Integrazione e convergenza sono le parole d’ordine del mercato Fire & Security nel nostro Paese, che sta attraversando un momento di cambiamento rapido e globale con una crescita della domanda in particolare nel segmento Antincendio. A dirlo sono le rilevazioni dell’osservatorio di ANIE Sicurezza ma anche le stesse aziende in campo, che in queste prossime pagine presentano i loro prodotti
«Il mercato Fire & Security in Italia sta attraversando una veloce evoluzione caratterizzata dalle parole d’ordine dell’integrazione e della convergenza. Sulla scia dei buoni risultati registrati l’anno precedente, il comparto in generale sta confermando una crescita del fatturato totale mentre, in particolare, il segmento dell’Antincendio ha beneficiato della crescita della domanda da parte degli utenti finali in abbinamento ai sistemi di evacuazione audio». A confermarlo è l’ingegner Dario Nolli, coordinatore del gruppo Fire di ANIE Sicurezza, che sottolinea: «L’industria italiana fornitrice di tecnologie per la Sicurezza e l’Automazione degli edifici rappresentata in associazione - espressione a fine 2018 di un fatturato totale aggregato pari 2,6 miliardi di euro - costituisce un comparto di eccellenza all’interno del made in Italy delle tecnologie. In linea con le tendenze espresse l’anno precedente, nel 2018 il comparto Sicurezza e Automazione edifici ha confermato una crescita del fatturato totale (+6,8 per cento a valori correnti)».
Quale l’andamento del comparto su scala europea e quali le sono le macro-direttive del mercato?
«La domanda europea ha offerto un contributo più vivace alla crescita del comparto mentre, fra i mercati extra UE, sono emersi andamenti differenziati. Fra le aree che hanno visto un tasso di crescita più accentuato si annovera il continente asiatico. Secondo i dati attualmente disponibili, nella prima parte del 2019 il segmento Fire ha espresso una certa dinamicità; all’interno del segmento Antincendio si rileva una crescita delle vendite di Sistemi audio di allarme vocale per l’evacuazione. Lo sviluppo tecnologico è facilmente divenuto il driver che ha portato all’ulteriore convergenza di settori, appartenenti allo stesso mondo o limitrofi: Security, Safety e Automazione. Tale convergenza non è più rimasta solo concettuale e/o di competenza specifica, ma è divenuta “sistemica” ed è questa la vera svolta e visione del futuro, se vogliamo la sfida. Quello della Rivelazione elettronica incendio è un comparto che, pur anche nei periodi di crisi, è capace di rimanere stabile, i cui numeri sono sempre (o quasi) positivi. Il settore Rivelazione elettronica incendio, come tutto il settore della prevenzione incendi, è normato dal punto di vista legislativo dai provvedimenti del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. Le normative tecniche sono afferenti al Regolamento Europeo Prodotti da Costruzione (UE 305/2011), ergo la marcatura degli stessi deve essere effettuata da un Ente notificato dal Ministero dell’Interno. Marcatura senza la quale i prodotti non posso essere commercializzati e installati sul territorio europeo. Le evoluzioni tecnologiche seguono la logica della “convergenza”, in un’ottica di risposta sempre più performante alle logiche e alle esigenze dell’utente finale. Il mercato di riferimento in Italia è di tipo “professionale”, non domestico residenziale».
Al via a breve giro di boa i nuovi adempimenti con la UNI 11224: quali gli obblighi e i requisiti cui le aziende sono chiamate a rispondere? Quali gli aspetti innovativi della normativa?
«La nuova UNI 11224 ha apportato un cambiamento, rispetto alla precedente, che può essere considerato epocale. Precedentemente i controlli di manutenzione erano sempre uguali indipendentemente dalla vetustà dell’impianto, oggi sono differenziati in relazione a quest’ultima. Questo porta ad avere controlli ridotti per impianti di recentissima realizzazione, controlli più impegnativi per impianti aventi anzianità superiore ai 6 anni e controlli severissimi, che possono comportare revisioni e/o sostituzioni di rivelatori, per quelli aventi una vetustà superiore ai 12 anni».
In questo contesto di grandi trasformazioni, come si è evoluta (e si sta evolvendo) la figura del professionista dell’antincendio?
«Il Codice di prevenzione incendi (D.M. 18 ottobre 2019) - andando a migliorare e chiarire quale è il percorso progettuale che porta il professionista a operare con soluzioni conformi o alternative - ha introdotto nuovi approcci progettuali, nuove soluzioni in linea con l’evoluzione tecnica, dando ai professionisti maggiore libertà ma anche responsabilità».
In che modo ANIE Sicurezza interviene a favore dei propri associati e del comparto?
«ANIE Sicurezza è anche centro di competenza. Con il proprio progetto formativo, è in grado di dedicare a tutti gli operatori del settore una preparazione puntuale, sia tecnica sia pratica, per fornire le competenze necessarie per l’attività di manutenzione dei presidi e degli impianti antincendio. L’esperienza di ANIE Sicurezza nel settore della Prevenzione incendi e quella di IMQ nel campo della certificazione delle figure professionali hanno consentito di sviluppare uno schema di certificazione unico in Italia, dedicato ai tecnici manutentori di impianti di rivelazione automatica e manuale antincendio e di evacuazione audio. Con i corsi, proposti da oltre dieci anni, ANIE Sicurezza ha visto riconosciuta l’importanza di questi non solo con la pubblicazione della UNI CEI EN 16763, ma soprattutto con la bozza del Decreto Controlli presentato dai VVFF. Proprio grazie a questi, alla cui stesura stiamo offrendo punti di miglioramento e approfondimento grazie all’esperienza maturata, la figura del tecnico manutentore potrà avere il riconoscimento delle raggiungimento delle competenze necessarie allo svolgimento di tale professione. Ricordando anche che l’UNI ha in stesura un Mastro delle Professioni per il manutentore degli impianti di rivelazione che andrà anch’esso a evidenziare quanto il raggiungimento della qualità olistica possa avvenire solo grazie all’implementazione della formazione continua».
Quale il ruolo della formazione e della riqualificazione professionale?
«Ricordiamo che lo schema di certificazione rappresenta un chiaro elemento distintivo e di valore per le aziende. In primo luogo offre una risposta a un settore che richiede operatori preparati e affidabili in grado di garantire i produttori e i distributori sul corretto utilizzo dei loro prodotti. Garantisce al tempo stesso i committenti, offrendo loro l’evidenza di essersi rivolti a imprese affidabili e selezionate, strutturate con professionisti competenti e sempre aggiornati sulle nuove tecnologie. ANIE Sicurezza è stata chiamata - come componente del Sistema Confindustria, con le altre associazioni della filiera della prevenzione incendi - a collaborare con il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco per la buona riuscita di un progetto di riqualificazione professionale di tutto il settore della Prevenzione Incendi, proprio a partire dalla figura del manutentore. Puntare su competenza, formazione continua ed esperienza sul campo saranno i driver che ci vedranno lavorare insieme per rendere finalmente visibili gli operatori “sani” del nostro settore».