «ora prevalgono opzioni tecnologiche come la videosorveglianza».

Sicuramente, l’esperienza maturata negli anni mostra a Ossif che, in realtà, non esiste un pacchetto di misure di sicurezza predefinite, ugualmente valido per ogni agenzia. «Ogni realtà deve fare le scelte più consone alla propria specifica situazione, sulla base dei modelli di analisi del rischio», ribadisce Iaconis. Oltretutto, le tecnologie perseguono non solo obiettivi di efficacia, ma anche di efficienza, aprendo un ulteriore capitolo legato al ritorno sull’investimento.

«Quanto fatto negli ultimi anni, nel segno dell’attenzione al tema e alla graduale adozione di policy di sicurezza, rappresenta sicuramente un passaggio eccellente. Il ritorno alla normalità comporterà l’adeguamento a nuove modalità di attacco dei criminali. Tuttavia», conclude Iaconis, «la reazione da parte delle banche è sempre stata molto pronta». Un’attitudine che, seguendo il filo dei ragionamenti di Iaconis, ormai appartiene al settore come DNA.

Più Sicurezza: il ruolo di nebbiogeni e video allarme

Francesco Ciano, Ceo e founder di Più Sicurezza

Nel 2022, quali vulnerabilità potrebbero rendere le banche più soggette al rischio di furti e rapine? L’abbiamo chiesto a Francesco Ciano, Ceo e founder di Più Sicurezza, realtà che protegge banche e siti ad alto rischio dal 1995, con sede a Torino e una filiale a Milano. Ciano ha anche avviato l’Accademia del Ladro, un progetto per la tutela di imprese e cittadini e per la formazione mirata degli operatori di settore.

Quali sono le soluzioni tecnologiche più adatte per contrastare la criminalità ai danni delle banche?

I punti critici di una banca, che la espongono maggiormente all’attacco dei criminali, sono due: uno è fisico e l’altro è informatico. Esistono una serie di misure di contrasto e ne elenco solo alcune: i sistemi antintrusione, il rafforzamento delle difese passive, i dispositivi di erogazione temporizzata del denaro e di custodia valori ad apertura ritardata, videosorveglianza/ videocollegamento, protezione perimetrale attiva/passiva, blindatura del mezzo forte per gli Atm e così via.

Quali strumenti giudica più validi?

Un ladro può impiegare circa quattro minuti per mettere a segno un furto, mentre a un rapinatore può bastare circa un minuto. Secondo me, le strategie più efficaci per prevenire e contrastare gli attacchi sono il nebbiogeno e il video allarme. Il nebbiogeno sventa furti puntualmente, se viene installato e posizionato a regola d’arte valutando tutti i fattori di rischio: blocca il malvivente nei primissimi secondi dal rilevamento dell’effrazione e riempie l’ambiente di nebbia densa e impenetrabile in pochi attimi.

Il video allarme è l’unico sistema antirapina che permette la trasmissione diretta e in tempo reale delle immagini delle telecamere alle sale operative della Polizia e dei Carabinieri. Le forze dell’ordine possono assistere in diretta video all’evento e modulare il pronto intervento: questo permette non solo di tutelare al massimo la persona minacciata e gli operatori di polizia, ma di conoscere le mosse dei malviventi e prevedere esattamente quello che accade.

Come sta cambiando il lavoro degli installatori alla luce dello scenario descritto? Quali suggerimenti può dare a questa categoria di professionisti?

Le nuove tecnologie sul fronte della sicurezza richiedono l’intervento di esperti qualificati, non di installatori improvvisati. Servono professionisti aggiornati sulla vigente normativa e sulle nuove tecnologie, in grado di fare un’analisi accurata dei rischi valutando le esigenze e le vulnerabilità del cliente; di sviluppare un progetto in base alle caratteristiche dell’ambiente da proteggere; di rilasciare il certificato di conformità dell’impianto, l’unico che consente di collegare l’allarme alle forze dell’ordine.

Il progetto dev’essere personalizzato: come ogni essere umano è unico, allo stesso modo non esistono due sistemi di sicurezza perfettamente uguali, perché ogni ambiente ha i suoi punti critici e i suoi punti di forza. Ad esempio, per gli sportelli Atm bisogna analizzare fattori come tipologia e ubicazione, sistemi di sicurezza integrati, ambiente circostante. Soltanto con un progetto personalizzato è possibile realizzare un sistema di sicurezza unico e inviolabile, sicuro sia per i beni sia per l’incolumità delle persone. Per questo abbiamo creato Caveau3D, un sistema per progettare sistemi di alta sicurezza. Dobbiamo puntare sulla formazione, attraverso la creazione di professionisti al servizio del cliente. Per questo ho creato l’Accademia del Ladro.

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