Il 25 e il 26 giugno scorso, a Padova, si è tenuta – insieme a SecurSafety – la XXIII edizione di Bancasicura: contenitore convegnistico-espositivo non solo rivolto al settore bancario, ma a un contesto più ampio e cioè ai settori industriali, produttivi, commerciali e pubblici.
Gianni Andrei
Esperto di sicurezza integrata
Docente a contratto di “Risk Analysis” e “Organizzazione di Sicurezza ed Emergenza” presso l’Università di Roma Tor Vergata
Presidente di A.I.PRO.S. - Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza
E’ una necessità, un’esigenza, un obbligo per i professionisti della sicurezza, in qualsiasi ambito siano specializzati, quello di seguire un percorso costante e permanente volto al mantenimento dello status di qualificazione personale e al miglioramento continuo.
Ben sancito anche dai disposti della legge 4/2013.
L’Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza (A.I.PRO.S.) - che ha come mission il garantire un elevato livello della professionalità tramite la “qualificazione personale” di ogni Socio, raggiunta attraverso percorsi formativi permanenti e specifici, il costante aggiornamento tecnico-normativo e la verifica periodica del mantenimento dello status - è già da tempo in compliance alla Legge 4/2013, avendo definito un codice deontologico, etico e comportamentale per l’esercizio dell’attività professionale e l’obbligo della formazione continua.
Ispirata a tali principi, Il 25 e il 26 giugno scorso si è tenuta, a Padova, la XXIII edizione di Bancasicura insieme a Secursafety: un unico contenitore convegnistico-espositivo, non solo rivolto al settore bancario ma a un contesto più ampio e cioè ai settori industriali, produttivi, commerciali e pubblici, stante l’ormai imprescindibile esigenza di una visione globale della sicurezza.
Due giornate intense, nelle quali autorevoli ed eminenti relatori - tra cattedratici, rappresentanti di organismi statali e di categoria, professionisti, tecnici e specialisti - hanno affrontato tematiche di concreta attualità in un virtuoso percorso di aggiornamento e formazione in ambito normativo, organizzativo, tecnologico, scientifico, professionale.
Il programma ha avuto come comune denominatore quello della sicurezza integrata, con l’analisi e valutazione di nuovi scenari critici, attuali e futuribili, e le relative misure tecniche, organizzative e procedurali per la difesa e il contrasto, con approfondimenti peculiari e con attenzione particolare al rischio operativo correlato alla business continuity e alle innovazioni tecnologiche e normative, alla sicurezza sul luogo di lavoro, alla formazione.
Concetti-base, tematiche e
innovazioni tecnologiche
La sessione di apertura ha affrontato tematiche fondamentali quali le infrastrutture critiche e la business continuity, con particolare riferimento a modelli di pianificazione e controllo di gestione.
Un panel di esperti ha fornito una serie di risposte concrete ad altrettante problematiche, definendo e fissando dei concetti non negoziabili per mantenere elevato lo standard di sicurezza aziendale e per procedere nell’ottica del miglioramento continuo.
Su tutti è emerso subito un concetto chiave, che da solo varrebbe una lunga riflessione: decretare “guerra totale alle compensazioni tra incompetenze e competenze” nell’organizzazione aziendale.
Seppur vige il concetto relativo delle misure equivalenti, quando parliamo di professionisti con specifiche mansioni e responsabilità, non è possibile accettare una regola del genere, tipicamente italiana ma altrettanto mortificante sia per il mantenimento di uno standard di sicurezza che per il perseguimento del miglioramento continuo.
Oltre a quelli di carattere tecnico, sono poi emersi altri concetti forti, come la labilità di percezione personale di una reale criticità di un’infrastruttura (parlando di quelle non comprese negli elenchi istituzionali), la diffusa discrezionalità nella valutazione e, soprattutto, nell’accettabilità di un rischio, la necessità imprescindibile di scegliere prodotti e apparati che non siano solo migliori ma più idonei allo scopo; e poi la garanzia della continuità, e cioè di mantenere la capacità di erogare servizi o fornire prodotti, e la corretta interazione tra strutture, sistemi, persone e procedure.
In una parola, i professionisti al centro del processo decisionale come tematica di cultura, di consapevolezza, di responsabilità.
Posti questi concetti-base, si sono ancor meglio delineati i passi per realizzare una sicurezza integrata aziendale: analizzare il contesto, la realtà dei luoghi e manufatti, l’attività svolta - ipotizzare gli scenari incidentali (naturali, accidentali, dolosi, volontari) - valutare tutte le possibili cause e minacce - valutare la vulnerabilità e gli effetti - individuare le misure di difesa e contrasto.
Proprio riguardo al monitoraggio della resistenza e delle vulnerabilità strutturali, è stata anche presentata un’innovativa applicazione tecnologica, frutto di ricerche scientifiche e utile anche in ambiti dei beni culturali.
E sono stati presentati i risultati di nuovi apparati di videosorveglianza, con tecnologia versatile e personalizzabile.
Tecnologie e professione
nel confronto di competenze e di esperienze
Le sessioni specialistiche hanno rappresentato una rilevante offerta di aggiornamento e confronto tra i professionisti presenti.
L’argomento della videosorveglianza, biometria e del nuovo emanando Regolamento Europeo per la privacy ha sviluppato il confronto sugli aspetti, misure di sicurezza, interpretazioni su tematiche pratiche come la firma biometrica (dinamic signature) e la firma grafometrica per la sottoscrizione di documenti informatici, i metodi consentiti per la conservazione dei dati biometrici, i sistemi multi biometrici e le criticità nella gestione.
Successivamente, il nuovo approccio semplificato alla prevenzione incendi ha riscosso particolare interesse riguardo alla responsabilità penale e responsabilità deontologica e, ancora, alle complicazioni burocratiche, regole certe e certezza dell’azione amministrativa che imprese ed opinione pubblica sentono ma temono maggiormente per gli adempimenti fiscali, per le prescrizioni e le deroghe.
Una frattura verso gli aspetti della sicurezza che deve essere colmata con la semplificazione e con la sostenibilità delle regole.
Un impegno, insomma, che i professionisti della sicurezza possono assumere con un ruolo primario.
Molto approfondite si sono poi rilevate le relazioni sugli aspetti e sulla qualità delle investigazioni a seguito di incendio e relativa necessità di un’adeguata “progettazione” dell’investigazione della cause e della correttezza dei sopralluoghi, sullo sviluppo delle nuove tecnologie di evacuazione del fumo e del calore; seguite poi dalle fondamentali linee guida per elaborare accordi di partenariato “pubblico-privato” per l’elaborazione di piani di gestione e di intervento, corredate da un’applicazione pratica alla sicurezza integrata dei porti, con l’utilizzo della metodologia di standard UNI ed ISO.
Anche qui ben sottolineato dai relatori come, alla base di tutto, occorra fare riferimento a “comuni principi etici e deontologici”. In una parola: professionali.
Per quanto riguarda la qualificazione degli installatori e manutentori dei sistemi di sicurezza “fire & security”, se da una parte è stata riaffermata l’inderogabilità della progettazione degli impianti e della Dichiarazione di Conformità “alla regola dell’arte” (comprendente anche la verifica della funzionalità dell’impianto), fondamentale importanza è stata riposta nella competenza e qualificazione di detto personale, munito di certificazione di competenza a livello europeo.
La continuità operativa, in riferimento alla norma ISO 22301, ha visto approfondimenti tecnici sui principi di buone prassi di business continuity, su tecnologie innovative di sistemi di rilevazione incendi e di sistemi di controllo accessi su piattaforme wireless, sulle alimentazioni elettriche di emergenza, sulle uscite d’emergenza e sul condizionamento dinamico dei data center.
Professione e professionisti
Un argomento strategico è stato, infine, affrontato in due specifiche sessioni.
La prima, sulla qualificazione e certificazione dei professionisti, ha analizzato l’attuale scenario normativo in riferimento alle professioni ordinistiche e a quelle “non ordinistiche (Legge 4/2013), dove ora le Associazioni professionali, come A.I.PRO.S., hanno la possibilità e la responsabilità di svolgere un ruolo fondamentale nella formazione e nella qualificazione dei professionisti.
E’ stato ampiamente sottolineato, tra l’altro, come i termini professionalità e professionista siano diffusamente usati in modo autoreferenziale e autocelebrativo.
In realtà, la “rivoluzione copernicana” delle professioni, così come è stata definita, ha trasformato in duale il mondo delle Professioni.
Ora però il sistema professionale ha bisogno di “regolatori”, per quanto attiene specialmente a formazione, competenza ed abilità.
E’ altresì necessario che i professionisti si uniformino al “Codice del Consumo” (D. Lgs. n.
06 del 6/9/2005) riguardo ai codici di condotta e di comportamento, al processo organico di controllo, alle regole di autodisciplina nei contenziosi.
L’aggiornamento della norma UNI 10459 sul professionista della security, da poco licenziata dall’apposita commissione, ha catalizzato un’attenzione particolare: una norma rivisitata, ispirata al “Modello di organizzazione e gestione di tutti i rischi”, basata sull’interazione tra i D. Lgs. 81/2008 e 231/2001, appare finalmente articolata su tre distinti profili professionali.
A breve sarà posta in inchiesta pubblica e si potrà esaminarla meglio nei dettagli, specialmente quelli relativi ai percorsi accademici, di esperienza e formativi fissati per accedere ad ogni profilo.
La security marittima e i percorsi certificativi delle competenze professionali e di sistemi aziendali e prodotti hanno completato la sessione.
Altrettanto specifica la seconda sessione sulla figura e ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).
Particolari approfondimenti hanno riguardato software applicativi personalizzabili per il sistema di gestione aziendale di sicurezza sul lavoro e la nuova direttiva Europea 2013/59/Euratom sulle radiazioni ionizzanti naturali in ambienti lavorativi.
Successivamente si è passati alla disamina della professionalità del RLS nella filiera della sicurezza, delineandone caratteristiche, percorsi formativi e ruoli, in particolare nella necessaria “condivisione” delle scelte, analisi e valutazione di tutti i rischi, nel dialogo interattivo e fecondo con il datore di lavoro, nella sua riservatezza e professionalizzazione, sapendo bene di non poter esercitare un potere sindacale ma di dover svolgere un ruolo nodale di rappresentanza dei lavoratori, volontariamente quanto professionalmente.
La conclusione comune, condivisa ed auspicata, che al termine dell’evento è prepotentemente emersa è la sfida che le Associazioni Professionali, basandosi sul valore aggiunto di “proattività associativa”, devono necessariamente affrontare e vincere: e cioè quella di informare i consumatori della qualificata professionalità tecnica, etica e deontologica dei professionisti della sicurezza.