Attacchi hacker, le contromosse del comparto video

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ph credits: AdobeStock

A partire dal 2017, gli attacchi hacker sono aumentati in tutto il mondo. I target? Dati personali e informazioni critiche. Ma anche immagini video, con finalità di manipolazione, manomissione e alterazione

Il primo cyber attacco può essere fatto risalire al 1834, quando due speculatori finanziari francesi riuscirono a bucare la rete governativa basata sul telegrafo ottico.

Da allora sono trascorsi quasi due secoli. Ora abbiamo Internet, la grande rete che ha abbattuto ogni frontiera e ha permesso a persone, imprese ed Istituzioni di entrare in immediato contatto con tutto il mondo. Tuttavia, oggi come allora, una grande opportunità di comunicazione apre anche a nuovi rischi.

Internet, infatti, veicola incessantemente una mole straordinaria di dati personali e di informazioni critiche che possono divenire oggetto di furto, spionaggio e di sabotaggio.

I danni economici degli hacker

Ma gli obietti degli hacker si estendono anche alla rete elettrica, ai trasporti e, più in generale, all'insieme delle infrastrutture critiche di un Paese. Infatti, come segnala il Rapporto Clusit 2018, il 2017 si è caratterizzato come “l’anno del trionfo del malware, degli attacchi industrializzati realizzati su scala planetaria contro bersagli multipli e della definitiva discesa in campo degli Stati come attori di minaccia”.

Per quanto riguarda gli impatti economici, i numeri parlano chiaro: nel periodo 2011-2017 - considerato dal Rapporto Clusit 2018 - i costi generati globalmente dalle sole attività cyber criminali sono quintuplicati, passando da poco più di 100 miliardi di dollari nel 2011 a oltre 500 miliardi nel 2017, anno in cui truffe, estorsioni, furti di denaro e dati personali hanno colpito quasi un miliardo di persone nel mondo, causando ai soli privati cittadini una perdita stimata in 180 miliardi di dollari.

La guerra delle informazioni: +24%

Inoltre, sempre secondo il Rapporto Clusit 2018, sono in netto aumento, rispetto allo scorso anno, gli attacchi sferrati con finalità di Information Warfare (la guerra delle informazioni), che segna +24%, e il Cyber Espionage (lo spionaggio con finalità geopolitiche o di tipo industriale, a cui va tra l’altro ricondotto il furto di proprietà intellettuale) che cresce del 46%.

I settori più colpiti sono: Research/Education, con una crescita rispetto allo scorso anno di +29%, seguito da Software/Hardware Vendors +21%, Banking & Finance +11% e Healthcare +10%.

Per quanto riguarda, nello specifico, casa nostra, in Italia i danni ammontano a 10 miliardi. Il problema più grave e urgente per il nostro Paese – sottolinea il Rapporto Clusit - rimane la cronica e drammatica insufficienza degli investimenti in cyber security, che ci pone sostanzialmente ultimi tra i paesi avanzati e rischia di condizionare seriamente lo sviluppo dell’Italia ed il benessere dei suoi cittadini nei prossimi anni. (...)

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