Video, reti e Quality of Service

Intervista in esclusiva ad Antonella Santoro, Managing Director di Allied Telesis Italia, fornitore di infrastrutture di networking e soluzioni di rete flessibili e interoperabili.

Massimiliano Cassinelli
Ingegnere
Progettista reti TLC

Antonella Santoro, Managing Director di Allied Telesis Italia - fornitore di infrastrutture di networking e soluzioni di rete flessibili e interoperabili - ci ricorda come troppo spesso, in ambito video, l'attenzione sia concentrata solo sulle apparecchiature, dimenticando che è fondamentale disporre di infrastrutture di rete caratterizzate da un'adeguata “Qualità del Servizio”.

Dottoressa Santoro, la videosorveglianza IP è sempre più diffusa. Dal punto di vista dell'infrastruttura di rete, quali sono i limiti al suo corretto impiego?
La possibilità di trasmettere le immagini in formato digitale offre una serie di opportunità. Ma, al contempo, crea altrettante difficoltà a chi non possiede le necessarie competenze. Emblematico il fatto che, ai tradizionali cavi coassiali, è possibile collegare qualunque tipologia di telecamera - comprese quelle digitali - utilizzando comuni adattatori disponibili in commercio. Un'infrastruttura basata sui cavi coassiali non ha problemi di latenza e di flussi. Inoltre, una simile rete non è aperta all'esterno e, dunque, risulta intrinsecamente sicura. Con l'ulteriore vantaggio di poter trasmettere le immagini senza prestare particolare attenzione alle distanze dei collegamenti. Al contrario, con la tecnologia IP, questi vantaggi non sono più “nativi”, ma è necessario adottare una serie di accorgimenti per ottenere risultati soddisfacenti e sfruttare adeguatamente un simile protocollo…

Tutte condizioni che impongono una significativa crescita professionale agli installatori..
L'improvvisazione, con queste tecnologie, non è più ammessa. Basti pensare, a titolo esemplificativo, che larghezza di banda e Quality of Service dipendono da numerosi fattori. Così come è indispensabile utilizzare apparecchiature di networking caratterizzate da una bassa latenza. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che, affinché un sistema di videosorveglianza sia efficace e consenta interventi tempestivi, le immagini devono essere disponibili in tempo reale. Una peculiarità fondamentale negli impianti più sofisticati, dove l'analisi delle immagini - spesso effettuata dal software del sistema stesso - scatena una serie di allarmi. Un ritardo, quindi, potrebbe rivelarsi fatale per la sicurezza. Allo stesso modo, è necessario prevenire “nativamente” i tentativi di intrusione dall'esterno, che possono portare a una sottrazione delle immagini in transito sulla rete o a un'alterazione delle stesse. Anche per questa ragione, le apparecchiature proposte da Allied Telesis possiedono la triple authentication, grazie alla quale vengono autenticati tutti i device che si collegano alla rete stessa. Solo in questo modo è possibile garantire la sicurezza e l'inviolabilità delle immagini in transito.

Oltre alla sicurezza, è necessario considerare che la convergenza porta a fare transitare più applicazioni - e soprattutto enormi quantità di dati - su un'unica infrastruttura di comunicazione. Quali sono le soluzioni più adatte per allocare risorse di banda necessariamente limitate?
Per quanto le nuove tecnologie consentano di disporre di una sempre maggiore larghezza di banda, questa risorsa non è infinita. È quindi necessario separare i flussi in transito, per garantire un'adeguata Quality of Service ai singoli servizi. Accanto alla competenza del personale coinvolto, è necessario scegliere apparecchiature che consentano di creare reti locali virtuali, più note con l'acronimo VLAN. Rimane comunque fondamentale realizzare reti caratterizzate da un elevato grado di flessibilità e che, quindi, possano crescere in funzione delle esigenze. Il tutto anche in considerazione del fatto che la videosorveglianza può sfruttare le opportunità messe a disposizione dal cloud computing. Allied Telesis ha sviluppato una serie di soluzioni in grado di rimuovere le complicazioni, consentendo di creare reti facili da installare e da gestire anche da remoto. Poiché uniformare e semplificare saranno i criteri di differenziazione del prossimo futuro, accanto all'indispensabile resilienza delle reti.

Come valutare la reale qualità di un'apparecchiatura utilizzata per la realizzazione di reti di videosorveglianza?
Le reti di videosorveglianza sono infrastrutture che possiamo considerare critiche, poiché da esse dipende la sicurezza. Vanno quindi evitate le soluzioni Edge e quelle entry level, così come quelle unmanaged. Occorre, invece, valutare la capacità di gestire differenti protocolli e disporre di macchine in possesso, quantomeno, di un livello Layer3. Nella scelta del produttore, invece, suggerisco di verificare le sue referenze, che testimoniano la capacità di affrontare e risolvere problemi specifici in determinati ambienti. Questo perché solo quando una macchina viene installata sul campo è impossibile conoscerne il reale comportamento.

Il Decreto Legislativo 198/2010 ha ribadito la necessità dell’autorizzazione ministeriale per installare infrastrutture collegate alla rete pubblica. A distanza di oltre un anno, però, manca ancora il Decreto Attuativo. Ma gli installatori di videosorveglianza si stanno adeguando?
L'obbligo di possedere il cosiddetto “patentino” risale al 1992 e il recente Decreto Legislativo non ha fatto altro che ribadire questa necessità, estendendola anche ad altri settori. In realtà, la certificazione viene ormai richiesta, quasi sempre, dalla Pubblica Amministrazione, mentre gli utenti privati e le aziende ignorano questa norma. Anche per tale ragione, molti installatori operano ancora senza l'autorizzazione del Ministero. La mancanza del Decreto Attuativo - atteso entro lo scorso dicembre - non fa che aumentare la confusione. Noi, come produttori, stiamo aiutando i nostri installatori a rispettare le complesse normative italiane, ma è necessario uno sforzo congiunto di tutta la filiera di settore.
Per info:
www.alliedtelesis.com

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